lunedì 30 gennaio 2012

Spoiler "Forse..il destino.." - Capitolo 20

L’altra Bonnie lo conosceva, l’altra Bonnie sapeva perfettamente che chiedergli di connettersi con Bonnie gli avrebbe di sicuro provocato qualcosa, smosso qualcosa nel profondo, lo sapeva e forse era proprio quello che desiderava e le era bastato afferrargli le mani e guardarlo con quegli occhi marroni ed enormi per farlo cadere.
Gli occhi di Bonnie avevano sempre avuto un effetto quasi devastante su di lui, lo avevano sempre spinto a fare qualcosa che non avrebbe mai fatto altrimenti.
La connessione telepatica faceva parte di quel qualcosa a cui lui non si sarebbe mai sottoposto se quegli occhi non glielo avessero chiesto.



Eccomiiiiiiiiiiiiiiiii*_**_**_*
Scusate per il ritardo infinito di stasera!XDXDXD

Allora...lo spoiler è tratto ovviamente da un POV Damon!*_*
Nel prossimo capitolo, infatti, sapremo finalmente cosa ne pensa lui della connessione con Bonnie e, proprio il nostro caro vampiro, ci spiegherà meglio cos'è davvero la connessione telepatica e cosa comporta!
Sinceramente non so se sono così come le ho scritte le cose, visto che ho fatto una bella distinzione tra lettura del pensiero e connessione telepatica, ma chissene....così mi sembrava tutto più carino e se serviva questo piccolo cambiamento delle cose da parte mia per far avvicinare Damon e Bonnie ben venga, giusto?*_*
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

giovedì 26 gennaio 2012

Rubrica Fotografica: Così come li vedo io!

E ormai penso che stia cominciando ad essere un'abitudine!XDXDXDX
Ho appena postato su EFP e ho anche appena postato il capitolo 19 qui sul blog, quindi adesso si passa alle foto di questa settimana!XD
Che dire....quando ho cominciato questa nuova rubrica ho detto che per prime avrei pubblicato le foto delle 3 "famiglie" di "Forse...il destino...", quindi dopo averne già postate due, mi sembra ovvio che stasera tocchi alla terza che, tra l'altro, è anche più o meno la protagonista del capitolo di stasera, cioè la seconda famiglia Salvatore: Stefan, Elena e Lilian!*_*
Per quanto riguarda le foto...
Vi dirò..io Elena l'ho sempre vista con il volto dell'attrice che ho scelto e della quale posto la foto qui sotto perchè...boh...la trovo bella, ma ha quel non so chè che me la rende vagamente antipatica ergo...è l'Elena perfetta!XDXDXD
Per Lilian la questione è un pò più complessa in quanto francamente non so chi diavolo sia la ragazza nella foto che la rappresenta!ahaha
Cioè..vi spiego....stavo curiosando su internet e per caso ho trovato questa foto e ho detto: "Oddio! E' Lilian!" - ed ero felicissima perchè, vi giuro, quando ho creato Lilian nella mia mente io l'ho immaginata esattamente così come è questa ragazza sconosciuta!
Non so se è un'attrice e non so se è una modella...per quanto ne so potrebbe essere anche una ragazza comune che ha postato una sua foto che poi si è persa per internet! Quando l'ho trovata non c'era un nome nè niente, quindi...non so che dirvi tranne che lei è assoluatamente la Lilian dei miei sogni!*_*
Stefan invece...beh....per Stefan vale lo stesso discorso che ho fatto per Bonnie e Damon la settimana scorsa, cioè...non credo che esista nessuno in carne ed ossa che riesca davvero ad incarnarlo per come lo vedo io nella mia mente, ma l'attore che ho scelto, con quegli occhi verdissimi che si ritrova (beato luiXD) ne rende abbastanza l'idea!XDXD
Detto questo...ecco a voi le foto...

Stefan - Adam Gregory


Elena - Sara Paxton


Lilian - ...


Ed ecco qui anche queste tre nuove foto!*_*
Cosa ne pensate? Come ve li immaginate voi?
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

"Forse...il destino..." - Capitolo 19

Colpevoli di dubbio
Le notti a Fell’s Church erano strane.
Dalla cittadina sicura e relativamente tranquilla che aveva fatto da sfondo alla sua infanzia, con l’arrivo dei demoni si era trasformata in un luogo oscuro che di notte prendeva la forma di un ammasso di ombre denso e terrificante.
Il pensionato era rimasto l’unico faro di luce bianca tra quell’orrore che, nonostante si sforzasse di non darlo troppo a vedere, Lilian trovava spaventoso.
Mai una sola volta, da due anni a quella parte, si era affacciata ad una finestra una volta calata la notte o aveva messo piede fuori casa perché sapeva che se l’avesse fatto non sarebbe stata più in grado di controllare la paura che, in fondo, tutta quella situazione le metteva dentro.
Lilian sapeva bene di non potersi permettere di cedere perché quella era una guerra, perché bisognava combattere per poter riconquistare la loro vita e la loro città, perché dovevano proteggere il loro futuro e per mille altri perché che avevano tutti lo stesso retrogusto di giustizia e vendetta, mischiate in un mix perfetto che rendeva incapaci di riuscire a capire quelle delle due predominasse, ma a volte le capitava di ripensare alla sua vita passata, alle piccole cose che faceva abitualmente prima che quell’incubo cominciasse, al the quotidiano con sua madre, alla caccia con Nicole, alle corse che erano soliti fare all’alba lei ed Owen, alle ore passate con suo padre alla riscoperta dei suoi antichi diari e in quei momenti aveva paura, paura che tutto ciò non ritornasse più e che quei ricordi sarebbero via via, con il passare degli anni, scomparsi dalla sua memoria, cancellati via da altre morti, altri rapimenti ed altre azioni atroci ad opera di Astaroth.
Era frustrante, terribilmente, e quando si lasciava trascinare dalla maliconia, ma soprattutto dalla nostalgia, non riusciva a non lasciarsi sfuggire almeno una lacrima che, solitaria e silenziosa, le rigava il viso.
Rivoleva la sua vita ed era disposta a lottare fino alla fine al fianco di sua cugina per riaverla. Ma quanto poteva avere valore ciò che desiderava lei se alla paura che provava di tanto in tanto si aggiungeva anche l’allontanamento volontario tra Stefan ed Elena che stavano mettendo in dubbio la loro famiglia e la sua futura nascita senza nemmeno accorgersene?
Ci aveva rimuginato su parecchio mentre guardava il viso di Nicole riprendere colore durante la riunione alla notizia che suo padre era a casa e che Damon si era sacrificato per loro di sua spontanea volontà, mostrando un netto combiamento di idee e prospettive rispetto a quando era arrivato dal passato. E aveva continuato a rimuginarci mentre passava il resto della serata con Owen e Alaric nella stanza di Meredith a guardarla morente, consapevoli che tutti i loro sforzi per riavere il libro erano stati, forse, del tutto vani.
Il dolore nei loro occhi era così straziante che Lilian aveva fatto una tremenda fatica a restare con loro nonostante volesse dimostrare il suo affetto e il suo appoggio, ma - nonostante il dolore - se c’era una cosa che le era risultata palese e concreta quanto quasi un secchio d’acqua gelata in pieno viso era la forza che cercavano di farsi l’un l’altro, padre e figlio, tenendosi semplicemente una mano su una spalla a vicenda.
Persino Meredith era in quella stanza, a sorreggerli e a confortarli stando addirittura lì a guardare se stessa morire lentamente.
Erano uniti, tutti loro quattro erano uniti.
Era materialmente inesistente, ma tra loro Lilian era quasi sicura di essere riuscita a scorgere un filo conduttore che legava tutti i loro cuori e le loro anime con il bagliore verde della speranza.
Erano una famiglia e tutti potevano dire con certezza che, poco importava cosa Meredith avesse visto in quel futuro, loro sarebbero sempre stati una famiglia.
Lo stesso non si poteva dire di lei e della sua di famiglia.
Lilian aveva sempre avuto un rapporto stupendo con sua madre e quasi simbiotico con suo padre e continuava ad averlo anche in quel momento, ma ripensando a quella famosa debolezza che la devastava e la destabilizzava senza preavviso di quando in quando, non era sicura di poter scommettere sul fatto che, se fossero stati i suoi genitori quelli confinati in un letto con il petto squarciato, allora Stefan ed Elena sarebbero stati lì, insieme, come una famiglia a sostenerla.
Sapeva che loro due erano i suoi genitori, che erano le stesse persone, ma paradossalmente non riusciva a fidarsi di loro.
Era un ragionamento contorto e forse sbagliato, ma da quando quella debolezza era arrivata e da quando aveva capito che poteva seriamente mettere in pericolo la sua vita così come quella di Nicole, non riusciva a guardare a Stefan e ad Elena come ai suoi genitori.
Sua madre e suo padre erano uniti, forti, privi di qualsiasi incertezza sul loro amore…..tutto ciò che Stefan ed Elena non erano. E questo Lilian non poteva non notarlo e non tenerlo in conto quando pensava a loro o quando gli si rivolgeva.
All’inizio aveva pensato che il problema sarebbero stati solo Bonnie e Damon; era stata una stupida e adesso se ne rendeva conto più che mai.
Quella notte era priva di stelle, come tutte le altre notti, ma stranamente silenziosa.
Lilian odiava il silenzio perché era sempre stata dell’idea che quando il mondo taceva quello era solo il preludio per una vera catastrofe di immense proporzioni.
Stava attraversando un corridoio, con gli occhi bassi e fissi sul pavimento che le scorreva pigro sotto i piedi, quasi come se fosse lui a muoversi e non lei ad andare avanti, quando udì un rumore che stonava troppo con il silenzio che sembrava ammantare tutto per non destare la sua curiosità.
Fece qualche passo avanti e si rese conto che il rumore che sentiva era soltanto quello dei passi di due persone che avevano appena sceso la rampa di scale alla fine del corridoio che stava percorrendo e che adesso si erano fermate a parlare sul pianerottolo tra quel piano e quello di sotto.
Si avvicinò istintivamente e restò in ascolto.
Sapeva che origliare era sbagliato - suo padre glielo aveva insegnato quando era appena una bambina e si era fatta convincere da Nicole ad ascoltare sempre e comunque le conversazioni di tutti con il loro superudito appena scoperto - ma una volta che le risultò chiaro che i due in questione erano Stefan ed Elan, non potè trattenersi e restò immobile, a qualche passo dall’imbocco delle scale, nascosta ai loro occhi e  probabilmente, ad ogni altro loro senso visto quanto si stavano impegnando in quella che aveva tutta l’aria di una discussione appena iniziata.
“Stefan…ascoltami, ti prego! Ti chiedo solo questo, ok? Lasciami spiegare!” - stava dicendo Elena con un tono supplichevole e, con ogni probabilità, anche con un bel paio di occhi lucidi.
Lilian ebbe l’impulso di sporgersi per controllare solo se la conosceva così bene da averci preso in pieno con quel dettaglio, ma si trattene perché non voleva che la scoprissero prima ancora di capire di cosa, esattamente, stavano discutendo.
Era consapevole del fatto che forse non erano fatti suoi, ma era anche consapevole del fatto che se, invece, stavano finalmente parlando del perché di quell’improvviso distacco tra loro questo la riguardava eccome, visto e considerando che quella era esattamente la causa della sua debolezza.
“Io dovrei ascoltarti? Elena, ti assicuro che ti ho già ascoltato fin troppo, ok?” - rispose Stefan.
“Ok, ok…forse hai ragione, ma…ho parlato con l’altra me, l’altra Elena, e allora ho capito e voglio chiederti scusa, davvero! Sono stata egoista e so di averti fatto soffrire, ma…” - riprese Elena.
“Ma, cosa?” - la interrupe Stefan - “Ma adesso hai capito che la scelta che hai fatto, la decisione che hai preso, cioè quella di preferire me a Damon, è quella giusta? E l’hai capito perché hai parlato con l’altra Elena?” - continuò, prima di emettere un suono stanco a metà tra una risata e un sospiro - “Ma non ti rendi conto che è esattamente questo il problema? Non è la scelta in se, Elena! Io ti amo e proprio per questo ho sempre voluto soltanto che tu fossi felice, quindi se alla fine avessi scelto Damon, se avessi scelto lui e fossi stata felice, allora io me ne sarei fatto una ragione e ti avrei lasciata andare! Non si tratta della scelta perché altrimenti sarei davvero un grandissimo idiota a lamentarmi perché hai scelto me se era solo quello che volevo! Si tratta di come ci sei arrivata a quella scelta, si tratta dell’altra Elena e del fatto che tu hai preso una decisione in base a ciò che ha fatto lei, ma senza pensarci per davvero usando solo la tua testa e il tuo cuore!”.
Lilian si accigliò.
Quindi era questo? Questo era il problema?
Che Elena si era finalmente decisa tra Stefan e Damon, ma lo aveva fatto solo per imitazione di sua madre?
Solo questa era la ragione per la quale stavano mettendo a rischio la loro futura famiglia, la loro felicità, la sua esistenza?
Lilian la sentì di nuovo, la rabbia, la stessa che aveva provato sul fondo della voragine quando Owen le aveva fatto notare che, effettivamente, anche Meredith poteva decidere di rivoluzionare la sua vita in base a ciò che aveva visto del suo futuro e quindi decidere di non mettere mai su famiglia con l’Alaric del suo tempo annullando l’esistenza di Owen, la stessa rabbia che le aveva fatto seriamente pensare a quanto fossero irriconoscenti Stefan, Elena, Damon e Bonnie visto che si facevano venire i loro strani dubbi nonostante il destino sembrasse aver riservato loro solo una famiglia e la felicità, mentre Meredith era l’unica che non poteva dire lo stesso dato che il futuro aveva  in serbo per lei solo una possibile morte per cause atroci.
Lilian strinse i pugni e serrò le labbra, stentando appena a mantenere il controllo mentre le voci di Elena e Stefan continuavano ad arrivarle alle orecchie.
“E ho capito, Stefan, ti giuro che ho capito! Non avrei dovuto, lo so! L’altra Elena mi ha fatto riflettere, non mi ha detto cosa fare, mi ha solo fatto riflettere e capire in cosa avevo sbagliato e…quando l’ho capito, mi sono sentita pessima perché ho realizzato di averti veramente ferito questa volta, dandoti l’impressione di averti scelto non perché lo volevo, ma solo perché lo aveva fatto lei, ma…ti assicuro che non è così! Io ti amo, Stefan! Credimi!” - riprese Elena.
“Crederti? Vorrei tanto, ma come posso, me lo spieghi? Io…mi sono davvero sentito tradito, Elena, perché ho sempre pensato che ciò che ci legava andava oltre quasiasi cosa tu provassi per Damon, ma evidentemente mi sbagliavo perché altrimenti non saresti mai stata così sollevata per il fatto che non eri più obbligata a scegliere visto che avevi la scelta pronta lì davanti ai tuoi occhi!” - la accusò Stefan.
Stava diventando davvero tutto estremamente ridicolo e insopportabile e Lilian sentiva che ormai non avrebbe più retto per molto.
Fondamentalmente, nonostante non potesse esprimerlo così coloritamente come faceva Nicole, nemmeno Lilian aveva mai approvato il comportamento passato di sua madre con suo padre e suo zio, ma lei era pur sempre sua madre e le voleva bene, quindi aveva accettato di lasciar correre tutto e non pensare mai nulla di male su di lei.
Ma vedere Elena e sentire lei e Stefan che discutevano proprio di quell’argomento era tutta un’altra storia.
Lilian era legatissima a suo padre, lui la capiva e lei capiva lui, quindi non faticava a credere alle parole e al tono amareggiato di Stefan, ma si rendeva anche conto che proprio Stefan non stava nemmeno dando ad Elena una possibilità.
Lei era in torto, questo era indubbio, e Stefan stava realmente male per la sensazione di tradimento che avvertiva da parte della ragazza che amava, ma almeno poteva darle una chance, poteva aiutarla a capire.
Suo padre aveva sempre dato un’opportunità a sua madre quando lei sbagliava, era stato grazie a lui che sua madre si era trasformata da Elena alla donna straordinaria che era adesso, ma suo padre non si era dato mai per vinto, aveva sempre lottato e aveva sempre saputo cosa fare.
Stefan, in quel momento, non stava lottando.
Si stava aggrappando all’offesa subita e stava lasciando che l’orgoglio trascinasse tutto negli abissi dell’oblio e Lilian non poteva permetterglielo.
Forse era confuso, forse non sapeva cosa fare, ma lei non riusciva nemmeno ad immagginarselo suo padre senza il controllo pieno della situazione o senza nemmeno una vaga idea di ciò che era giusto o sbagliato dire o fare.
Perché suo padre era così, suo padre lottava, soprattutto per la sua famiglia. Anche quando era lui ad essere stato ferito, lottava e non si dava per vinto.
Suo padre non gettava la spugna, non l’aveva mai gettata, in particolar modo con sua madre e Lilian non avrebbe lasciato che Stefan lo facesse con Elena senza muovere un dito.
Era ora che aprissero gli occhi entrambi, che capissero cosa si stavano lasciando sfuggire dalle mani per via del loro orgoglio e della loro cocciutaggine.
Era ora che ascoltassero anche la sua voce perché, in tutto quel gran casino che si era venuto a creare, forse avevano addirittura perso di vista il fatto che lei, Lilian, era figlia loro o almeno lo sarebbe stata.
“Stefan…” - chiamò Elena.
“No, Elena, per favore! Sono stanco, stanco di tutto! Mio fratello è nelle mani di Astaroth ed io sono preoccupato e….davvero…non ce la faccio adesso!” - fece Stefan.
“Ma..” - fece per dire Elena.
“Niente ma! Basta!” - rispose Stefan.
Solo a quel punto Lilian si fece vedere, comparendo dall’alto rispetto a loro, sul primo gradino della rampa di scale.
“BASTA!” - urlò quella parola dando sfogo alla rabbia e alla tensione che le si era accumulata sulle spalle, facendola riecheggiare chiaramente tra le pareti silenziose del pensionato - “Basta adesso lo dico io!” - aggiunse, più pacatamente, una volta che fu sicura di aver catturato la loro più completa attenzione.



Un’altra ora era passata senza neppure che se ne rendesse conto mentre aveva continuato a restarsene accucciata sulla sua poltrona a scambiarsi solo poche frasi, di tanto in tanto, con l’altro Damon che non l’aveva lasciata sola, tentando in tutti i modi di distrarla.
Bonnie gliene era grata.
Probabilmente lui aveva pensieri ben peggiori dei suoi vista la situazione in cui si trovava sua moglie, l’altra Bonnie, ma era rimasto ad aiutarla a rendere le cose più semplici, almeno per quella sera.
Era un gesto carino da parte sua.
Bonnie, a quel pensiero, sorrise amaramente perché, da quando lo conosceva, solo poche volte aveva potuto davvero dire di essere la destinataria di un gesto carino da parte di Damon: di solito lui tendeva a dare il meglio di se solo con Elena, per Elena e in funzione dei passi avanti che poteva fare con Elena.
L’altro Damon si sporse in avanti e le accarezzò il ginocchio destro mentre si alzava.
“Sarà meglio che adesso vada a dare una mano a Nicole, quasiasi cosa stia facendo!” - le disse sorridendo - “E tu dovresti andartene a dormire!”.
Bonnie sorrise e annuì.
“Resto qui ancora un po’ e vado!” - rispose.
L’altro Damon non ribattè. Si limitò ad annuire lentamente e ad andarsene.
Bonnie avrebbe voluto dirgli di stare tranquillo, che le era passato tutto e che le sue parole l’avevano davvero aiutata, ma sarebbe stata una bugia.
Nonostante avesse davvero apprezzato ciò che le aveva detto e il fatto che avesse voluto consolarla, lei sentiva ancora tutta la paura per Damon gravarle sul cuore e tutta l’inutilità del non poter aiutare l’altra Meredith che le stringeva lo stomaco.
- Bonnie -
Non fece caso al fatto che quel richiamo era avvenuto solo nella sua mente e si voltò verso l’altro Damon che aveva appena raggiunto la porta.
“Si? Dovevi dirmi altro?” - gli disse.
L’altro Damon si voltò verso di lei e si accigliò.
“Come, scusa?” - fece, apparentemente confuso.
“Mi hai appena chiamato! Volevi dirmi altro?”  - tornò a chiedere Bonnie, stancamente.
L’altro Damon corrugò la fronte: “Io non ti ho chiamato! Me ne stavo andando via!” - rispose.
Questa volta fu il turno di Bonnie di sentirsi confusa: Cos’era? Uno scherzo?
“Cos..? Si che mi hai chiamato! Io ho sentito la tua vo..” - fece per dire, ma si interruppe immediatamente non appena la voce di poco prima tornò.
 - Bonnie! Sono io…Damon! -
Solo in quel momento, guardando l’espressione sempre più confusa dell’altro Damon, si rese conto che quella voce era solo telepatica e che non era lui a chiamarla.
Che motivo avrebbe avuto di parlare con lei telepaticamente quando poteva farlo guardandola in faccia?
Si tirò su di scatto e si mise dritta, con le mani puntellate sui braccoili della poltrona e gli occhi leggermente sgranati.
- Damon? - pensò in risposta.
L’altro Damon si fece avanti e tornò a sederlesi di fronte, vedendo la sua agitazione.
“Bonnie che succede?” - le chiese.
Lei gli rivolse un vago gesto della mano, come a dirgli di darle un attimo di tempo per capire.
- Damon? - tentò di nuovo.
- Si, esatto streghetta! Damon! Damon Damon, non l’altro Damon! Damon in diretta dalle poco confortevoli segrete di Astaroth! Sono io! - si sentì rispondere.
Bonnie a quella risposta quasi si fece scappare una risata e la cosa all’altro Damon non sfuggì.
“Bonnie? Mi spieghi cosa sta succedendo?” - le chiese ancora.
“E’…Damon! Si è messo in contatto telepatico con me!” - gli rispose.
L’altro Damon parve ancora confuso solo per un attimo, poi sorrise.
“E…ha visto mia moglie? Come sta?” - le chiese.
“Non lo so! Provo a chiederglielo!” - fece Bonnie, ma il pensiero di chiedere a Damon dell’altra Bonnie non le sfiorò neppure la mente che Damon le stava già rispondendo.
- Dì a quella versione lagnosa di me, versione della quale mi vergogno alquanto, che ho visto l’altra Bonnie, anzi…sono con lei adesso e che lei sta….beh…potrebbe stare meglio, potremmo stare tutti meglio! Ma questo dipende da quando ci sbarazzeremo di quel grandissimo bastardo di un demone senza gusto nel vestire! Personalmente io opterei per strozzarlo con una delle sue cravatte, ma l’altra Bonnie dice che dobbiamo fare tutto con più calma e che, al momento, la prima cosa nella nostra lista delle priorità è salvare l’altra Meredith da morte certa! - disse Damon.
Bonnie fece per riportare ciò che aveva detto Damon all’altro Damon, ma lui la interruppe e si picchiettò la tempia: le stava leggendo la mente, quindi aveva ascoltatto tutto.
In quel momento, con l’altro Damon connesso sui suoi pensieri e Damon che faceva lo stesso, Bonnie si sentì terribilmente esposta, terribilmente vulnerabile e ancora più terribilmente inutile.
Cosa avrebbero fatto adesso? Si sarebbero messi a discutere su come salvare l’altra Meredith visto che lei non poteva fare nulla, ma usando proprio lei come ponte tra loro due?
Bonnie la trovava una cosa vagamente meschina, visto quanto entrambi la conoscevano, ma se serviva a salvare l’altra Meredith, allora non avrebbe obiettato.
- Ehi! Aspetta un attimo, streghetta! E’ senso di inutilità quello che leggo nella tua mente? - fece Damon - Beh..vedi di fartelo passare, perché ho bi…..abbiamo bisogno di te! Devi salvare l’altra Meredith! -
Bonnie si accigliò e guardò l’altro Damon che, al contrario, non si scompose affatto a quell’ultima frase.
- Damon…non è possibile! Vorrei farlo, ma Nicole è stata abbastanza chiara, così come lo sono stati tutti: non ne ho le capacità, non ancora almeno! L’altra Bonnie saprebbe farlo, ma non io! L’altro Damon ci ha raccontato la storia di sua moglie e…lei è forte, lei è determinata, è una strega potente mentre io non sono nulla di tutto questo! - pensò in risposta.
- Ok! Basta con l’autocommiserazione! Io l’ho incontrata l’altra Bonnie, ce l’ho qui adesso, davanti a me, e posso dirti che non siete due persone diverse, siete la stessa persona solo che lei ha il vantaggio di aver affrontato già delle situazioni in cui tu non ti sei ancora trovata e che l’hanno resa più forte! E menomale che non hai ancora affrontato nulla di tutto quello che ha passato l’altra Bonnie perché al momento io non penso che sarei davvero in grado di aiutarti come ha fatto l’altro Damon con lei! Forse non hai ancora sviluppato i tuoi poteri di strega, ma tutta la forza e tutta la determinazione che ha lei ce le hai anche tu, solo che manchi di fiducia e le tiri fuori raramente! Per questo sono in contatto con te, adesso, per darti….fiducia! Al potere ci penserà l’altra Bonnie! - le disse Damon.
Bonnie restò in silenzio e resettò la sua mente per qualche attimo.
Davvero stava succedendo? Davvero Damon le stava parlando per…incoraggiarla?
- Damon…io… - fece per dire.
- Streghetta! Ho visto cose terribili stasera, sul serio! E ho capito che non voglio che capitino anche a te, sul serio! Quindi…ascoltami, ok? Aiutiamo le nostre versioni future, aiutiamo Nicole a battere Astaroth e poi torniamocene dritti a casa, nel nostro tempo, dove tutti saremo al sicuro e dove io non sarò mai più costretto a vedere ciò che ho visto stasera perché è….è stato..insopportabile! - la interruppe lui.
La connessione telepatica era strana per davvero.
Non metteva in contatto solamente le menti, ma era come se mettesse in contatto a pieno l’essenza di due persone, la loro anima.
Bonnie sapeva che in quel momento Damon non le stava soltanto inviando pensieri e leggendo le sue risposte, ma stava anche scavando involontariamente nel suo cuore, scoprendo i suoi sentimenti…così come lei stava facendo con lui.
Sentiva l’angoscia che Damon aveva messo in quelle sue ultime parole come se fosse stata sua.
Sentiva la speranza vera che ciò a cui aveva assistito non gli ferisse più gli occhi come se fosse stata sua.
Sentiva la determinazione che lui stava mettendo nel cercare di darle coraggio come se fosse stata sua.
- Cosa hai visto Damon? - si ritrovò a chiedere.
Damon non rispose e Bonnie avvertì distintamente i suoi sentativi di trattenere a se qualsiasi cosa che potesse rispondere a quella sua domanda, ma, nonostante lui si stesse sforzando molto, qualcosa sfuggì al suo controllo e Bonnie vide appena un’immagine nella sua mente, un’immagine lontana e veloce, ma che le palesò la più terrificante delle situazioni.
C’era lei, o meglio…c’era l’altra Bonnie in ginocchio, con le spalle scoperte, la testa bassa e un demone che, a suon di frustate con una spessa catena di acciaio, le aveva lacerato la schiena rendendola solo un accumulo indefinito di carne, ossa e sangue.
Era questo a cui Damon si riferviva, era questo ciò che non voleva più vedere, era questo ciò che lo angosciava ed era per questo che voleva che le cose si sistemassero al più presto e loro tornassero nel loro tempo: perché non voleva più vederla soffrire, voleva saperla al sicuro.
- E’ così - quello di Damon fu un sussurro appena accennato nella sua mente e Bonnie sapeva che non doveva chiedergli di ripetere perché lui non l’avrebbe mai fatto, ma quella semplice conferma, unita a ciò che sentiva davvero provenire dall’animo di Damon, bastò a farle capire che lui era sincero, che per una volta almeno stava davvero lasciando che qualcuno frugasse tra i suoi sentimenti: si satava rendeno vulnerabile…per lei.
E, senza volerlo, ogni barriera che aveva costruito dentro di se in modo che Damon non venisse mai a conoscenza della reale portata dei suoi sentimenti per lui crollò miseramente, lasciandola totalmente esposta senza che lei potesse fare nulla.
Non sapeva perché era successo.
Forse perché Damon, dall’altro lato, stava spingendo per conoscere i suoi sentimenti come lei aveva visto i suoi.
Forse perché era una cosa che accadeva sempre.
Forse perché era lei a volere che lui sapesse quanto, in realtà, gli si sentisse legata, quanto ne fosse innamorata, per poter, anche solo in parte, porre rimedio alle torture a cui aveva assistito e che lui aveva istintivamente classificato come delle mostruosità troppo dolorose per poterle vedere ancora.
- Streghetta… - la chiamò Damon.
- Cosa significa che per salvare l’altra Meredith il potere ce lo metterà l’altra Bonnie? - gli chiese.
Era il momento adatto per cambiare argomento, lei lo sapeva: Damon non l’avrebbe lasciata vagare ancora a lungo dentro se stesso.
- Significa che devi fidarti di me! Che devi credere in te stessa e che l’altra Bonnie può guidarti nell’incantesimo e può infonderti tutto il potere di cui hai bisogno attraverso la connessione psichica che io continuerò ad avere con te! Significa che tu, con l’aiuto dell’altra Bonnie, puoi salvare l’altra Meredith in barba a ciò che Astaroth crede e a ciò che tutti credono! Puoi farcela….lo sento - le rispose.
Bonnie sospirò energicamente.
Per un solo istante, quando l’altro Damon le sfiorò la mano e le sorrise, la mente di Bonnie le fece credere - forse perché ne aveva bisogno - che quello che aveva davanti era Damon e si rilassò.
Non sapeva a cosa stava andando incontro, non sapeva cosa significava esattamente che l’altra Bonnie l’avrebbe guidata e che avrebbe fatto insieme a lei l’incantesimo, ma decise di fidarsi perché….perché lei si fidava sempre di Damon, nonostante le circostanze che potevano crearsi, lei si fidava sempre.
- Ok! Va bene! Voglio farlo! - rispose.
In quel momento, insieme  alla nuova determinazione che le era nata nel petto, si sentì invadere da uno strano calore, un calore simile a quello che le si diffondeva nel corpo quando provava qualche semplice incantesimo e le riusciva, solo che questa volta era ingigantito al massimo e la stava, in un modo meraviglioso, bruciando tutta.
“La tua aura sta crescendo!” - le sorrise l’altro Damon.
Bonnie lo sapeva.
Sentiva il potere dell’altra Bonnie che correva veloce attraverso gli invisibili e solidi fili che tenevano collegati lei e Damon per poi riversarlesi dentro e inondarla.
- Raggiungete l’altra Meredith - le suggerì Damon.
L’altro Damon si alzò e le offrì la mano, mano che Bonnie accettò senza esitare.



Nicole tirò l’ennesimo sospiro di sollievo mentre aiutava Matt a rimettere a posto vecchie pergamene nelle quali lui, tempo addietro, aveva trovato una spiegazione per il problema di sua madre con la trasformazione e nelle quali avevano sperato erroneamente di trovare anche un rimedio fattibile per riuscire a salvare Meredith.
Da quando era venuto fuori che non era stato suo padre a finire nelle celle di Astaroth, ma che Damon aveva preso il suo posto, lei non aveva fatto altro che tirare sospiri di sollievo.
Forse non ne aveva il diritto visto che, in fondo, doveva riconoscere che l’idea di Damon circa lo scambio l’aveva colpita in senso positivo facendole rimettere in discussione anche ciò che credeva di sapere su Damon.
Si era ritrovata a riflettere sul fatto che, dopotutto, suo padre e Damon erano la stessa persona in momenti differenti della stessa vita e, forse, era stata un po’ troppo dura nel giudicare Damon senza dargli neppure il beneficio del dubbio.
Insomma….se amava così incondizionatamente suo padre, non poteva che non provare un qualcosa di molto simile alla stima e all’affetto anche per Damon: sarebbe stato illogico!
Si era lasciata accecare dalla rabbia per il passato di suo padre, questa era la verità! E, dato che su suo padre non poteva sfogarla, aveva trovato in Damon il giusto capro espiatorio, adducendo come scusa il fatto che lui era ancora nel “periodo da idiota”, come lo chiamava lei.
Oddio…avrebbe sempre continuato a pensare che durante il suo “periodo da idiota” Damon….suo padre…era davvero idiota, ma non poteva restare a guardare Damon che si gettava tra le fauci dei demoni per ridarle suo padre e non rendegli atto del fatto che stava cambiando davvero, stava uscendo fuori dal “periodo da idiota”….a piccoli passi, ma ci stava riuscendo e il bello era che forse non se ne rendeva nemmeno conto.
Si lasciò sfuggire un sorriso e Matt la guardò sorridendole di rimando.
“Stai pensando all’assurdità successa con Damon e tuo padre?” - le chiese.
Nicole annuì: “Non me l’aspettavo…” - confessò.
“Strano! Io, invece, mi aspettavo proprio una cosa del genere, molto…..stupida!” - fece Matt.
“Dove < stupida > sta per < tipica di mio padre >?” - chiese, scherzosamente.
“Esatto!” - rispose Matt, annuendo energicamente.
Per la prima volta da quella che sembrava un’eternità Nicole si lasciò andare ad una risata sincera e non trattenuta, svuotando la testa per un attimo da tutti i pensieri.
Peccato che quell’attimo durò poco e venne interrotto da un urlo che risuonò per tutto il pensionato.
Non era un urlo di dolore o di paura, ma di rabbia e proveniva da…
“Lilian?” - fece Matt, incredulo.
Nicole si stupì del fatto di non esserne affatto sorpresa.
Annuì: “E mi sembrava pure il momento!” - commentò, avviandosi alla porta e poi giù per le scale fino al pianerottolo dove Lilian era in piedi davanti a Stefan ed Elena.
Intorno a loro si era radunata una piccola folla.
I suoi zii stavano cercando di calmare la loro figlia, ma senza risultati e alla fine Nicole fece appena un passo avanti per far loro segno di lasciare che Lilian si sfogasse.
Matt arrivò poco dopo di lei e raggiunse la sua versione più giovane che se ne stava appoggiato ad un angolo con Alaric ed Owen, con quest’ultimo che non faceva nulla per dissimulare la preoccupazione che sentiva per Lilian.
Le fece un cenno della mano per attirare la sua attenzione e Nicole si voltò appena a guardarlo, portandosi il dito indice della mano destra a toccare il naso per consigliargli di tacere e non intervenire in alcun modo.
Forse per tutti era strano vedere Lilian così fuori di se tanto da mettersi ad urlare, visto che di solito quella delle scenate era lei, ma Nicole sapeva quanto tutta quella situazione che si era venuta a creare tra Stefan ed Elena e tra Damon e Bonnie e che stava inevitabilmente avendo effetti devastanti su loro due stava preoccupando sua cugina molto più di quanto preoccupasse lei.
Perché Nicole non si aspettava niente di meglio!
Conosceva la situazione passata tra suo padre e sua madre e, in un certo senso, si era già preparata a tutto ciò che stava succedendo, ma Lilian no.
Lilian aveva come genitori Stefan ed Elena, la coppia perfetta che si era sempre amata, di conseguenza non aveva mai messo in conto il fatto che potessero nutrire dei dubbi su ciò che provavano l’uno per l’altra o che potessero nutrire reciprocamenti dei rancori.
A dire il vero, neppure Nicole avava mai pensato ad un’eventualità simile, ma i fondo a lei non cambiava poi molto se Stefan ed Elena non andavano d’accordo, mentre per Lilian cambiava tutto.
E non si trattava solo della debolezza o del sentirsi confusi, ma si trattava anche di tutto in modo che aveva costruito negli anni di guardare all’amore e alla felicità, basandosi sulla perfezione apparente del rapporto tra i suoi.
Se quella perfezione veniva a cadere, se Stefan ed Elena mostravano chiaramente tutte le crepe del loro rapporto, cosa di cui i suoi zii non avevano mai fatto parola alimentando le illusioni della figlia, allora non c’era da stupirsi se poi Lilian scoppiava così come stava facendo.
“Come fate a non rendervene conto? Come fate a non rendervi conto del fatto che vi state comportando soltanto da egoisti…entrambi, senza distinzioni!” - cominciò Lilian, con i suoi occhi verdi che saettavano da Stefan ad Elena.
“Io…non capisco!”- fece Elena.
“Non capisci? Allora vedrò di spiegartelo più chiaramente! Anzi…spiegherò a tutti quello che sta succedendo!” - fece Lilian guardandosi intorno e stringendo i pugni - “Avete presente quando Nicole, prima alla riunione, ha parlato del fatto che all’improvviso si è sentita debole e non è più riuscita a fronteggiare Astaroth? Beh….a me è successo lo stesso quando ero in missione: all’improvviso mi sono sentita debole e sono caduta in una voragine! Se non fossi stata quello che sono sarei morta! Ed è tutta colpa vostra!” - aggiunse, puntando il dito contro Stefan ed Elena - “Da quando voi siete arrivati qui non avete fatto altro che lamentarvi del vostro rapporto, litigare, farvi venire strani complessi e strani dubbi sul fatto che dovreste stare insieme oppure no, ma…sapete una cosa? Voi non avete il diritto di farvi venire dubbi! Più voi dubitate più io sto male e più Damon e Bonnie dubitano più Nicole sta male perché mi sa che, tanto impegnati nelle vostre stupide beghe senza ragione, vi siete dimenticati di una cosa abbastanza importante: io e Nicole siamo figlie vostre! Anzi….peggio…io e Nicole SAREMO figlie vostre! Se fossimo sulla stessa linea temporale, se voi foste davvero già i nostri genitori allora potreste fare quel che cavolo vi pare della vostra vita e del vostro rapporto e su di noi non ci sarebbero ripercussioni! Ma voi venite dal passato, voi dovete ancora averci e questo significa che, se dubitate, se vi fate venire strane idee, se decidete di non volere più questo futuro, allora io e Nicole saremmo spacciate, non esisteremmo e….scusate tanto, ma io non sono disposta a lasciarvi fare i vostri porci comodi senza intervenire! E’ colpa vostra se io sono stata male così come è colpa di Damon e Bonnie se Nicole è stata male! Entrambe potevamo morire e solo per fortuna non è successo! Ma sapete qual è la cosa più assurda?” - continuò Lilian fermandosi solo per emettere un piccolo suono a metà tra un sospiro e una risata di scherno - “Che Damon adesso ha preso il posto di mio zio e sembra voler fare un passo avanti verso Bonnie e verso Nicole mentre voi due invece….oh voi due siete soltanto due ingrati! Meredith sta guardando lei stessa che muore in un letto al piano di sopra eppure non si è mai fatta venire nessun dubbio, non ha mai pensato < Ehi, forse se lascio perdere Alaric e rinuncio alla famiglia che potrei avere con lui, anche se non uccidiamo Astaroth, quando lui arriverà nel nostro tempo io me ne sarò già andata via e mi sarò rifatta una vita senza rischiare di finire con il petto aperto in due >! Ma anche se l’avesse pensato..beh…lei avrebbe avuto tutte le attenuanti del caso, sarebbe stata giustificata! E, a pensarci adesso, anche Damon e Bonnie sono almeno giustificati dal fatto che non hanno mai visto i miei zii felici visto in che casini si trova la loro famiglia, presa di mira da Astaroth e con la zia prigioniera! Ma voi due…voi due cosa avete di cui lamentarvi, eh? Siete venuti qui e avete trovato...cosa di così insopportabile? Una famiglia unita e felice? Una figlia che vi adora? Un rapporto che rasenta la perfezione? Voi non avete nessun motivo e nessun diritto di lamentarvi di nulla! Forse crederete che i vostri problemi adesso sono insormontabili, ma non è così! Basta parlare, basta capirsi, basta sforzarsi e non arrendersi! Ma, soprattutto, basta smettere di comporntarsi da bambini e accettare di affrontare insieme anche le piccole difficoltà della vostra relazione! In poche parole….vedete di risolverla, non ve lo ripeterò ancora!” - detto questo, Lilian si voltò e fece per avviarsi lungo il corridoio alla sua sinistra, lasciando Stefan ed Elena a testa bassa ad affrontare lo sguardo interdetto di tutti gli altri.
Nessuno osava fiatare e, solo di tanto in tanto, qualcuno azzardava ad un’occhiata nella sua direzione, come se lei potesse aggiungere qualcosa o smentire ciò che aveva appena detto Lilian, ma il fatto era proprio questo: Nicole non aveva nessuna intenzione di smentire proprio un bel niente!
Sua cugina aveva fatto bene ad arrabbiarsi e aveva fatto bene a dire la sua! Punto!
Owen fece per seguire Lilian, ma Nicole riuscì ad intercettarlo appena in tempo e a sbarrargli la strana.
“Vado io!” - disse.
In quel momento Lilian non aveva bisogno di nessuno che le parlasse o che cercasse di capire le sue motivazioni: aveva solo bisogno di qualcuno che fosse disposto a lasciarla in pace e a capirla senza fare domande.
Raggiunse sua cugina poco più in là e le mise una mano su una spalla, fermandola.
“Lilian..” - disse.
Lilian si voltò, con gli occhi lucidi per il nervosismo.
“Lo so, lo so…non avrei dovuto dire tutto così, ma…Nicole…tutta questa situazione è assurda e se dobbiamo affrontare i demoni una volta per tutte allora…non può continuare così!” - le disse.
Nicole scosse la testa e, istintivamente, l’abbracciò forte, come quando erano bambine.
“Hai ragione! E se sentivi di doverlo dire, allora sono con te!” - le sussurrò sinceramente.
Lilian non rispose, ma aumentò per un attimo la stretta prima di lasciarla andare e regalarle uno dei suoi sorrisi tranquilli.
Stavano per separarsi e tornare ognuna alle sue faccende quando l’arrivo di suo padre le sorprese con la più inaspettata delle notizie: Bonnie era corsa nella camera di Meredith perché, adesso che era in contatto telepatico con Damon e sua madre, potevano fare l’incantesimo.



“Alzate quella torre di mezzo metro! Per adesso è troppo in basso e non voglio che i miei ospiti ci sbattano la testa!” - ordinò Astaroth a due demoni con la voce carica di sincera indignazione mentre lasciava la sala dove erano in corso i preparativi e tornava a passi lenti e cadenzati verso il suo studio.
Entrò nella nuova stanza chiudendosi la porta alle spalle e, per prima cosa, si lasciò cadere sulla sua elegante poltrona, dura e ruvida: esattamente come lui preferiva ogni suo pezzo d’arredamento.
Riprese i suoi libri e le sue pergamene e si rituffò negli stessi studi che stava portando avanti già da prima che decidesse di fare un breve stop per concedersi un po’ di svago torturando la strega.
Quella dopotutto era stata una giornata lunga e carica di avvenimenti e, adesso che era arrivata la tranquillità della notte, Astaroth poteva finalmente dedicarsi a se stesso e ai suoi obiettivi.
Non aveva intenzione di attaccare il pensionato e sapeva che Nicole non sarebbe stata così stupida da attaccare il suo castello.
Erano, quindi, in una situazione di stallo, ma Astaroth stava cominciando a perdere la sua proverbiale pazienza e non era più disposto ad aspettare che gli eventi accadessero di nuovo senza averne il pieno controllo.
Era a Fell’s Church da troppo tempo e quella cittadina era diventata ormai troppo noiosa ed era anche troppo distrutta per riuscire a ricavarne altro divertimento.
Oltretutto i demoni delle sue schiere stavano cominciando a diventare irrequieti e scontenti  a causa della scarsità di umani da uccidere, quindi bisognava portare il suo continuo scontro con Nicole al livello successivo, l’ultimo livello prima della fine di uno dei due.
Aveva bisogno di informazioni.
Contare solo sulle sue supposizioni non aveva portato ad altro che a sottovalutare i suoi nemici e ad un’effrazione in casa sua, quindi adesso per agire voleva delle certezze.
Sin da quando l’aveva catturata aveva provato ogni mezzo per estorcere alla strega tutte le informazioni possibili, ma avere nelle sue segrete il vampiro adesso poteva effettivamente portare a qualche risultato concreto più in fretta.
Era risaputo che, a parte l’ostinazione, i vampiri non avevano altri mezzi per resistere a certi “interrogatori”, mentre le streghe, per quanto deboli, avevano sempre la loro magia a difenderle.
Strana cosa la magia!
In molti la ritenevano solo una marcia in più per le streghe, ma Astaroth poteva dire per esperienza che non erano le streghe a gestire la magia, ma il contrario!
La magia era quasi un essere vivo e senziente ed era difficile da abbattere, soprattutto quando si attivava in difesa della strega che la ospitava.
Aver catturato il vampiro, quindi, era stato un vero colpo di fortuna!
Durante gli infiniti anni della sua esistenza, Astaroth era diventato un maestro nell’arte della persuasione.
Era un’arte difficile che richiedeva studio e dedizione oltre che una naturale predisposizione alla manipolazione.
Per sua somma fotuna, Astaroth aveva ogni requisito necessario e aveva anche una memoria di ferro, memoria che gli aveva permesso di apprendere e registrare correttamente ogni progresso fatto nel corso degli anni nel campo delle tecniche di interrogatorio.
Ce n’erano infinite, ma a lui piaceva raggrupparle in tre grandi categorie: fisiche, emotive e psichiche.
Le tecniche fisiche avevano alla loro base sempre le torture e le minacce di morte al soggetto dal quale si volevano delle informazioni, ma non erano molto efficaci tranne che con i soggetti relativamente deboli e non immortali.
Astaroth le aveva comunque provate con
la strega e non avevano funzionato, quindi non sperava che funzionassero con il vampiro.
Le tecniche emotive erano un tantino più efficaci in quanto si trattava di torure e minacce non al soggetto stesso, ma alle persone a lui più care.
Quando si aveva a che fare con qualcuno di molto sensibile erano ottime, ma dato che il vampiro già sapeva che il suo fine ultimo sarebbe sempre stato quello di uccidere Nicole, allora si rendeva conto che cercare di fare leva sui sentimenti sarebbe stata solo una perdita di tempo.
Infine c’erano le sue preferite: le tecniche psichiche.
Era efficaci, dolorose sia fisicamente che emotivamente, divertenti per lui e molto, molto subdole.
In una sola parola: perfette!
Schioccò le dita e subito gli si
materializzò davanti un demone dall’aspetto molto giovane che gli rivolse un piccolo inchino rispettoso.
“Portatemi il vampiro!” - ordinò Astaroth mentre il demone tornava a sparire e un sorriso gli si dipingeva sul volto.

lunedì 23 gennaio 2012

Spoiler "Forse...il destino..." - Capitolo 19

Solo questa era la ragione per la quale stavano mettendo a rischio la loro futura famiglia, la loro felicità, la sua esistenza?
Lilian la sentì di nuovo, la rabbia, la stessa che aveva provato sul fondo della voragine quando Owen le aveva fatto notare che, effettivamente, anche Meredith poteva decidere di rivoluzionare la sua vita in base a ciò che aveva visto del suo futuro e quindi decidere di non mettere mai su famiglia con l’Alaric del suo tempo annullando l’esistenza di Owen, la stessa rabbia che le aveva fatto seriamente pensare a quanto fossero irriconoscenti Stefan, Elena, Damon e Bonnie visto che si facevano venire i loro strani dubbi nonostante il destino sembrasse aver riservato loro solo una famiglia e la felicità, mentre Meredith era l’unica che non poteva dire lo stesso dato che il futuro aveva in serbo per lei solo una possibile morte per cause atroci.
Lilian strinse i pugni e serrò le labbra, stentando appena a mantenere il controllo mentre le voci di Elena e Stefan continuavano ad arrivarle alle orecchie.



Eccomi qui con lo spoiler!
Stasera ho fatto tardi, scusate!XDXDXD
Ho perso tempo a correggere il capitolo e a scegliere cosa postare adesso!°°
Beh...credo ci sia molto poco da commentare, no? Ormai lo sapete cosa avverrà nel prossimo capitolo! Lilian vs Stefan ed Elena!XDXDXDXD
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

giovedì 19 gennaio 2012

Rubrica Fotografica: Così come li vedo io!

E dopo aver postato il capitolo 18, passiamo alle nuove foto di questa settimana*_*
La mia idea originale, lo ammetto, dato che a volte mi faccio prendere da degli attacchi di sadicità acuta XD, era quella di postare le foto di Damon, Bonnie e Nicole per ultime!XD
Ma visto e considerando che il capitolo 18 è proprio interamente dedicato alla nostra coppia preferita, ho trovato che fosse più giusto mettere da parte i miei piani poco carini e farvi una bella sorpresa!
Quindi....SORPRESA!
Le foto che posto questa sera sono quelle di Damon, Bonnie e Nicole, così come li vedo io!
Ovviamente non sto qui a rifarvi tutto il discorso sul perchè per Damon e Bonnie ho scelto un ragazzo e una ragazza, due modelli in realtà, che non c'entrano un cavolo con gli attori della serie tv, perchè confido che abbiate già letto quello che ho scritto in merito o su EFP oppure proprio sul blog la scorsa settimana prima di cominciare questa nuova rubrica, quindi...passo oltre!
Ci tengo a precisare una cosa, però...
Trovare le foto adatte per Damon, Bonnie e Nicole è stata una cosa parecchio difficile, ma questo dipende da me che ho una visione tutta mia di come sono fatti loro che non penso proprio che esista essere in carne ed ossa che possa essere davvero così come me li immagino.
Ma alla fine ho trovato questo foto che...beh....diciamo che questi qui sotto più o meno somigliano parecchio all'idea che ho in mente io di questi tre personaggi!*_*
 Allora.....

Damon - Wade Poezyn


Bonnie - Susan Coffey



Nicole - Maite Perroni



Eccoli qui tutti e tre!*_*
Vi confido che mi sento pure un pò in ansia a postarvi queste foto! Che cretina che sono!XDXDXDXD
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

"Forse...il destino..." - Capitolo 18

L’altra Bonnie
Da dove doveva cominciare?
Fondamentalmente le domande principali da fare erano due: che cos’era e come faceva a sapere ciò che succedeva al pensionato anche se lei non era lì.
Ma con quale doveva partire?
Qual’era la più importante? Sempre se ce n'era una più importante dell’altra, ovvio.
Gli sembrava strano anche solo pensarlo, ma l’altra Bonnie pareva avere l’assurdo privilegio di metterlo un tantino in difficoltà con tutta la sicurezza che ostentava.
Quando Bonnie fingeva di essere decisa e sicura di se non faceva altro che procurargli immense risate, ma questa Bonnie, l’altra Bonnie, non fingeva di essere decisa, lei lo era e basta!
E, sebbene fosse stupido pensarlo visto che c’erano altri bei misteri da scoprire su di lei, Damon non poteva evitare di credere che proprio quella nuova sicurezza - quell’autocontrollo che lei pareva esercitare alla perfezione sulle sue emozioni - era la cosa veramente più assurda dell’altra Bonnie, quella sua matura e forte personalità che, evidentemente, in qualche modo era riuscita ad acquisire con gli anni.
Era strano dover pensare alla streghetta come ad una donna fatta e finita, ma quella che gli si stava presentando davanti e lo incitava a parlare era una donna: non la si poteva chiamare in nessun altro modo.
L’altra Bonnie si mosse elegantemente per tornare a sedersi sul suo giaciglio, portandosi dietro un rumore a cui prima Damon non aveva fatto molta attenzione, un rumore metallico che - adesso che si era concentrato meglio era riuscito a capire - proveniva dalla pesante catena di ferro arrugginito.
Certo, era prevedibile che Astaroth la tenesse bloccata in qualche modo, persino incatenata, quello che stupì Damon per davvero fu il moto di rabbia che gli provocò la vista di quel pezzo di ferro serrato intorno alla caviglia sottile di lei.
Per un solo istante Damon immaginò Bonnie al posto dell’altra Bonnie e sentì uno strano tremitio partigli dalla base della schiena ed attraversarla tutta.
Si rifiutò di confermare persino nella sua mente che quel flash improvviso l’aveva fatto rabbrividire anche se la realtà era quella e dopotutto, si disse, non era poi una cosa così assurda.
Insomma….l’altra Bonnie sembrava che potesse addirittura gestire tutta quella situazione, ma Bonnie - e questo nessuno poteva negarlo - non ne sarebbe stata in grado perché ancora troppo fragile e sì, bisognosa di protezione.
L’altra Bonnie si voltò a guardarlo dritto in viso mentre un gocciolio in lontananza sembrava scandire il tempo come un orologio preciso ed impeccabile.
Solo quando tra una goccia e l’altra passò più del tempo che le altre gocce avevano impiegato per cadere Damon si decise a fare un passo avanti e parlare.
“Sei una vampira?” - le chiese.
Sapeva che, molto probabilmente, la risposta sarebbe stata un secco no, ma voleva esserne sicuro.
“Non proprio…” - rispose l’altra Bonnie.
“Sei umana?” - chiese, allora.
“Non proprio..” - ripose ancora lei.
“Tutta quello che vedo..” - fece Damon indicandola con una mano - “…è un’illusione creata da un qualche tuo incantesimo?”.
L’altra Bonnie sorrise, accondiscendente.
“Te l’ho già detto, mi sembra: la mia giovinezza non è un’illusione!” - rispose lei.
“E allora cosa sei esattamente? L’altra Elena è una vampira al 100%, ma tu anche se sei identica alla Bonnie del mio tempo hai ancora un cuore che batte e respiri il che fa presumere che non sei tecnicamente morta come lo siamo noi vampiri! Però se c’è una cosa che so è che non puoi avere l’immortalità senza pagarla con la tua stessa vita! Se fosse possibile essere immortali e vivi allo stesso tempo allora esisterebbero molti meno vampiri sulla faccia della terra e più umani immortali!” - disse Damon.
L’altra Bonnie annuì, lentamente, restando per un breve istante in silezio, persa in chissà quali pensieri, prima di fare ritorno dal mondo in cui si era estraniata e riprendere contatto con la realtà, con lui.
“Ti racconterò la storia della mia trasformazione, ti va?” - fece lei, battendo una mano leggera sul posto vacante sul giaciglio di fianco a lei, invitandolo a sedersi.
Damon scosse la testa e preferì appoggiarsi alla perete di fronte all’altra Bonnie e lasciarsi scivolare a terra.
Rimase a fissarla in silenzio in attesa di quel racconto.
L’altra Bonnie annuì e si massaggio delicatamente il collo prima di parlare.
“Nicole era nata da poco ed era bellissima! Io e…l’altro Damon eravamo felici, anche se io sentivo che c’era qualcosa che mancava ancora, ma non riuscivo a capire cosa. Cominciai ad esercitarmi sempre più con la magia, credendo erroneamente che il problema stesse nel fatto che non avevo ancora sviluppato a pieno tutte le mie capacità di strega, ma non era così e lo capii solo un anno dopo, quando nacque Lilian ed Elena prese la decisione di farsi trasformare in vampira da Stefan. Capii che loro sarebbero stati felici perché avevano davvero la possibilità concreta di restare insieme per sempre, mentre noi non ce l’avevamo. Damon…il mio Damon…era immortale e anche Nicole lo era, ma io no, io sarei invecchiata e sarei morta e li avrei lasciati da soli. Un giorno io sarei diventata solo un lontano ricordo perso nel tempo e mia figlia, forse, a distanza di secoli non avrebbe neanche più ricordato che una volta aveva avuto una madre.” - cominciò a raccontare.
Damon scosse la testa e la interruppe senza neppure pensarci.
“Nicole non ti avrebbe mai dimenticata!” - le disse.
L’altra Bonnie sorrise: “Si! Forse hai ragione! Ma…io avevo paura e credo che qualsiasi madre al mio posto avrebbe avuto lo stesso timore! Così chiesi a Damon di trasformarmi e lui, dopo aver capito che era davvero ciò che volevo io, decise di farlo! Mi trasformò, fece tutto come doveva essere fatto, prese il mio sangue, me ne diede così tanto del suo in modo da andare sul sicuro e poi io mi pugnalai al cuore!”.
“Lo hai fatto tu? Ti sei uccisa da sola?” - fece Damon, accigliandosi.
L’altra Bonnie annuì: “Si! Non volevo che Damon si sentisse in colpa per avermi ucciso se qualcosa fosse andato storto!” - spiegò lei.
Damon si ritrovò immediatamente a pensare all’altro Damon che gli parlava di < sua moglie >, all’altro Damon che lottava per riaverla indietro, all’altro Damon devastato dal dolore per averla persa per via di Astaroth e all’improvviso quella spiegazione dell’altra Bonnie non resse per niente.
“Si sarebbe sentito in colpa comunque! Anche se ti fossi uccisa da sola, ma fosse andato comunque qualcosa per il verso sbagliato, lui si sarebbe sentito in colpa lo stesso per il solo fatto di aver acconsentito a trasformarti!” - le disse.
“Già!”  - fu l’unica risposta che ricevette prima che lei riprendesse il racconto direttamente da dove lo aveva lasciato.
“Quando mi risvegliai mi sentivo male. Ero morta ed ero tornata, ma il mio cuore continuava a battere, io avevo ancora bisogno d’ossigeno e la mia temperatura saliva e scendeva raggiungendo dei picchi impensabili! Ogni volta che provavo a nutrirmi di sangue, poi mi ritrovavo a rigettarlo fuori tutto e, nel frattempo, la paura cresceva perché non eravamo in grado di capire cosa stesse succedendo. Non avevo sviluppato i nuovi sensi da vampiro, non aveva una forza straordinaria né una straordinaria velocità e dei canini appuntiti nemmeno l’ombra. Continuavo a sentirmi male, giorno dopo giorno, sempre di più. Sentivo l’intero copro bruciare dall’interno e il sangue che mi scorreva nelle vene era come se fosse acido puro che mi corrodeva. Poi arrivarono gli attacchi di cuore! Arresti cardiaci in piena regola. Morii e tornai altre tre volte nel giro di due giorni e ogni volta era sempre peggio. I miei poteri andavano e venivano, a volte scomparivano del tutto e altre volte mio ritrovavo a fare incantesimi senza neppure pensarci. Desiderai di morire una volta per tutte perché era troppo insopportabile quella situazione. Chiesi a Damon di uccidermi, ma non volle. Io, però, non riuscivo più a sopportare tutto quel dolore così vi implorai giorno e notte fino a che non acconsentiste a togliermi la vita una volta e per sempre. Era doloroso, sì, ma per me era ancora più doloroso vivere in quelle condizioni. L’arrivo di Matt però fu la mia salvezza! Era stato via per giorni e quando tornò ci spiegò che si era semplicemente dato da fare per portare a termine delle ricerche sul mio caso. Lui fu il primo a capire che se non era mai esisistita una strega trasformata in vampira il motivo era, non che nessuno ci avesse mai provato, ma che nessuna strega era mai riuscita sopportare troppo a lungo il dolore immane della trasformazione! Quando una strega viene trasformata in vampira la sua natura magica si ribella a quella nuova che le viene imposta. Succede anche per gli umani, solo che loro sono troppo deboli per riuscire a resistere a lungo. Le streghe invece hanno la magia che scorre nelle loro vene e la magia è….un qualcosa di potente, legato alla Natura e la Natura è vita, mentre i vampiri….loro sono la morte!” - continuò.
“Quindi…stai dicendo che quando una strega viene trasformata allora la sua natura è come se ingaggiasse una battaglia contro la nuova natura di vampiro che cerca di prendere il sopravvento ed è per questo che stavi così male? Perché la strega che è in te, la cui natura è legata alla vita, non accettava la trasformazione in vampira in quando il vampiro è un essere…morto, contronatura?” - fece Damon.
L’altra Bonnie annuì: “Si! Più o meno è così!” - rispose.
“E poi cosa è successo dopo?” - chiese Damon.
“Abbiamo capito che dovevo resistere, che dovevo sopportare il dolore e scoprire dove saremmo andati a finire! Passarono settimane prima che cominciassi lentamente a stare meglio! Alla fine - parlando in termini di battaglia, come l’hai definita poco fa - si può dire che la strega e il vampiro, che dentro di me facevano a gara per prendere il sopravvento, si sono stancati e hanno capito che ormai il danno era fatto e che dovevano imparare a coesistere, a trovare un compromesso che andasse bene ad entrambi, quindi…eccomi qui: sono ancora viva, ho un cuore che batte e mi serve l’ossigeno, e questo accontenta la mia natura di strega permettendomi di esercitare ancora la magia. Però sono anche immortale e, di tanto in tanto, ho bisogno anch’io di bere sangue e questo accontanta il mio lato da vampira! E’ tutta una questione di equilibrio tra le due parti, Damon!” - rispose l’altra Bonnie.
“Quindi è vero! Alla fine della storia si può dire che tu sia diventata una specie di…umana immortale!” - fece Damon.
“Si può dire così, suppongo!” - acconsentì l’altra Bonnie - “Ma è anche vero che ho dovuto letteralmente passare attraverso l’inferno svariate volte e poi tornare prima di ottenere questo risultato! E se Matt non avesse capito tutto io mi sarei lasciata uccidere così come avevano fatto tutte le altre streghe prima di me che avevano tentato di farsi trasformare!”.
Damon annuì, sovrappensiero.
“Quindi è stato Mutt a trovare la soluzione…” - disse.
“Beh…doveva pur esserci un motivo per il fatto che…l’altro Damon e l’altro Matt sono così amici, no?” - fece lei.
Damon annuì nuovamente.
Certo! Ecco cos’era successo!
L’altro Damon non era stato così stupido da svegliarsi una mattina e decidere di fare l’amico dell’altro Mutt, lui l’aveva fatto per….lei, per l’altra Bonnie, perché tecnicamente l’altro Mutt le aveva salvato la vita.
“Ok! Prossima domanda!” - fece Damon - “Come fai a conoscere tutte queste cose su ciò che è avvenuto al pensionato da quando ti hanno rapita e da quando noi siamo arrivati? Insomma….l’altro Damon, l’altro Matt….come fai a sapere che li chiamiamo così?”.
L’altra Bonnie rise sommessamente, portandosi una mano alla tempia e picchiettandola leggermente.
“Sono una strega, Damon! Ho le visioni! E….so che per te può essere strano da pensare visto che mi ricordo anch’io com’ero al tuo tempo, ma ora come ora sono una strega abbastanza potente da riuscire a tenere una sorta di contatto costante con il pensionato! La barriera che lo protegge c’è ancora, no?” - gli fece notare - “Non sono lì con voi, anzi…con loro, ma di tanto in tanto mi arrivano alla mente dei pensieri o delle frasi o delle immagini di ciò che sta succedendo lì! E’ anche per questo che Astaroth continua a tornare quaggiù: per avere delle informazioni da me!”.
Damon si accigliò, ma non ebbe il tempo di dirle nulla o di chiederle cosa facesse esattamente Astaroth per < chiederle > informazioni, che sentì il rumore secco di una porta che veniva aperta il lontananza e dei passi pesanti che si avvicinavano.
Poco dopo proprio di Figlio del Fuoco si affacciò sorridente alla loro cella.
L’altra Bonnie si alzò e andò a stringersi a lui.
Damon ricambiò la stretta, ricordandosi improvvisamente del fatto che doveva fingere di essere l’altro Damon per il bene di tutti.
“Buonasera signori Salvatore! Contenti di essere nuovamente l’una tra le braccia dell’altro?” - fece il demone.
“Converrai con noi che la situazione non è comunque delle migliori, Astaroth!” - fece Damon cercando di controllare il tono della voce: l’altro Damon era diverso da lui, era più controllato, più sicuro e per questo forse addirittura più minaccioso.
Astaroth annuì: “Suvvia, come siamo polemici!?! Piuttosto, devo proprio dirtelo, vampiro: non mi è piaciuto per niente ciò che avete fatto oggi entrando in casa mia senza permesso! E dato che mi sento particolarmente stressato, ho deciso di concedermi un po’ di svago!” - disse.
Damon sentì all’instante che l’altra Bonnie gli si irrigidiva tra le braccia.
“Cosa intendi?” - chiese.
“Oh…adesso lo vedrai!” - fece Astaroth, con degli occhi spiritati e crudeli che non gli aveva mai visto.
Aprì la cella e quattro demoni entrano dietro suo ordine.
Damon cercò di ribellarsi, ma tre di quei demoni gli furono addosso e lo bloccarono piantandogli paletti di legno in entrambi le mani e nello stomaco per tenerlo fisso ad una parete, mentre l’altro demone afferrava l’altra Bonnie e la gettava malamente a terra.
Astaroth entrò e andò a stendersi comodamente sul giaciglio poco distante mentre continuava a tenere gli occhi sull’altra Bonnie e sul demone alle sue spalle.
“Goditi lo spettacolo, vampiro! Io lo farò sicuramente!” - gli disse.
Sono quando il demone che era con l’altra Bonnie calò sulla schiena di lei una pesatnte catena Damon realizzò a che spettacolo ignobile Astaroth voleva costringerlo: una tortura.



Il pensionato era ancora in subbuglio nonostante ormai fosse notte fonda.
Tutti si erano preparati per ore a dover affrotare le facce tristi e disperate dei sopravvissuti di Fell’s Chruch dopo che Nicole avesse detto come erano andate davvero le cose, e invece la rivelazione di Damon…cioè…dell’altro Damon aveva lasciato tutti senza fiato, ma felici.
Nicole sembrava aver riacquistato fiducia in se stessa e con l’altro Matt già avevano cominciato a parlare di piani, attacchi e contrattacchi per riuscire finalmente a far capitolare Astaroth.
Dal canto suo Bonnie non era così spensierata come sembravano essere tutti gli altri.
Si era ritirata in un angolino appartato del grande salone e si era accoccolata su una poltrona, sprofondandoci dentro con i lunghi capelli del rosso delle fragole a coprirle il viso, estraniandola dal mondo esterno.
Con una mano aveva preso a giocare distrattamente con le unghie dell’altra, domandandosi se non fosse giunto il momento di dedicarsi alla manicure mentre i suoi pensieri volavano a poco più di un’ora prima quando l’altro Damon, dopo aver rivelato lo scambio avvenuto a discapito di Astaroth tra lui e Damon, aveva anche parlato a tutti loro dell’altra Bonnie, raccontadole chi fosse, cosa fosse e quanto fosse cambiata.
Da quando era arrivata Bonnie non aveva voluto altro che conoscerla di persona o, almeno, che qualcuno le parlasse a chiare lettere di lei, ma adesso….adesso era tutto diverso.
Adesso che sapeva tutto quello che c’era da sapere sull’altra Bonnie aveva seriamente cominciato a credere che tutte quelle informazioni fossero un po’ troppe da digerire.
Fino a quel momento non si era resa conto per davvero di quanto fosse stato difficile per tutti gli altri incontrare i loro doppi del futuro con tutti i cambiamenti sia fisici che caratteriali che questi presentavano con tanta soddisfazione.
L’altra Bonnie aveva una maturità a cui lei neppure riusciva ad aspirare per davvero, nonostante i suoi amici non facevano che ripeterle che anche lei stava crescendo e maturando.
L’altra Bonnie era una donna forte che aveva patito le pene dell’inferno pur di restare per sempre con la sua famiglia, la stessa famiglia che si era scelta e per la quale stava combattendo rischiando la vita ogni giorno e mostrando una dedizione, un coraggio e una tenacia che Bonnie sapeva che, al momento, non le appartenevano.
L’altra Bonnie era una strega potente he avrebbe saputo sicuramente come aiutare l’altra Meredith a differenza sua.
Più ripensava a ciò che l’altro Damon aveva detto su sua moglie, più si sentiva inadeguata e sicuramente non preparata a tutte le sfide che la vita sembrava aver deciso di riservarle in futuro.
L’altra Bonnie sembrava un sogno inarrivabile, una creatura fantastica che Bonnie non era capace neppure di immaginare.
Dei passi fluidi e cadenzati la informarono della presena di qualcuno proprio nel momento in cui l’altro Damon prendeva posto sulla poltrona di fronte alla sua e le sia avvicinava per scostarle i capelli dal viso.
Aveva un sorriso dolce quando la guardava, un sorriso che stonava con tutti i ricordi che Bonnie aveva di Damon e che, forse stupidamente, conservava nel cuore.
“Non penso sia il momento per una chiacchierata…” - sussurrò appena Bonnie.
Non voleva risultare sgarbata e non voleva neppure dare l’impressione di quella che lo stava cacciando via, ma con tutti i pensieri che aveva davvero non sapeva se sarebbe riuscita a sopportare un confronto proprio con lui senza scoppiare in lacrime.
Si sentiva inutile, colpevole e terrorizzata e la cosa la stava lentamente spingendo sull’orlo di una crisi isterica.
Il senso di inutilità scaturiva dal non poter aiutare l’altra Meredith.
Il senso di colpa…da Nicole.
Bonnie non sapeva perché, ma, da dopo la riunione in cui Nicole aveva spiegato a tutti cosa era successo durante il suo scontro con Astaroth, ogni volta che incrociava gli occhi della ragazza si sentiva tremendamente colpevole, come se fosse stata lei a decidere le brutte sorti di quello scontro.
Il che era impossibile, giusto? Lei nemmeno c’era!
Ma allora perché aveva questa strana sensazione?
Infine, il terrore! Beh….quello era dovuto a Damon e Bonnie ormai non poteva negarlo!
Il fatto che si fosse lanciato senza un motivo apparente in un’azione simile, consegnandosi ad Astaroth al posto dell’altro Damon, invece di tornarsene al pensionato e dal suo angelo - benchè solo il pensiero la facesse stare male - la lasciava sbigottita ed in preda al panico.
Nonostante nessuno ne parlasse, ormai era logico pensare che tutti sapessero che lei era innamorata di Damon quindi era inutile sprecare energie a nascondere la sua angoscia.
“Io invece credo che sia proprio il momento adatto, Bonnie! Non credere che non sappia che i miei racconti di poco fa sono stati un duro colpo per te, perché io lo so! E so anche che sei in ansia per Damon e tenerti tutto dentro non ti farà affatto bene!” - le disse l’altro Damon.
Bonnie rimase per un attimo in silenzio a guardarlo, avvolgendosi le braccia intorno alle gambe fasciate dai jeans stretti.
Non sapeva ancora se voleva un confronto con lui, ma forse in quel caso non si trattava di ciò che voleva, ma piuttosto di ciò di cui aveva bisogno, visto che la sua bocca si aprì da sola e le parole uscirono tutte senza il suo permesso.
“Non capisco perché l’ha fatto! Insomma….perché fare quello scambio se, da come ha messo bene in chiaro, non gliene importa nulla né di te, né di Nicole, nè di questo posto e…beh….né di me o dell’altra me? Non ha senso!” - disse.
L’altro Damon sospirò e si rilassò contro lo schienale in pelle scura della poltrona, perdendosi un attimo con lo sguardo oltre la porta che dava sulla cucina gremita di persone, prima di tornare a guardare lei.
“Poche ore fa stavo parlando di questo con Stefan! Secondo me il gesto di Damon è stato dettato da due fattori: era curioso di vedere mia moglie e magari capire i motivi del mio amore per lei e forse l’ha fatto anche perché, a discapito di ciò che dice, lui ci tiene a Nicole! Cioè….sta accettando le cose così come gli vengono presentate! Ma questa è una mia ipotesi…” - le rispose.
Bonnie si accigliò.
“Ipotesi? Solo un’ipotesi? Ma tu e lui siete la stessa persona, no? Quindi dovresti sapere cosa gli passa per la testa! Tu sei lui e lui è te, quindi ragionate allo stesso modo!” - ribattè Bonnie.
L’altro Damon annuì e sorrise.
“Io e Damon non siamo la stessa persona, Bonnie! Non più!” - le rispose - “Io ho…altre prerogative rispetto alle sue! Vedo il mondo da una diversa prospettiva! Quando ero lui pensavo solo al potere e al sangue, mentre adesso metto al primo posto la mia famiglia e mi comporto di conseguenza! Per questo faccio solo delle ipotesi e non mi permetto di dare nulla per certo perché io e Damon mettiamo al primo posto cose nettamente diverse e, agendo entrambi in base a quelle, compiamo inevitabilmente scelte distinte per motivi che sono l’uno all’opposto dell’altro.” - le spiegò - “Ora…se Damon è rimasto il vampiro che era prima di arrivare qui, se quest’esperienza non ha avuto su di lui nessun effetto, allora lui agisce anche in base alla brama di sangue e all’accumulo di potere e quindi si potrebbe pensare che ha fatto lo scambio solo perché crede di poterne trarre qualche vantaggio in questo senso preciso! Ma se Damon non è più lo stesso, se incontrare me, Nicole e sapere del mio amore per mia moglie lo ha cambiato e gli ha fatto rivedere alcuni aspetti della sua vita e dei suoi sentimenti che trascurava…allora forse ho ragione a dire che ha fatto lo scambio pensando a Nicole e alla possibilità di incontrare per primo la mia Bonnie e parlare con lei! E’ questo il motivo per cui parlo di ipotesi! Perché tutto sta nel vedere a che punto è arrivato Damon!”
Bonnie ascoltò ogni parola, cercando di rifletterci su, ma non riuscendoci per davvero.
Una cosa era certa: se l’altro Damon aveva ragione e Damon davvero aveva cominciato a modificare in parte il suo modo di vedere le cose, allora forse anche Matt aveva ragione e lei non doveva disperare circa i sentimenti che provava per il vampiro.
Cercò di non lasciarsi trasportare troppo dall’euforia solo al pensiero per cercare di proteggersi se le cose non fossero state così, ma non poteva fare a meno di provare una sorta di…leggerezza e pacata gioia.
“Ho paura e sono preoccupata!” - confessò e non ci fu bisogno di specificare per chi provava quella paura e quella preoccupazione.
“Lo so!” - rispose semplicemente l’altro Damon - “E’ lo stesso che provo io!”.
Bonnie sospirò e solo in quel momento la sua mente venne attraversata da un pensiero improvviso: si rese conto di aver creato una sorta di netta e precisa distinzione tra il pensiero che aveva di Damon e quello che aveva dell’altro Damon.
Damon per lei era il vampiro di cui era innamorata da sempre e a causa del quale arrossiva solo a vederlo da lontano.
L’altro Damon era….quasi un amico, come Stefan o come Matt, a cui poteva raccontare di tutto.
Il che era strano visto che erano praticamente la stessa persona.
Ma forse l’altro Damon aveva ragione anche su questo: loro non erano più la stessa persona!
“Ma, oltre a Damon, questa volta c’è dell’altro, vero?” - indovinò l’altro Damon distraendola dai suoi pensieri.
Bonnie annuì.
“L’altra Meredith! Non posso aiutarla e questo mi fa sentire inutile! Se ci fosse stata qui l’altra Bonnie avrebbe saputo cosa fare, ma io….nemmeno io e lei siamo la stessa persona! Lei è infinitamente migliore di me sotto ogni aspetto!” - fece Bonnie.
L’altro Damon la guardò per un attimo e si sporse in avanti, poggiandole una mano salda su un ginocchio.
“Tu e lei….non hai idea di quanto siate simili Bonnie! Adesso ti sembra più forte di te solo perché ha accettato la sua magia e perché ha vissuto un’esperienza traumatica, come è stata la sua trasformazione, che tu non hai ancora vissuto! Ma questo non vuol dire niente! Lei ha il tuo stesso cuore buono e puro e la tua stessa anima gentile! E…che tu ci creda o no….nonostante tutto a volte continua a sottovalutarsi così come fai tu! Ma tu sei forte, Bonnie! Anche se non te ne rendi conto!” - le disse.
Bonnie non sapeva cosa dire.
Non sapeva cosa pensare, non sapeva se credergli oppure no, non sapeva se dargli ragione ancora una volta oppure no.
Avrebbe voluto poter fare qualcosa di concreto per poter scacciare via l’inutilità che sentiva schiacciarle il petto e allo stesso tempo aiutare l’altra Meredith.
Scambiare il suo posto con quello dell’altra Bonnie, così come Damon aveva fatto con l’altro Damon, sarebbe stata un’ottima soluzione, ma non era fattibile.
Annuì e non disse né fece altro.


La frusta di spine nelle mani del demone si abbattè per l’ennesima volta sulla schiena dell’altra Bonnie, stracciandole via nuovi lembi di pelle viva e pezzi del tessuto del vestito insanguinato che ancora indossava.
Lei era in ginocchio, a testa basta, con le mani ancorate al pavimento di polverosa e grigia roccia, ma sopportava tutto senza un lamento, senza un grido.
Più si ostinava a non urlare più Astaroth la incitava a farlo, ma, per una qualche ragione che Damon non poteva sapere, lei continuava a non dare sfogo al dolore che stava provando in nessun modo possibile.
Forse non voleva dare soddisfazione ad Astaroth, forse lo faceva per indispettirlo o forse non aveva semplicemente più la voce per mettersi ad urlare.
Eppure soffriva, Damon sapeva che l’altra Bonnie stava patendo le pene dell’inferno in quel momento: lo sentiva! Non sapeva come, ma lo sentiva!
Aveva cercato di divincolarsi, ma più si dibatteva più i demoni che lo tenevano fermo rigiravano più a fondo nella carne i paletti di legno che gli tenevano bloccate le mani contro la parete per poi divertirsi ad estrarre e ributtare dentro l’altro paletto che gli avevano conficcato nello stomaco.
Non riusciva a distogliere lo sguardo dallo scempio che stavano facendo dell’altra Bonnie.
Voleva aiutarla, ma non poteva e questo lo faceva sentire….debole.
Aveva provato a far sparire quella terribile sensazione chiudendo gli occhi, ma non era stato affatto una buona idea. Ogni volta che serrava le palpebre immaginava nitidamente che al posto dell’altra Bonnie ci fosse la streghetta del suo tempo e si sentiva peggio: Bonnie non sarebbe riuscita a sopportare tutto quel dolore così stoicamente, senza versare neppure una lacrima e, sebbene non avesse ancora ben chiaro perché gli importasse tanto, sapeva solo che il fatto che l’altra Bonnie non piangesse era l’unica cosa che gli impediva di andare fuori di testa.
Le lacrime di Bonnie gli facevano sempre uno strano effetto, benchè non lo desse mai a vedere e, proprio la mancanza di quelle lacrime sul viso della ragazza che veniva torturata gli permetteva di capire distintamente che quella lì non era Bonnie, non la sua Bonnie.
E per quanto potessero ripetergli che l’altra Bonnie e Bonnie erano la stessa persona, Damon vedeva la differenza, la riconosceva e ringraziava chiunque avesse fatto sì non ci fosse l’altro Damon al suo posto perché non sarebbe riuscito a sopportare una vista simile senza dare di matto, così come lui sapeva che non sarebbe riuscito a restare lucido se al posto dell’altra Bonnie ci fosse stata Bonnie.
L’ennesima frustata si infranse sulle spalle maciullate dell’altra Bonnie e questa fu più forte delle precedenti.
L’aria della cella si era riempita del profumo esotico e fruttato del sangue che fuoriusciva dalle ferite aperte, stordendo ancora di più i sensi già provati di Damon.
Fu quasi con un moto di gratitidine che guardò Astaroth quando battè le mani e mise fine alla tortura.
“Oggi sei davvero poco divertente, mia cara! Hai preso questa mania del non voler urlare e la cosa sta cominciando davvero ad annoiarmi!” - disse quasi come se fosse un rimprovero, avvicinandosi all’altra Bonnie e accucciandosi davanti a lei per poi poggiarle una mano sotto il mento per obbligarla a guardarlo negli occhi.
L’altra Bonnie non rispose, ma le sue labbra erano tinte di sangue e aveva il labbro inferiore spaccato.
Damon la immaginò mentre, coperta dalla cortina scura dei suoi capelli rossi, si mordeva quel povero labbro sempre più forte ad ogni colpo ricevuto fino a farlo sanguinare.
Dovette riempirsi i polmoni di ossigeno per riuscire a cacciare via quelle immagini.
Astaroth, non avendo ricevuto risposta, la lasciò perdere e tornò a guardare lui.
“Piaciuto lo spettacolino, signor Salvatore?” - gli chiese.
“Sei solo un povero, piccolo bastardo!” - ringhiò con odio Damon.
Astaroth lo guardò appena qualche attimo prima di ordinare ai suoi demoni di liberarlo dai paletti.
Glieli strapparono via tutti e tre in un colpo solo, gettandolo a terra senza che potesse opporsi o impedirlo.
“Oh suvvia! Non tenetemi il muso: è solo un po’ di divertimento! E poi dovreste già ritenervi fortunati che non ho ucciso nessuno oggi e che vi ho addirittura lasciato portare via quel libro antico per la vostra preziosa cacciatrice moribonda!” - fece Astaroth mentre usciva dalla cella trascinandosi dietro il suo corteo di morte mentre borbottava un: “Ingrati!” - parecchio convinto del fatto suo.
Rimasero soli e cadde il silenzio.
Damon aspettò che le ferite infertegli si rimarginassero completamente e, anche se non aveva ancora recuperato tutte le energie, fece forza sulle braccia per alzarsi e andare dall'altra Bonnie che sicuramente stava messa peggio di lui.
Le si accovacciò di fianco e, delicatamente, le prese un braccio aiutandola a rialzarsi e a sedersi sul giaciglio presente nella cella.
Non parlò, non sapeva cosa dirle.
Rimase soltanto in silenzio a fissare le ferite sulla schiena dell’altra Bonnie che lentamente si rimarginavano da sole.
Immortale: se non lo fosse stata sarebbe morta!
“Perché non ti sei difesa? Perché non gli hai lanciato contro qualche Ocus Pocus ad effetto?” - le chiese.
Lei sorrise appena, scostandosi i capelli dal viso e rivelandogli un volto senza più nessun segno di tumefazione.
“Perché non posso! Astaroth conosce il mio potere e sapeva che non poteva togliermelo, ma anche che non poteva tenermi prigioniera a lungo se almeno non lo indebiliva! Ed è questo che ha fatto: ha indebolito i miei poteri, per questo riesco a malapena ad avere qualche stralcio di visione e a tenere in piedi la barriera che difende il pensionato!” - gli rispose.
“Come ha fatto ad indebolirti?” - chiese ancora.
L’altra Bonnie sollevò la gamba destra davanti a se e gli indicò la catena che le serrava la caviglia: “E’ la catena! Astaroth ha usato un qualche incantesimo demoniaco per crearla e per fare in modo che inibisse il mio potere!” - gli spiegò.
Astaroth…..
Aveva sempre avuto ragione, quindi, a pensare che il diavolo era sempre cinque mosse avanti: il Figlio del Fuoco ne era la prova vivente!
“Dobbiamo distruggerla!” - fece Damon.
L’altra Bonnie scosse il capo: “E’ inutile! Solo Astaroth e la sua arte diablica possono aprila, così come solo Astaroth può buttare giù il cancello di questa cella! E’ fatta su misura, Damon, per te e per me! Se non sarà lui a decidere di farci uscire di qui, allora nessuno può tirarci fuori!” - gli disse.
Damon si alzò, in preda alla frustazione, diede un calcio ad un sasso che era lì per terra e ringhiò, un ringhio disumano che squarciò la terrificante quiete che era scesa nelle segrete.
“Dev’esserci qualcosa che possiamo fare! Deve esserci!” - continuava a ripetere.
Ma l’altra Bonnie scosse la testa: “Calmati, Damon! Calmati e pensiamo a cose più importanti adesso!” - gli disse.
Damon si bloccò con gli occhi neri accesi dalle fiamme della furia.
“Cose più importanti? E cosa ci sarebbe di più importante che salvarci la pelle, sentiamo!” - disse.
L’altra Bonnie si alzò un po’ a fatica e gli si parò davanti, risoluta e decisa.
“Il libro! E’ vero ciò che ha detto Astaroth? E’ vero che gli altri al pensionato hanno finalmente il libro per poter salvare Meredith? Cioè…l’altra Meredith?” - gli chiese.
“Si, è vero! La proposta di Astaroth era la vita di tutti più il libro in cambio del padre di Nicole, quindi si…hanno il libro al pensionato! E allora?” - fece lui.
“E allora c’è che ho bisogno del tuo aiuto!” - disse l’altra Bonnie - “Damon…se davvero vogliamo avere una chance di sconfiggere Astaroth, allora non possiamo agire d’istinto e non possiamo fare le cose per conto nostro! Dobbiamo essere uniti! Un passo alla volta, Damon, e riusciremo in tutto…con calma! Per prima cosa, dobbiamo riuscire a salvare la mia versione di Meredith, in modo da ricompattare il gruppo al pensionato e da dare nuova fiducia e nuova forza a mia figlia e a tutti gli altri! Che tu ci creda o no, Meredith è una parte importante della vita di tutti e finchè resterà l’angoscia del non saperla sana e salva allora non ci sarà mai lucidità!”.
Damon alzò gli occhi al cielo: “Ci credo, ci credo!” - disse - “Ma che possiamo fare noi da qui dentro?” - chiese.
“Devi metterti in contatto telepatico con Bonnie in modo che io possa poi sfruttare il legame che si creerà tra le vostre menti per infonderle quanto più potere riesco a darle e guidarla nell’incantesimo per salvare Meredith!” - rispose l’altra Bonnie.
Damon battè un paio di volte le palpebre, confuso.
“Frena, frena, frena! Cosa?” - fece.
L’altra Bonnie sospirò e gli prese le mani: “Damon, lo so che tu non vuoi nemmeno pensarci, me lo ricordo, ma….tu e Bonnie avete un legame forte che vi tiene uniti anche quando non siete in presenza dell’altro! Non importa di che natura sia, importa solo che c’è, esiste! E’ quella sensazione che ti spinge a salvarla in continuazione e a proteggerla da chiunque, in primis da te stesso!” - gli disse - “Lei, Bonnie, non si sente ancora pronta per accettare la strega che è e, sebbene voglia aiutare la mia Meredith, sa che non riuscirebbe a farlo! Manca della preparazione necessaria sì, ma manca anche di autostima! Tu….tu devi darle fiducia, devi credere in lei in modo che lei possa credere in se stessa! Non importa in quanti gli dicano di fidarsi di lei, l’unico che davvero può infonderle l’autostima necessaria sei tu e è questo che ti chiedo di fare! Mettiti in contatto con lei! Parlale! Io interverrò al momento opportuno per poterla aiutare con l’incantesimo!” - continuò - “Allora….mi aiuterai? O meglio…aiuterai Bonnie in modo che poi io possa aiutare lei?” - gli chiese, infine.
Damon restò in silenzio.
Rifletteva, rifletteva sulle parole dell’altra Bonnie che, per una qualche strana ragione, gli si erano conficcate dritte nel cervello.
Cosa avrebbe dovuto fare?
L’ultima conversazione che aveva avuto con la streghetta era sfociata in una lite che aveva portato quasi alla cancellazione di Nicole dalla storia e adesso l’altra Bonnie gli diceva di accettare il legame che lo univa a Bonnie.
Legame? Lui non voleva sentire nessun legame con nessuno!
Sarebbe stato un qualcosa di troppo….intimo e difficile da riuscire a sopportare.
Ma aveva altra scelta?
Ora che si era davvero messo in gioco per tutti, per Nicole e - perché no? - anche per Bonnie….aveva altra scelta?
“Ok! Lo farò!” - rispose seriamente, quasi con la stessa solennità con cui si faceva una promessa.

lunedì 16 gennaio 2012

Spoiler "Forse...il destino..." - Capitolo 18

Damon annuì, sovrappensiero.
“Quindi è stato Mutt a trovare la soluzione…” - disse.
“Beh…doveva pur esserci un motivo per il fatto che…l’altro Damon e l’altro Matt sono così amici, no?” - fece lei.
Damon annuì nuovamente.
Certo! Ecco cos’era successo!
L’altro Damon non era stato così stupido da svegliarsi una mattina e decidere di fare l’amico dell’altro Mutt, lui l’aveva fatto per….lei, per l’altra Bonnie, perché tecnicamente l’altro Mutt le aveva salvato la vita.



Eccomi qui con lo spoiler!!!
Mi rendo conto che non è un granchè, ma questo capitolo è un pò come il capitolo 7, quello in cui Nicole e Lilian confessavano chi erano in realtà, cioè...un capitolo difficile che rende difficile trovare uno spoiler adatto che non dica troppe cose e non vi faccia capire subito tutto quello che succede!XD
Almeno, però, abbiamo una certezza: Damon e l'altra Bonnie faranno una bella e lunga chiacchierata e, tra le varie cose, si scoprirà anche come cavolo ha fatto l'altro Matt a diventare addirittura il braccio destro dell'altro Damon!XDXDXD
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

giovedì 12 gennaio 2012

Rubrica Fotografica: Così come li vedo io!

Ciaoooooooo!
Dopo aver postato il nuovo capitolo di "Forse..il destino..." che sta sotto questo nuovo post, comincio anche sul blog questa nuova rubrica.
Chiunque di voi mi legga su EFP, saprà già che, dietro richiesta di una lettrice e dopo averci pensato un pò su grazie anche alle recensioni e ai suggerimenti di altre lettrici, ho deciso di postare insieme ai capitoli anche le foto dei varI personaggi così per come li vedo io!XD
Quindi...tenendo presente chi io mi rifaccio ai libri de"Il diario del vampiro" che, come chiunque ormai sa, non c'entrano perfettamente niente con la serie televisia "The Vampire Diaries", nonostante questa sia tratta proprio da quella saga, ecco...tenendo presente questo vi avviso che ovviamente gli attori/attrici e i modelli/e che ho scelto per rendervi l'idea di come vedo io i miei personaggi e non solo quelli nuovi, ma anche quelli propri dei libri, non hanno niente a che vedere con gli attori che li interpretano nel telefilm!
Capirete anche voi che ad esempio, se io mi rifaccio ai libri e quindi vi descrivo Bonnie con i capelli rossi e la pelle candida, poi non vi posso andare a postare la foto di Katerina Graham dicendovi che è a lei che mi ispiro!XDXDXD
Lo stesso vale per tutti gli altri personaggi, nessuno escluso!
Inoltre, vi mostrerò anche i "volti" di tutti i personaggi nuovi che ho inserito, così per come li vedo io!
Questo non vale solo per "Forse..il destino...", ma anche per i personaggi nuovi de "Il linguaggio della resa" e "Se io, se lei! Se io, se lui!" (parlo solo dei personaggi nuovi, perchè gli altri sono ovviamente sempre gli stessi e li immagino sempre alla stessa maniera!XD).
Però, dato che sto ancora pubblicando "Forse..il destino..." ho deciso che i primi personaggi nuovi che vi farò vedere, oltre a quelli classici diciamo, saranno proprio Nicole, Lilian, Owen e Astaroth!
Non pubblicherò tutte le foto insieme, ma a gruppi!
E dato che in "Forse...il destino...", fatta eccezione per Astaroth che è il cattivo, i tre ragazzi sono i figli futuri dei nostri protagonisti, ho deciso che comincerò mostrandovi una alla volta prima le tre "famiglie".
Le prime tre foto riguardano quelli che, nel mio immaginario, sono i componenti della famiglia Saltzman!XDXD

Alaric - Greg Vaughan



Meredith - Miranda Kerr



Owen - Jesse Metcalfe


Eccoli qui i primi tre!
Che ne pensate? Voi, invece, come li immaginate?
ALLA PROSSIMA..BACIONI...IOSNIO90!!!