lunedì 31 ottobre 2011

Spoiler "Forse...il destino.." - Capitolo 8

Nessun altro fiatò e si incamminarono in silenzio verso l’entrata del pensionato.All’interno tutto taceva, fatta eccezione per i lamenti sommessi dei feriti e i lievi fruscii delle garze che venivano srotolate.
Sembrava un vecchio e malmesso ospedale da campo, ma molto operativo.
Cerano persone che si davano da fare ovunque, persino i bambini cercavano di rendersi utili sostenendosi a vicenda e occupandosi luno dellaltro.
Nessuno li guardò.
Probabilmente la notizia del loro arrivo dal passato era stata già resa nota e tutti avevano quellespressione stanca e tipica di chi ha già visto così tante cose assurde nella sua vita che una in più non era così eccezionale.
Matt conosceva bene quellespressione perché era la stessa che vedeva riflessa nello specchio del suo bagno ogni mattina da qualche anno.
Nicole e Lilian erano in testa al gruppo e facevano loro strada dispensando piccoli sorrisi e cenni di saluto a destra e a manca.
Le due ragazze si guardavano tra di loro solo di tanto in tanto, sussurrandosi qualcosa all'orecchio che lui non poteva sentire.
Li condussero su per le scale fino al primo piano del pensionato.
La stanza di Stefan era all'ultimo per questo motivo Matt non si era mai fermato prima, né aveva mai visto unaltra delle camere allinterno. Ma Nicole e Lilian si fermarono davanti alla prima porta socchiusa che incontrarono e Nicole bussò due colpi prima di entrare e fare cenno loro di seguirla.
Matt fu lultimo a farsi avanti e rimase colpito dallarredamento ordinato e meticoloso della stanza.



Ciao a tutti!
Ecco a voi il nuovo spoiler!
Ebbene si, è un Pov Matt! Io l'ho avevo detto che ci sarebbero stati tutti i Pov e adesso che la storia entra nel vivo anche i personaggi che fino ad adesso sembravano solo di contorno diventeranno centrali!
Allora...sono arrivati nel futuro e Matt descrive un pò le cose!XDXDXDXD
Domanda: nella stanza di chi li avranno portati Lilian e Nicole?XDXDXDXD
ALLA PROSSIMA..BACIONI...IOSNIO90!!!

giovedì 27 ottobre 2011

"Forse...il destino..." - Capitolo 7

Verità
Damon non voleva.
Aveva passato gli ultimi anni della sua vita a lottare contro suo fratello per la conquista del cuore di Elena, ma mai una volta aveva apertamente pronunciato quelle poche sillabe che gli avrebbero sicuramente assicurato la vittoria.
Perché lui era Damon e non esternava mai apertamente i suoi sentimenti, quindi sapeva bene che confessare ad Elena quelle tre piccole paroline - Io ti amo - avrebbe fatto si che quella piccola frase acquisisse ancora più valore perché detta inaspettatamente da lui e allora il suo Angelo gli
sarebbe definitivamente caduta tra le braccia.
Lo aveva immaginato così tante volte….
Aveva immaginato modi, luighi e situazioni sempre diversi per confessare ad Elena il suo amore, ma ogni volta gli veniva sempre un’idea migliore della precedente e allora aspettava.
Si, tutti al pensionato sapevano cosa provasse lui per il suo Angelo, ma mai nessuno glielo aveva sentito apertamente dire senza troppi giri di parole, neppure la diretta interessata.
Aveva passato ore intere a gironzolare per Fell’s Church riflettendo su quale fosse il momento più adatto e mai, mai e mai gli era passato per la mente che lo avrebbe detto così, di getto e solo ed esclusivamente per ferire la streghetta.Non aveva pensato ad Elena mentre pronunciava quelle parole, ma solo al dolore che avrebbe inflitto a Bonnie. Un dolore più che meritato visto il modo in cui lei aveva osato rivolgersi a lui.
Damon era così sconceratato e confuso che aveva parlato senza riflettere, buttando fuori frasi senza nessun senso logico e che non c’entravano niente in quel preciso momento solo allo scopo di causare sofferenza a Bonnie facendo leva su quei sentimemnti che lui sapeva bene che la streghetta provava nei suoi confronti.
Ma Bonnie lo aveva di nuovo lasciato senza parole e adesso sentiva di non avere più il controllo di niente.
E Damon odiava non avere il controllo così come odiava quando le cose intorno a lui combiavano di colpo.
Viveva di staticità e di abitudine.
Viveva in un mondo in cui lui era il fratello affascinante e dal carattere difficile, Stefan era il fratello affidabile e comprensivo, Meredith era quella inquietante che stranamente non aveva mai avuto paura di lui, Mutt era quello stupido che non aveva paura di lui almeno fino a che lui non l’appendeva alla parete per il collo, Elena era la ragazza perfetta e Bonnie era la straga incapace e piagnucolosa che se ne restava sempre zitta in un angolo, quasi come se non avesse delle opinioni proprie.
Quell’improvviso cambimento della streghetta lo meravigliava e lo faceva infuriare allo stesso tempo.
Dov’era finita Bonnie?
Dov’era finita la ragazzina sempre in cerca di protezione?
E chi era la donna che gli si era parata davanti, fiera e risoluta, rispondendo a tono ad ogni sua provocazione, anche alla più infima?
E perché quel cambiamento aveva cambiato qualcosa anche in lui stesso?
Già quando aveva visto Bonnie con il ragazzo che poi si era rivelato essere il demone al soldo di Astaroth che aveva tentato di ucciderli aveva sentivo un pezzo infinitesimale di un qualcosa dentro di lui che veniva smosso da quella visione, ma con ciò che era successo subito dopo non ci aveva dato molto peso.
Adesso, però, era come se quel piccolo pezzo sconosciuto che era stato smosso si fosse completamente ribaltato causandogli un cambiamente indefinito che lui detestava e che non aveva voluto che accadesse.
“E’ solo colpa tua!”.
Quell’accusa arrivò così improvvisamente che lo mise in allerta e lo fece ritornare dal mondo di strane riflessioni in cui era caduto a causa di Bonnie.
Lilian gli teneva un dito puntato contro, aveva le lacrime agli occhi, e gli stava dando la colpa per qualcosa, ma cosa?
Damon non riusciva a capire e rimase zitto, privo di espressione, a guardare la ragazza.
Lilian si spostò leggermente per mostrargli il corpo semi-trasparente di Nicole.
Quando era successo?
E cosa era successo esattamente?
Perché Nicole era in quello stato e perché Lilian gli dava la colpa?
Troppe domande e nessuna risposta che fosse accettabile.
In più di cinquecento anni di vita non aveva mai assistito ad uno spettacolo del genere, ma guardare Nicole che scompariva gli stava causando qualcosa alla bocca dello stomaco e non era un qualcosa di buono.
Damon si sentiva…triste senza saperne neppure il motivo.
“Perché dici che è colpa mia? Che significa?” - chiese a Lilian in tono monocorde, senza nessuna inflessione nella voce e continuando a guardare Nicole.
Di fianco a lui, Bonnie era immobile e visibilmente scossa.
Tutti gli altri….Damon non aveva idea di cosa facessero o di come stessero. Era come se in quel momento esistessero solo lui e Bonnie, impotenti davanti a Nicole che scompariva.
Lilian irruppe violentemente in quel loro piccolo mondo appartato e lo afferrò per la mascella, costringendolo a voltarsi verso di lei.
La stanza intorno a lui tornò a riassumere i contorni e i colori di sempre e Damon riuscì persino a percepire la presenza di Stefan che si faceva avanti poggiando una mano sulla schiena di Lilian nel tentativo di placare la visibile rabbia della ragazza.
Lilian si scostò la mano di suo fratello con un gesto secco e tornò a guardare lui.
“Volevi la verità?” - gli sibilò - “Perfetto! Allora avrai la tua verità! Nicole non vorrebbe che ve la dicessi, ma se serve a salvarle la vita allora lo farò di mia iniziativa! Dopo però non ti lamentare se quello che sentirai non ti piacerà!”.
“La verità….” - soffiò Damon.
“Lilian…non devi farlo per forza, se non potete…” - intervenne Elena.
“E’ l’unico modo affinchè forse Nicole si salvi!” - ribattè, furiosa, la ragazza.
“La verità…”- ripetè Damon.
Si! Esatto! La verità!” - fece Lilian - “ La volevi sapere, no? Bene! Allora direi di cominciare dal primo piccolo dettaglio che non vi abbiamo detto su di noi, ma che vi spiegherà molte cose!”.
“Che…che dettaglio?” - fece Bonnie.
“Io e Nicole siamo cugine perché i nostri padri sono fratelli! Siamo due ibridi, ma di tipo diverso! Io sono un ibrido tra un vampiro e un’umana, mentre Nicole è un ibrido tra un vampiro e una strega!” - cominciò Lilian.
“Vampiro e strega? Allora è per questo che Astaroth la vede come un pericolo! Ma…perché per ferire lei vuole uccidere Damon e Bonnie? Loro cosa…Oh!” - Stefan si interrupe nel bel mezzo di ciò che stava dicendo con un espressione di pura sorpresa sul volto.
Lilian andò avanti facendo finta di non averlo neppure sentito, continuando a tenere gli occhi fissi du Damon.
“I nostri nomi sono Lilian e Nicole! Lilian e Nicole….Salvatore!” - Lilian sputò fuori quel cognome con durezza, sbattendoglielo dritto in faccia e Damon trasalì.
I loro padri erano fratelli, erano vampiri…Salvatore…
“Questo…non può essere!” - sussurrò più a se stesso che agli altri.
“E invece è proprio così….zio Damon!” - fece Lilian marcando la voce sulla parola < zio > - “Io sono Lilian Salvatore, unica figlia di Stefan ed Elena Salvatore! Nicole….lei è Nicole Salvatore, unica figlia di Damon e Bonnie Salvatore!” - continuò la ragazza, in tono solenne - “E…per inciso…Nicole è nata un anno prima di me!”.
Fu quell’ultima rivelazione che fece scattare Bonnie e Damon.
Bonnie fece dei passi indietro, scuotendo la testa.
“No! Non può essere…io e lui…no! Nicole mi ha parlato di sua madre, mi ha parlato dei suoi genitori….non possiamo essere noi! Loro due si….” - ma Bonnie non riuscì a terminare ciò che stava per dire perché le si spezzò il fiato in gola.
“Si amano, sì! Sia io che Nicole siamo il frutto di due matrimoni d’amore!” - confermò Lilian per poi avvicinarsi alla cugina e afferrarle l’unico braccio che ancora non era scomparso del tutto - “La vedete questa polsiera?” - chiese  - “Nicole non se ne separa mai! E’ un regalo di suo padre…tuo…” - fece, interrompendosi a guardare Damon - “Nel futuro anche voi due ne avete una simile! Su quella di Damon, quella di mio zio, c’è raffigurata una S stilizzata del colore del sangue per dire che lui è un Salvatore ed è un vampiro! Su quella di Bonnie, mia zia, invece…c’è una spirale bianca che rappresenta la magia pura! Su questa di Nicole c’è una S stilizzata in rosso avvolta da una spirale bianca! Gliela avete regalata voi per i suoi cinque anni, quando Nicole ha fatto il suo primo incantesimo! E’ il simbolo di ciò che siete individualmente, della vostre natura, ed è il simbolo che vi rappresenta come famiglia!” - spiegò Lilian - “Forse
pensare che io sia figlia di Stefan ed Elena non vi costa molta fatica, ma so che al momento è quasi impensabile per tutti che Damon e Bonnie possano davvero aver messo su famiglia insieme, ma…è così! Nicole è vostra figlia e adesso sta scomparendo per causa tua!” - rimarcò la ragazza riportando gli occhi su Damon.
“Aspetta! Io non ci credo! Bonnie non può aver avuto una figlia con qu
ello là, ok?” - Matt si fece avanti, alzando la voce, cosa che irritò Damon.
“Matt…mi dispice!” - fece Lilian scuotendo la testa - “Io ti conosco nel
futuro e prima di seguire Nicole nel passato tu mi hai preso da parte e mi hai detto che, se mai qualcosa fosse andato storto e io fossi stata costretta a rivelare tutto, allora dovevo aspettarmi già che tu avresti reagito in questo modo! Come se tu già sapessi che sarei stata io a parlare…” - sorrise Lilian - “Quindi…mi dispiace, ma questa è la verità!”.
Damon si curò poco di ciò che stavano dicendo e tornò a fissare Nicole e la sua polsiera che adesso brillava davvero come un faro nel buio della notte.
Non poteva essere vero….non poteva crederci.
Lui…lui amava Elena e…Bonnie non era niente!
Non poteva essere vero e poco importava se si stesse rendendo lentamente conto di quanto Nicole somigliasse effettivamente a lui e a Bonnie allo stesso tempo perché…non poteva essere vero!
Lui non voleva che fosse vero!
Si tirò a forza fuori da sul stato catatonico e si voltò, risoluto, verso Lilian.
“Non ti credo! Io non posso aver avuto una figlia perché io non voglio essere padre! Soprattutto…non vorrò mai essere padre del figlio della streghetta perché l’unica che è davvero degna di stare al mio fianco è Elena!” - ringhiò.
MaLilian, che sembrava aver perso tutta la compostezza che aveva dimostrato nei giorni precedenti, si fece avanti, forte della sua aura carica di furia e Potere.
“Ah davvero?” - lo prese in giro - “Ma sei scemo o cosa? Guardami bene! Ti sembra che io stia scomparendo?” - disse Lilian facendo un giro completo su se stessa, a braccia spalancate - “No! E sai perché? Perché tu sei solo un illuso! Elena non ti ama, non veramente! Forse può averti dato qualche bacetto di tanto in tanto, ma ti assicuro che la sua vita a lungo termine lei la immagina solo ed esclusivamente al fianco di Stefan, mio padre! E sai cosa ne è la prova? Il fatto che io non stia scomparendo! Se le tue stupidisse parole di poco fa avessero avuto qualche effetto concreto sudi lei, se davvero le avessero fatto pensare anche solo per un secondo con serie 
tà al fatto di costruire una vita con te….io adesso sarei nelle stesse condizioni di Nicole! E invece….” - Lilian gli afferrò una mano e se la portò sul braccio - “Lo senti? Lo senti il mio braccio, forte, solido…..Io non sto scomparendo e per quanto tu possa
sforzarti, io non scomparirò mai!”.
Damon strappò via la sua mano dalla presa di Lilian e si voltò  a dare solo un’occhiata ad Elena che invece aveva la mano serrata in quella di Stefan e guardava Lilan quasi con devozione.
“Dicci cosa sta succedendo esattamente a Nicole! Cosa ha fatto di preciso Damon per ridurla così?” - volle sapere Meredith.
“Non lo sapevo neanch’io fino a che Nicole non me lo ha sussurrato prima di svenire!” - rispose Lilian - “Damon non ha mai detto prima, apertamente, di amare mia madre, così…senza troppi giri di parole come invece ha fatto adesso!”.
“Ok! E perché il fatto che l’abbia fatto adesso, in questo momento, ha causato tutto questo? E’ perché Nicole l’ha sentito?” - chiese Meredith andando ad abbracciare, protettiva, Bonnie.
“No! Non è perché Nicole l’ha sentito, ma solo perché lui non avrebbe dovuto dirlo!” - rispose Lilian - “Bene o male io e Nicole conosciamo tutte le vostre storie perché voi ce le avete raccontate senza mai nasconderci nulla o vergognarvi di niente: volevate che vi conoscessimo bene! Il padre di Nicole, Damon, ci ha sempre raccontato che, nonostante la sua antica fissazione per Elena, lui non le ha mai, mai confessato di amarla. Glielo ha fatto capire, ma non glielo ha mai detto a chiare lettere! Mai! Ma è anche vero che i nostri genitori, ai loro tempi, non avevano mai ricevuto la visita né di Astaroth né delle loro figlie venute dal futuro! Tutto ciò che sta succedendo adesso loro non possono prevederlo perché non è mai successo prima! Ma questa è una faccenda che ha a che fare con Astaroth e
che Nicole o Matt, il nostro Matt, saprebbero spiegarvi meglio di me! Vi basti sapere, per il momento, che la nostra venuta qui ha cambiato inevitabilmente alcune cose nelle vostre storie! Ci avete conosciuto prima del tempo, avete fatto congetture su di noi e per quanto siamo state attente a non rovinare troppe cose….beh…Damon è Damon e doveva metterci il suo, no? Non poteva semplicemente restarsene in disparte come avete fatto voi e lasciarci gestire la cosa con Astaroth per poi andarcene via, no! Lui doveva capire, doveva chiedere, oggi doveva insistere così tanto da scatenare l’ira di Bonnie, un’ira che non sarebbe mai esistita e che non avrebbe dovuto esistere e così hanno litigato quando non avrebbero dovuto litigare e …Damon ha detto ciò che altrimenti non avrebbe mai detto! E’ complicato, lo so, ma le cose stanno più o meno così!” - spiegò Lilian.
“E cosa si deve fare per…curare Nicole? Prima hai detto che dire la verità forse l’avrebbe salvata, ma io non vedo cambiamenti!” - chiese Stefan.
Lilian scosse la testa e si sedette accanto al corpo, ormai appena visibile, di sua cugina.
“Non lo so cosa si deve fare! Credo che sia un qualcosa che debbano fare
Damon e Bonnie, qualcosa che…cancelli ciò che lui ha detto e rimarchi il fatto che un giorno si innamoreranno e avranno Nicole, ma…non lo so..non abbiamo mai pensato che potesse succedere una cosa del genere!” - rispose Lilian.
“Io non voglio cancellare un bel niente! Perché dovrei farlo? Ho già detto che non credo ad una singola parola di ciò che hai detto! Non mi importa nulla di Nicole!” - intervenne Damon.
Lilian si voltò a guardarlo, amareggiata.
“Se mio zio, il Damon che conosco io, ti sentisse….ti ucciderebbe seduta stante senza farsi il minimo scrupolo!” - disse.
Damon serrò la mascella e non rispose.
Cosa avrebbe potuto dirle? Non aveva la più pallida idea di tutto ciò che stava succedendo. L’unica cosa che sapeva era che non poteva…non poteva credere alle parole di Lilian, non poteva credere che lui e…Bonnie…non…
“Non mi importa ciò che pensi, Damon!” - le parole risolute di Bonnie lo costrinsero a voltarsi.
La streghetta si ritrasse dall’abbraccio di Meredith e gli si avvicinò arrivandogli ad un palmo di mano.
“Che tu voglia crederle o no, non mi importa! Nepure io so se devo crederle! Ma non voglio che Nicole muoia, non posso permetterlo, mi hai capita?” - gli sibilò con decisione.
“Ok, streghetta, e allora cosa vorresti fare per salvarla, eh? Non ti dirò mai che ti amo perché io..non…ti amo!” - ribattè Damon.
“Non sarà necessario dire niente!” - contrabattè Bonnie appoggiandogli le mani sulle spalle e alzandosi sulle punte dei piedi per poi appoggiare le sue labbra sulle sue.
Damon si irrigidì.
Bonnie lo stava baciando! Perché lo stava baciando? Come aveva os…?
Ma ogni pensiero scomparve dalla sua mente quando Bonnie gli avvolse le braccia al collo e gli accarezzò la nuca, spingendolo vero di lei.
Istintivamente, Damon chiuse gli occhi e afferrò la vita di Bonnie stringendola a sé per approfondire il bacio.
Dimenticò le grida di protesta di Mutt così come dimenticò qualsiasi motivo valido per cui non avrebbe dovuto baciare Bonnie così come stava facendo.
Poco distante, la figura di Nicole riprese istantaneamente colore, forma e solidità.



Nicole spalancò gli occhi di scatto e respirò a fondo, come se fosse rimasta sott’acqua per delle ore e i suoi polmoni non avessero ricevuto ossigeno.
Non sapeva quanto tempo fosse trascoso da che aveva visto la sua mano cominciare a svanire e quello strano senso di leggerezza misto a sonnolenza l’aveva trasportata via facendole perdere i sensi con gli occhi lucidi di sua madre come ultimo ricordo da tenere con se.
Era stato così strano…
Le era sembrato che la sua mente venisse improvvissamente forata dalle parole di quel suo padre ancora troppo ingenuo e irresponsabile e avesse cominciato a perdere pezzi della sua vita, ricordi, pensieri..tutto.
Più il tempo passava meno cose la rendevano ciò che era sempre stata: Nicole!
In un unico attimo di lucidità e con l’ultimo residuo di ironia si era ritrovata persino a pensare ai salti di gioia che avrebbe fatto Astaroth alla notizia che lei era stata concellata dalla storia.
E poi…tutto era tornato come prima.
La leggerezza era svanita, la sonnolenza era scomparsa nel nulla e i ricordi le erano ripiombati addosso di colpo quasi schiacciandola all’interno del suo stesso corpo che, sebbene fosse rimasto quello minuto di sempre, adesso le sembrava di un peso ingestibile e intollerabile.
Dovettero trascorrere diversi minuti prima che Nicole riuscisse a muoversi
di nuovo e riacquisisse il pieno controllo della sua persona.
Il soffitto della camera dei suoi zii non le era mai parso così alto e interessante come in quel momento.
“Bisognerebbe ristrutturare il pensionato! Sul soffitto ci sono delle crepe preoccupanti!” - commentò, accigliata, senza saperne neppure il motivo.
Lilian le si lanciò addosso, coprendole la visuale del soffitto e riportandola alla realtà.
Si tirò malamente a sedere e guardò tutti i presenti prima di ritornare con lo sguardo su sua cugina.
“Che…che è successo? Cioè…mi ricordo che stavo scomparendo, ma…
che è successo? Come ho fatto a tornare? Come…” - chiese Nicole, ancora stravolta e con un mal di testa assurdo e mai provato prima.
Doveva ricordarsi di non scomparire più nel nulla , perché il ritorno la rendeva scema e dolorante.
Lilian le si sedette di fianco e le prese le mani.
- Preoccupante - pensò Nicole - Lilian mi prende le mani solo quando ha combinato qualcosa che non avrebbe dovuto… -
“Allora..le cose sono andate così: tu stavi scomparendo, allora io me la sono presa di brutto con tuo padre, ho spiegato tutto a loro e tua madre ha baciato tuo padre e poi tu…puff..sei ritornata!” - disse Lilian tutto d’un fiato.
- Appunto! - pensò Nicole.
“Madre? Padre? Da quand’è che non li chiamiamo più per nome?” - chiese.
“Beh…da quando tu stavi scomparendo nel nulla e io…non ci ho visto più e ho detto tutto! E’ stato un po’ azzardato, lo so, ma ha funzionato, no? Sei tornata!” - rispose Lilian con un sorriso innocente sul volto.
“Hai detto tutto! Tutto? Tutto tutto?” - fece Nicole.
“Tutto tutto!” - confermò Lilian.
“Quindi adesso loro sanno chi siamo? E’ questo che stai cercando di dirmi?” - chiese Nicole.
Lilian esitò un attimo, mordendosi un labbro.
A Nicole bastò lanciare uno sguardo di traverso ai presenti nella stanza per capire che la risposta era un colossale Sì!
“Niki…tu stavi scomparendo! Io…io non mi ricordavo più della prima volta che mi hai trascinata nell’Old Wood per farmi capire che non avevo niente da temere in quel posto! E..non mi ricordavo più di quando abbiamo imparato ad andare in bici insieme e neppure di quella volta che mi sono sbucciata un ginocchio e tu sei andata contro le regole che ti avevano imposto i tuoi da bambina e me lo hai curato con la magia! Io…stavo cominciando a non ricordarmi più di te! Più tu comparivi, più anche il tuo ricordo svaniva dalla mia mente e…non potevo permetterlo!” - fece Lilian con gli occhi improvvisamente lucidi.
Lei e sua cugina passavano spesso molto tempo insieme, ma Nicole non era mai stato il tipo da grandi dimostrazioni di affetto o da grandi discorsi sentimenatali: quello era un altro lato del suo carattere eredidato
direttamente da suo padre.
Questo però non toglieva che loro due non fossero realmente molto legate.
Erano cresciute insieme, avendo sempre e solo l’altra come unica compagnia e, nonostante fossero diverse sotto molti aspetti e non la pensassero quasi mai allo stesso modo, Nicole la capiva, capiva perché aveva fatto ciò che aveva fatto.
Scosse la testa e sorrise.
“Non preoccuparti, Lily! Va bene, davvero! Io avrei fatto lo stesso!” - disse guadagnadosi un nuovo abbraccio da parte della cugina.
Nicole ricambiò, rendendosi conto di aver recuperato quasi per intero le forze e, allora, decise di rimettersi in piedi e affrontare gli altri.
“Quindi adesso sapete la verità…” - fece.
“Io non ci credo!” - fece Damon.
“Tu non VUOI crederci! E’ diverso…ma prevedibile da parte tua! Ami la staticità, sei un abitudinario…hai vissuto gli ultimi anni nella convinzione di amare Elena e, benchè io non riuscirò mai a capirlo visto che la mamma è infinite volte meglio di lei, è ovvio che questo improvviso cambiamento, questa nuova rivelazione, ti dia fastidio e risulti quasi inconcepibile per te! Lo so! Ti conosco!” - rispose Nicole infilandosi le mani nelle tasche degli shorts di jeans scuro che indossava.
“Allora…tutto quello che ha detto Lilian sul perché sei finita in quelle condizioni…è vero? E’ sucesso perché Damon…?” - fece Stefan.
“E’ successo perchè una parte della sua storia è cambiata, una parte sostanziale!” - rispose Nicole - “Lo so che può sembrare una frasetta qualunque, ma…non lo è! La convinazione con cui lui lo ha detto ha reso quella frase pari ad una promessa, ad un punto fermo della sua storia, di ciò che per lui rappresenta il suo futuro! E io…io mi trovavo qui con lui quando lo ha detto, io che faccio parte di un futuro diverso da ciò che lui ha confessato di volere così certamente! E’ stato come se lui avesse ripudiato me e tutto il mondo da cui vengo, come se avesse annullato ogni possibilità che il futuro in cui io sono nata possa diventare realtà, di
consegnuenza io sono diventata un’anomalia e ho cominciato a svanire perché mi trovavo qui quando non avrei dvuto esserci! I viaggi nel tempo sono…difficili, ecco!” - tentò di spiagare.
“E quindi il bacio che si sono scambiati Damon e Bonnie ha fatto da…contrappeso?” - chiese Meredith.
Nicole sorrise.
“Beh…ha fatto si che Damon rimettesse tutto in discussione! Se si fosse trattato di un bacetto qualunque, se lui non avesse provato niente, allora non sarebbe cambiato nulla! Ma dato che io sono di nuovo qui…” -Nicole lasciò la frase in sospeso ghignando con tutta l’intenzione di lasciare sottintese parecchie cose che portavano tutte ad una stessa conclusione, cioè che Damon aveva provato qualcosa di forte quando aveva baciato
Bonnie, qualcosa di talmente forte che aveva annullato la sua dichiarazione ad Elena rimettendo tutto in gioco nuovamente.
“Ok! Basta! Il fatto che tu sia tornata solida non significa n..!” - Nicole bloccò le proteste di Damon sul nascere e si voltò verso Lilian, con sguardo serio.
“L’hai sentito?” - le chiese.
Lilian si accigliò
“No! Cosa? Astaroth?” - chiese a sua volta, allarmata.
“Non si tratta di Astaroth! Piuttosto sembra…” - Nicole si guardò intorno, riflettendo, quando il silenzio della stanza venne spezzato da un libro della piccola libreria di Stefan che cadde inspiegabilmente a terra da solo
facendo un gran tonfo sordo.
Nicole ne ebbe la certezza immediata.
“Mio padre!” - disse- “E’ mio padre e…mia madre! Li sento!”.
“Tuo padre e tua madre?” - chiese, titubante, Bonnie.
Nicole si voltò a guardarla e sorrise: “Non voi! Quelli…del futuro, ecco!” - rispose.
“Sono venuti qui?” - chiese Lilian.
“No! Non sono qui, però….sento le loro aure fuse insieme, come quando combattono e lanciano degli attacchi unendo i loro Poteri! E’ lo stesso!” - spiegò Nicole.
“Ok! E..come hai fatto a sentile qui? Sicura che siano loro?” - chiese Lilian.
“Sicurissima!” - fece Nicole, chiudendo gli occhi e avanzando verso la fonte da cui proveniva il Potere dei suoi genitori, lasciandosi guidare dall’istinto.
Come previsto, quel libro non era caduto casualmente!
Nicole lo raccolse da terra e lo sfogliò per bene, ma non vi trovò niente.
“Allora?” - la incalzò Lilian.
Nicole le fece un gesto per dirle di aspettare e continuò a guardare nei pressi della libreria, solo quando rimise al suo posto il libro caduto la vide: una busta con il sigillo della resistenza!
“Trovato! E’ questa!” - fece Nicole afferrando la lettera e mostrandola agli altri.
“Cos’è?” - chiese Lilian.
“Una lettera di mio padre dal futuro! Deve averla mandata qui utilizzando un incantesimo di mia madre o qualche suo congegno magico, per questo riesco a percepire le loro aure…è la lettera!” - rispose Nicole.
Era un messaggio breve e scritto di fretta, ma maledettamente importante, pericoloso e azzardato, cioè come tutte le cose che faceva o pensava suo padre.
Ma Nicole sapeva che suo padre non era uno stupido, quello del suo tempo almeno, e che se voleva che facesse una cosa del genere allora doveva esserci una buona ragione, altrimenti non avrebbe mai messo in peric
olo tutto per nulla.
“Cosa c’è scritto?” - chiese Lilian.
“La nostra prossima mossa!” - rispose Nicole - “E’ solo un biglietto che deve aver scritto già da un po’ considerando che l’ultima riga l’ha aggiunta di recente! E sai cosa dice? Astaroth è tornato nel futuro!”.
“Cosa? Quando?” - fece Lilian.
Nicole scosse la testa.
“E non c’e scritto altro? Solo questo?” - chiese Lilian.
“Ovvio che no!” - fece Nicole - “Pensaci Lilian! Prova a pensare come mio padre! Tu hai un nemico che non riesci a sconfiggere perché pur mettendo insieme tutto il Potere della squadra di vampiri e streghe che hai a disposizione riesci solo ad eguagliare quello del nemico, senza riuscire a
superarlo di quel tanto che basta per toglierlo di mezzo! Pur sapendo questo, però, sai anche che non puoi fidarti di nessuno al di fuori della cerchia che hai intorno e che, anche se volessi fidarti di qualcun altro, non puoi perché il tuo nemico ha completamente tagliato la tua città fuori dal mondo non permettendo a nessuno di entrare e a nessuno di uscire, nessuno che si trovi nel tuo stesso mondo, nel tuo stesso tempo! E sai anche che hai una figlia e una nipote in un altro tempo in mezzo ad altri vampiri ed altre streghe che, guarda caso, non sono altro che la versione più giovane di te e del tuo gruppo! Che fai?”.
Lilian ascoltò tutto con attenzione e con uno sguardo via via sempre più sorpreso.
“Certo! Unisci le forze! Tipico ragionamento insensato e pazzo di tuo padre!” - sorrise Lilian.
“Infatti!” - rispose Nicole per poi voltarsi verso tutti gli altri che erano rimasti in silenzio per capire cos’altro stesse succedendo - “Allora! Siete pronti per un bel viaggetto nel 2034?” - chiese.
“Cioè…vuoi portarci con te? E tutta la faccenda del < tutto può cambiare > dove la metti?” - chiese, cinico, Damon.
“Ehi! Guarda che è stata una tua idea! Io eseguo solo gli ordini, paparino!” - rispose Nicole alzando le mani in segno di resa.
Damon storse il naso a quel nomignolo.
“No, davvero…insomma…non si corre il rischio di cambiare tutto?” - chiese Meredith.
“Si! Ma se mio padre è disposto a riscrivere la storia di tutti pur di fermare Astaroth…allora ci sarà un valido motivo! Ne sono certa!” - rispose Nicole.
Meredith annuì e Nicole si sentì profondamente in colpa, così come si sentiva in colpa ogni volta che la vedeva così piena di vita e pensava alla sua situazione nel futuro.
Forse non era un male se qualcosa cambiava.
“Andiamo?” - chiese Lilian, che di sicuro aveva indovinato il corso dei suoi pensieri.
“Andiamo!”- fece Nicole.

lunedì 24 ottobre 2011

Spoiler "Forse...il destino..." - Capitolo 7

                               

                                  VERITA'




Ehmm...ok! Lo ammetto...sono stata cattiva questa volta, soprattutto se si considera che è il mio compleanno e non dovrei essere cattiva!XD
Allora...la storia è questa: il settimo capitolo è un capitolo parecchio importante nonchè un capitolo che in molte stanno aspettando praticamente dall'inizio della storia.
E' abbastanza lunghetto, come mio solito, ma...sinceramente...non sapevo quale pezzo scegliere per non spoilerarvi troppo sulle modalità con cui verrà fuori questa verità e su ciò che significa la lettera!
Saranno solo due POV ed in entrambi qualsiasi pezzo sceglievo sarebbe stato troppo, quindi...ho deciso a malincuore di lasciarvi solo il titolo del capitolo!
Spero che non me ne vogliate troppo! Prometto che mi farò perdonare con dei mega spoiler dei prossimi capitoli!XD
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

E con oggi fanno 21....la vecchiaia avanza! XD

                    Tanti auguri a me!!!!!

Ebbene si! Ventuno anni fa, più o meno alle dieci di mattina, nascevo io già pronta per cominciare a rompere!XDXDXD
E sì...mi faccio gli auguri da sola! Perchè, nonostante tutto, ho sempre adorato il giorno del mio compleanno!XDXDXDXD
Quindi...ancora una volta....
                        
                           Tanti auguri a me!!!!!

venerdì 21 ottobre 2011

GDR: Che gran figata!

Avete mai preso parte ad un GDR (aka Gioco di Ruolo)?
No perchè, se non l'avete mai fatto, ve lo consiglio caldamente!XD
Io, personalmente, se un'anno fa a quest'ora qualcuno mi avesse detto: "Ehi, hai mai giocato ad un GDR?" - con ogni probabilità avrei guardato questo qualcuno in preda alla confusione per poi dirgli qualcosa del tipo - "GDR? E che cavolo è un GDR?"....giusto per farvi capire com'ero messa!XDXDXDXD
Sostanzialmente, per dirla in parole povere, la cosa funziona così.
Un giorno un tizio o una tizia decide di aprire un proprio forum su internet e di creare un GDR, cioè un mondo virtuale con tanto di storia che, nella maggior parte dei casi, si rifà o alla pura fantasia dell'admin del forum, oppure ad una saga cinematografica, ad una saga letteraria, ad un telefilm...insomma...a qualsiasi cosa piaccia all'admin che crea il gioco di ruolo.
Ovviamente, ogni storia che si rispetti ha i suoi personaggi, i PG, e mano a mano che questo nuovo forum si popola e cominciano a fioccare le iscrizioni, ogni utente "adotta" uno o più PG (personaggiXD) e li gestisce come meglio crede, creandogli una propria personalità, una propria evoluzione, ecc.
Tutto attraverso quella cosa straordinaria che è la scrittura!
E' un pò come scrivere una fanfiction o un libro a più mani! E il bello è che non sai mai cosa ti potrà rispondere l'altro giocatore con cui stai giocando (il verbo esatto nei GDR non è giocare, ma ruolare XD)!
La trama dei GDR, almeno quella dei GDR che conosco e a cui partecipo io, di solito si snoda nei giorni attraverso i tre momenti della giornata: Mattino, Pomeriggio e Sera!
Durante ognuno di questi tre momenti vengono aperte una o più ruolate a seconda dei PG disponibili e delle esigenze della trama.
L'admin che apre le ruolate stabilisce un turno di risposta dei vari PG e a voi non resta altro da fare che divertirvi e scrivere quando è arrivato il vostro turno, facendo in modo che alla fine della ruolata tutto il discorso abbia un filo logico e continuo nonostante sia stato scritto a più mani e senza avere la minima idea della risposta che poteva arrivarti da un momento all'altro!XDXDXD
Questa è un pò la descrizione in generale e molto sbrigativa di un GDR!
La mia storia personale con questo fantastico mondo, invece, è iniziata in sordina quando una lettrice della mie fanfiction mi chiese di provare a scrivere con lei la trama per un suo GDR tutto a tema The Vampire Diaries! Avete presente Cristina, la ragazza che mi ha suggerito il nome di Astaroth? Ecco, proprio lei!
Non sapendo cosa diavolo fosse un GDR, accettai! E dato che l'aiutavo con la trama, lei ricambiava permettendomi di leggere le varie ruolate che lei e le sue amiche scrivevano in base ai punti dettati dalla trama.
Mi appassionai tantissimo e praticamente aspettavo ogni settimana il suo aggiornamento come se fosse l'episodio di un telefilm del cuore, davvero!
Poi Cristina nè aprì un altro e un altro e un altro ancora e tutti diversi tra loro!
Cominciai a seguirli tutti fino a che non mi venne l'idea malsana di provarci anch'io e richiedere un PG per immergermi in queste acque mai esplorate di persona.
Adesso? Adesso su 5 GDR muovo qualcosa come...una ventina di PG! E mi diverto un casino!
Oltretutto grazie al forum e al GDR ho avuto modo, non solo di conoscere meglio Cristina, ma di conoscere anche altre ragazze che, seppur lontane, ormai mi ci sono affezionata tanto e le considero pienamente parte della mia quotidianetà! Senza tralasciare il fatto che voglio a tutte loro un bene dell'anima!
Perchè infondo il GDR è anche questo!
Oltre a darti la possibilità di svagarti usando solo la tua fantasia, ti dà anche l'occasione di conoscere persone davvero speciali e chissà....di creare anche delle belle e sincere amicizie!
Al momento il GDR su cui ci stiamo concentrando di più è il  NO ORDINARY CROSSOVER dove la fanno da padrone gli eroi della DC Comics, i mutanti della Marvel, le sirene di H2O e le grandissime ed intramontabili guerriere Sailor!
E lo so che, detta così, può anche sembrare una cosa strampalata metterli tutti insieme, ma vi assicuro che funzionano alla grande e che è davvero una figata!
Oltretutto ci sono ancora un sacco di PG disponibili e tutti bellissimi, ve l'assicuro!
E, dato che stiamo cercando giocatori nuovi, si...mi metterò pure a fare pubblicità, adesso!XD
Se nessuno vi ha mai partecipato ad un GDR, fateci un salto, vi lascio il link qui sotto!
E non vi preoccupate perchè siete tutti i benvenuti e non c'è bisogno che l'abbiate già fatto o robe simili, ci basta solo che abbiate una grande passione per la scrittura, poi il resto verrà da sè!
Il link è questo...vi aspetto lì....:

NO ORDINARY CROSSOVER GDR

ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

giovedì 20 ottobre 2011

"Forse...il destino..." - Capitolo 6

 La peggiore conseguenza
L’ennesima lingua di fuoco colpì l’ennesimo demone riducendolo ad un cumulo di cenere.
Per la terza volta, una fila di venti demoni sostanva davanti al trono di Astaroth in attesa della morte solo per appagare la sua frustazione.
Aveva fallito di nuovo!
Se c’era una cosa su cui Nicole aveva ragione era il fatto che lui li aveva realmente sottovalutati.
Lo aveva già fatto nel futuro, non appena aveva messo piede a Fell’s Church per la prima volta, mentre edificava il suo castello nero al centro esatto dell’Old Wood!
Aveva creduto che nonostante si facessero così tanta forza a vicenda, infondo i Salvatore non erano che una famiglia e le famiglie, per sua esperienza personale, non servivano a nulla se non a metterti nei casini. Vi erano astio e rancori nelle famiglie, odio e gelosie, invidie e aggressività.
Tutto l’amore che le famiglie dimostravano era solo una facciata esterna, una crosta superficiale che nascondeva l’infezione al di sotto.
Le aveva provate tutte per grattare via quella crosta, ma più grattava più si accorgeva che al di sotto non vi era niente se non una nuova pelle sana e senza macchie.
Allora aveva pensato di tornare nel passato, a quando la famiglia Salvatore, la famiglia di Nicole, ancora non esisteva, ma aveva commesso l’errore di sottovalutarli anche lì. Perché nonostante tutto, nonostante la diffidenza e la mancanza di un vero legame tra loro, Damon e Bonnie l’avevano riconosciuta senza neppure accorgersene, avevano rivisto loro stessi in Nicole senza neppure che lei dicesse o facesse qualcosa che potesse condurli a quella soluzione.
E il suo ennesimo piano era andato in fumo.
Astaroth era stanco, stanco di pensare, stanco di attaccare per non essere attaccato, stanco di avvertire quella sensazione di inquietudine ogni volta che si scontrava con Nicole, una sensazione molto labile, ma che non faceva altro che ricordargli che lei poteva ucciderlo, che lui poteva cessare di esistere se solo avesse fatto un passo falso.
Un nuovo demone gli si presentò davanti, tremante, e Astaroth non lo degnò neppure di uno sguardo mentre gli lanciava contro senza troppa violenza, ma con assoluta nonchalance, una nuova sfera di fuoco ardente appena creata.
Il demone morì urlando.
Ma la mente di Astaroth era altrove, persa nei suoi pensieri.
Davvero aveva pensato che provava…..paura?
Lui non poteva provare paura! Erano gli altri ad aver paura di lui!
Era sempre stata questa la base della sua vita e di sicuro non avrebbe permesso che una ragazzina impertinente cambiasse le cose.
Si, aveva fallito nuovamente!
Forse tutto quel viaggio nel passato era stato un unico, grande fallimento.
Doveva ammetterlo a se stesso e andare avanti.
Anche se….
Forse ciò che più lo aveva turbato, cioè il fatto che Nicole lo avesse seguito, poteva soltanto tornargli utile e rigirarsi a suo favore.
Astaroth era un demone talmente potente che il Tempo rappresentava per lui solo una lunga linea retta. Niente dimensioni parallele, niente passato, niente futuro, niente di niente.
Quindi, se non aveva un passato e non aveva un futuro, allora poteva fare avanti e indietro negli anni senza correre il rischio di riscrivere il suo destino, perché lui un destino non ce l’aveva.
Ma Nicole si! Ed era strettamente legato a quello del vampiro e della strega.
Perché Damon aveva un destino e Bonnie aveva un destino. Ed era stata la fusione dei loro due destini a portare alla nascita di Nicole.
Ma se quei due destini non si fossero mai incrociati? Allora Nicole non sarebbe esistita!
Per quello che Astaroth aveva avuto modo di vedere e sentire, il vampiro e la strega di quel tempo, del 2011, non erano legati da niente di tutto ciò che li avrebbe legati in futuro. E addirittura Damon sembrava totalmente refrattario all’idea di condividere anche un solo giorno con Bonnie a livello romantico.
Gli riaffiorò alla mente il ricordo di un piccolo demone-spia che gli riferiva di una strana conversazione avvenuta tra Damon e Bonnie nel 2034, una conversazione a proposito di una lettera e del suo contenuto.
E se il Damon del 2011 avesse visto con i propri occhi la vita che si era programmato andare in fumo a causa dei sentimenti che avrebbe cominciato a provare per Bonnie?
E se quel giovane Damon si fosse ritrovato davanti agli occhi la sua versione più adulta e più….ragionevolmente emotiva e giusta?
Ne sarebbe stato ripugnato!
Il grande, perfetto ed egocentrico re delle tenebre che si ritrova davanti un futuro in cui non è altro che un amorevole marito e padre di famiglia….
Sarebbe stato devastante! Forse così devastante da portarlo a cambiare rotta, a reprimere i suoi sentimenti sul nascere, a riscrivere intenzionalmente il suo destino!
Astaroth sorrise.
Doveva essere astuto e calmo da quel momento in poi. Doveva essere schivo e razionale se voleva che quella sua nuova e complicata idea funzionasse.
Astaroth prese una decisione e, sotto gli occhi sollevati dei restanti demoni in fila per ricevere l’eterno riposo, schioccò le dita.


“Non possiamo dirvi altro, davvero! Se avessimo potuto lo avremmo fatto!” - quell’obiezione pacata di Lilian servì solo a far crescere il malumore generale.
Dopo ciò che era successo poche ore prima a Bonnie e a Damon, o meglio...dopo ciò che stava per succedere, si erano ritrovati tutti al pensionato e le voci non facevano che accavallarsi l’una all’altra chiedendo delle risposte a cui le due ragazze non potevano o non volevano rispondere, questo non era ancora chiaro a nessuno.
Dal canto suo Stefan, per quanto fosse sconcertato e terribilmente preoccupato per via di tutta quella situazione che si era improvvisamente andata a creare dal nulla nel bel mezzo di una giornata qualsiasi e finalmente pacifica, pensava che le due ragazze semplicemente…non potessero…rispondere alle loro domande anche se lo avrebbero voluto.
Insomma….doveva essere terribile sentirsi incalzati così e non potersi difendere in alcun modo, ma lo sguardo di Lilian e il tono che lei aveva usato poco prima lo avevano spinto a credere che ci fosse qualcosa di più grande alle loro spalle che voleva che le cose stessero così, che loro non dicessero nulla.
Ma perché? Perché era stato loro proibito di parlare? Stefan pensava che almeno quello potessero rivelarlo!
Si fece avanti facendosi spazio tra il piccolo capannello di persone che si era creato attorno alle due nuove arrivate e si avvicinò istintivamente a Lilian.
Tra le due, lei sembrava la più ragionevole e tranquilla, nonché la più affine a lui.
Non aveva idea di come spiegarselo, ma quelle ragazze non avevano portato solo scompiglio con la loro venuta dal futuro, ma si erano trascinate dietro anche un’ ingombrante valigia carica di misteri. Primo tra tutti: perché, nonostante nessuno le avesse ancora mai incontrate, tutti le trovassero così familiari?
Su quel punto erano state chiare: loro facevano parte del loro futuro e nel presente non le avevano mai neppure viste per sbaglio!
Ma la cosa che gli lasciava più da pensare era, non tanto che le trovasse familiari, ma lo strano legame che sentiva di avere con Lilian. Un legame fatto di fiducia cieca sebbene non avesse idea di chi fosse, di affetto incondizionato e…si….un legame fatto d’amore.
Ma non era lo stesso tipo d’amore che provava verso Elena o verso i suoi amici o suo fratello, no! Era un amore diverso che non era in grado di identificare ancora.
Elena gli aveva confidato quella mattina stessa che le succedeva la stessa identica cosa e che provava lo stesso identico sentimento per Lilian.
Bonnie, invece, sembrava vicinissima a Nicole e questo Stefan riusciva a leggerglielo negli occhi e lo stesso valeva per Damon che, nonostante non lo avrebbe mai ammesso, sembrava non stancarsi mai di litigare con Nicole e Stefan sapeva per esperienza personale che la rabbia e i litigi erano un modo strano di Damon per dimostrare affetto.
Più la rabbia cresceva più l’affetto e la stima di Damon aumentavano.
Più i litigi erano assidui più lui teneva a te.
Forse era per quel motivo che aveva deciso di non rispondere più alle continue provocazioni di Damon o forse quella era soltanto una stupida scusa che aveva inventato a suo uso e consumo per spiegarsi il difficile rapporto che aveva sempre avuto con suo fratello maggiore.
Questo Stefan non lo sapeva, ma gli piaceva crogiolarsi in quella piccola ignoranza.
Mise delicatamente una mano su una spalla di Lilian e riuscì subito ad attirare completamente la sua attenzione.
“Lilian, dimmi la verità! Voi non potete raccontarci tutto perché c’è qualcosa o qualcuno che ve lo impedisce, vero?” - le chiese gentilmente.
Lilian restò a fissarlo per qualche attimo, ma non fu lei a dargli una risposta.
“Certo che c’è qualcosa che ce lo impedisce! Il destino!” - sbottò Nicole - “Noi veniamo dal futuro, il vostro futuro! Sappiamo ciò che vi succederà e come saranno le vostre vite! Già non avremmo dovuto farlo questo Viaggio perché più stiamo qui più corriamo il rischio di farvi capire troppo e di riscrivere le vostre storie, almeno lasciateci tenere in pace la bocca chiusa per cercare di limitare i danni, no?”.
“Non siamo così scemi da venirvi a chiedere come siamo messi nel futuro, l’unica cosa che vogliamo sapere è perché quel maledetto bastardo di un demone vuole uccidere me e la streghetta!” - ribattè Damon, furioso.
“E questo non credi che abbia direttamente a che fare con come siete messi nel futuro, genio?” - controbattè Nicole, sfidandolo.
“Certo! Peccato che mi è sembrato di capire che, chissà per quale arcano motivo, quel tizio vuole uccidere te, ma se la prende con noi! Che c’entriamo noi con te?” - fece Damon.
Tra Nicole e Damon cadde un silenzio denso di parole trattenute ed ira repressa, fino a che Nicole non distolse lo sguardo colpevole di non poter dare una risposta.
E lì il caos riprese forse più frenetico di prima.
Il circolo intorno alle due ragazze strinse ancora di più la sua morsa lasciando Nicole e Lilian a guardarsi tra loro, dispiaciute ed impotenti per la prima volta da quando le avevano conosciute.
“Potete avere tutte le ragioni che volete, ma io voglio la verità! Ora!” - pretese Damon.
“Ma forse Stefan ha ragione, forse dovremmo lasciarle stare! Se rischiamo così tanto…insomma…non dovremmo giocare con il destino!” - cercò di intervenire Elena.
“Questo non c’entra niente con il destino di nessuno, Angelo! Lascia fare a me!” - le rispose Damon.
“Ma le hai sentite, no? Perché dovrebbero mentire?” -  fece Stefan.
“Non saprei! Forse perché sono due piccole opportuniste che vogliono solo salvarsi la pelle a nostro discapito? Chi ti dice che non mentano? Chi ti dice che tutta la questione dei destini non sia solo una loro invenzione? Chi ti dice che non siano solo i loro destini a rischiare di essere riscritti e noi, invece, non c’entriamo niente?” - disse Damon.
“Però se loro dicessero la verità, allora il rischio sarebbe realmente alto! Insomma…non me ne intendo molto di viaggi nel tempo e delle complicazioni che potrebbere causare, ma non serve uno scienziato per capire che, se loro dicono la verità e qualcosa va storto, allora potremmo giocarci ciò che sarà del nostro futuro! E se fosse bello e felice?” - ragionò Meredith.
“E se fosse un disastro e loro, in realtà, non sono dalla nostra parte?” - aggiunse Damon.
“Ma noi siamo dalla vostra parte, davvero! Cos’altro dobbiamo fare perché ci crediate?” -  intervenne Lilian.
“Dirci la verità! Ecco cosa dovete fare!” - pretese nuovamente Damon.
“Ok! Basta!Voi forse non vi rendete conto che Bonnie stava per morire per via di quel demone!” - urlò Matt.
A quell’ennesima accusa Nicole alzò gli occhi di scatto e a grandi passi si avvicinò pericolosamente a Matt, afferrandolo per il colletto della camicia azzurra e alzandolo di almeno dieci centimetri da terra.
Sembrava che a stento si stesse trattenendo dall’ucciderlo.
“Credi che non lo sappia? Eh? Lo so benissimo che Bonnie stava per morire così come so benissimo che Damon stava per morire, ma li ho salvati, ok? Credi che non mi senta in colpa? Credi che al mattino appena sveglia io non debba restare per mezz’ora buona davanti allo specchio cercando di non ammazzarmi da sola e di convincermi che il suicidio non sarebbe la cosa giusta da fare? Credi che non pensi ogni singola ora che la loro vita sarebbe molto più felice e tranquilla se io non ci fossi?” - esplose.
Lilian le si avvicinò cautamente e le posò una mano sul polso che teneva Matt.
“Niki? Niki, lascialo andare! E’ Matt! Lascialo andare!” - le disse.
Nicole tacque e rimase a fissare Matt con i suoi occhi traboccanti d’ira per ancora qualche eterno secondo prima di lasciarlo andare di botto e avvicinarsi alla finestra prendendo una bella boccata d’aria fresca.
Lilian le si avvicinò poggiandole una mano su una spalla e sussurrandole parole di conforto all’orecchio mentre Matt si rialzava, ancora scosso, dal pavimento, massaggiandosi la gola.
Nella stanza era calato un improvviso e strano silenzio.
Il dolore e il reale senso di colpa che avevano trasmesso le parole di Nicole avevano colpito tutti, chi più chi meno, lasciandoli pensierosi e stupiti.
Dopo quelle parole, potevano davvero considerarle delle nemiche? Potevano davvero credere che stessero lì solo per un loro tornaconto personale?
Se prima Stefan non ne era convinto, adesso non riusciva neppure a pensarci.


Bonnie stava tremando.
Tremava per la paura che ancora la scuoteva dopo essere arrivata quasi a morire strangolata.
Tremava di vergogna perché era stata lei a fidarsi di Lorneth, lei gli aveva permesso di avvicinarsi tanto, lei non era riuscita a fiutare il pericolo troppo presa dalle sue stupide questioni sentimentali.
Tremava per il senso di colpa che le parole di Nicole le avevano acceso dentro perché il legame che sentiva di avere con la ragazza, di qualunque tipo fosse, era così distintamente forte e sincero da parte di entrambe che forse Nicole si sarebbe davvero spinta al suicidio se avesse avuto la certezza che lei così sarebbe stata al sicuro per sempre.
Tremava per la confusione che tutti quegli avvenimenti avevano portato nella sua vita senza lasciarle via di scampo.
Tremava per la paura che i toni crescessero così tanto in quella stanza troppo stretta che si sarebbe davvero arrivati alla violenza.
Tremava di rabbia. Una rabbia cieca e quasi incontrollabile scatenata dall’ingratitudine che i suoi amici stavano dimostrando nei confronti di Nicole e Lilian.
Fino a quel momento era rimasta in disparte, in un angolo della stanza, senza dire una parola. Ma colse subito quel silenzio che era calato dopo le parole di Nicole per farsi avanti.
Raggiunse la ragazze alla finestra e, dopo aver accarezzato leggermente una spalla di Nicole, avanzò di qualche passo fino a trovarsi tra le due ragazze e i suoi amici, al centro della stanza.
“Dovete smetterla! Tutti! Ora!” - disse con un tono talmente fermo che stentava lei stessa a riconoscere.
Ma Bonnie sentiva che era la cosa giusta, sentiva che era suo dovere proteggere Nicole da qualsiasi attacco da parte di chiunque e, per la prima volta da quando l’aveva conosciuta, sentiva di non essere più in imbarazzo, sentiva di non essere più in difetto verso Nicole per via di tutte le volte che la ragazza le aveva salvato la vita.
Così, invece, era tutto più naturale e giusto!
Era naturale che Bonnie proteggesse Nicole e non il contrario.
Era giusto che Bonnie si facesse avanti facendo da scudo a Nicole e non il contrario.
Non sapeva perché, come non sapeva il perché di molte cose, ma Bonnie non stette lì a chiederselo: per la prima volta nella sua vita agì seguendo solo quell’istinto che non credeva di avere, ma che la spingeva ad aiutare Nicole.
Gli altri la guardarono come se fosse impazzita ed un rumore alle sue spalle le fece capire che anche le due ragazze si erano voltate verso di lei.
“Bonnie….che stai dicendo? Noi vogliamo soltanto cercare di capire, noi…” - tentò Meredith, ma Bonnie fu irremovibile.
Girò di scatto la testa verso l’amica e la guardò come non l’aveva mai guardata prima, cioè come se Meredith stesse soltanto dicendo un mare di cretinate una dopo l’altra.
“A me sembra che loro siano state abbastanza chiare, no? Non possono dire nulla! Quindi smettetela di metterle in difficoltà facendo domande a cui non possono rispondere!” - disse.
“A cui non VOGLIONO rispondere, vorrai dire….” - sibilò Damon.
“A cui non POSSONO rispondere!” - ribadì Bonnie, freddamente - “E poi se anche fosse? Se anche loro potessero, ma non volessero dirci nulla? Sono fatti loro! Tu sei il primo a non rispondere mai a nessuna domanda che ti riguardi direttamente! Per quello che ne sappiamo potresti anche avercelo portato tu qui Astaroth!” - aggiunse.
“E secondo te sarei così stupido da mettere deliberatamente in pericolo la mia vita e quella di tutto il resto di voi, compresa Elena?” - ringhiò Damon.
“Sei stato così stupido da mettere la nostra vita e quella di Elena in pericolo così tante volte, in passato, che non mi stupirei se l’avessi fatto di nuovo, se la colpa fosse di nuovo tua!” - ribattè Bonnie, stranamente senza alcuna paura nonostante lo sguardo omicida di Damon.
Ciò che la spingeva a proteggere Nicole la stava spingendo letteralmente oltre ogni suo limite. Neppure Damon le faceva più paura.
“Bonnie? Tu e Damon stavate per morire!” - intervenne Elena.
“Si, stavamo per morire per mano di Astaroth e Lorneth! Ma chi ci ha salvato, eh? Chi è corso subito da noi appena ha sentito il richiamo di Damon?” - chiese retoricamente - “Nicole! Ecco chi!” - esclamò - “Da quando sono arrivate non hanno fatto altro che mettere la loro vita in pericolo per proteggerci da quei demoni che non sapremmo neppure come affrontare!  E voi come le ripagate? Accusandole di essere la causa di tutto ciò che ci sta capitando!” - Bonnie si fermò per un attimo e scosse la testa - “Ma non è colpa loro, è colpa di Astaroth! E’ a lui che dovreste chiedere spiegazioni, è a lui che dovreste porre le vostre domande ed è a lui che dovreste rivolgere le vostre accuse!”.
“Bel discorso, ma forse ti è sfuggita la parte in cui Astaroth ha detto che la sua vera preda è Nicole e lei ha confermato! Quindi….se il demone vuole lei, perché attacca noi? Questo la tua cara Nicole deve saperlo, no?” - la schernì Damon ghignando e facendo per sorpassarla, puntando dritto verso le due ragazze.
Ma Bonnie non voleva dargliela vinta, non poteva!
Semplicemente, trovava insopportabile ogni parola di disprezzo che Damon rivolgeva a Nicole.
Non le importava come il vampiro si comportava con lei o come si comportava con gli altri, ma con Nicole…..no! Con Nicole doveva avere tatto e rispetto: Bonnie lo pretendeva!
Fece un gesto che non si era mai permessa di fare, un gesto che nessuno sano di mente avrebbe mai fatto in quella circostanza e soprattutto con Damon: la mano di Bonnie scattò improvvisamente e afferrò il polso di Damon, trattenendolo.
Il vampiro si bloccò all’istante mentre si voltava a guardare quella piccola mano pallida che aveva osato bloccargli la strada.
Tutti gli altri, di fronte a Bonnie, spalancarono gli occhi. Elena si portò addirittura una mano a coprirsi la bocca e Stefan fece per farsi avanti, ma Bonnie gli lanciò un’occhiata carica di così tanta determinazione che Stefan lasciò andare di colpo i suoi propositi di intercedere per mitigare le ire del fratello.
Bonnie, decisa ed impassibile, lasciò andare il polso di Damon e si voltò a fronteggiarlo nello stesso istante in cui due occhi neri e accesi di furia incontrarono i suoi.
“Come hai osato….” - sibilò Damon tra i denti.
“Ho detto….che Nicole non c’entra niente! E tu non azzardarti mai più a trattarla con così poco riguardo   e con così tanta accondiscendenza, come se stessi avendo a che fare con un’imbecille! Mi hai capita?” - scandì bene Bonnie.
Lo sguardo di Damon si contrasse solo per un attimo a mostrare confusione e sorpresa per poi ritornare lo sguardo furioso di pochi attimi prima, lo sguardo di qualcuno pronto ad attaccare per uccidere.
Intorno a loro solo silenzio e il respiro spezzato di Elena che si nascondeva il viso tra le mani, con le lacrime agli occhi.
“B-Bonnie…” - tentò Nicole, ma Bonnie fece scattare una mano nella sua direzione dicendole, a gesti, di restare dov’era e non intervenire.
“Tu, stupida ragazzina fuori di testa, come ti permetti di parlare a me…così! Potrei ucciderti in questo preciso istante e a dire il vero ho una gran voglia di farlo, ma non capisco una cosa: Come ti è saltato in mente anche solo di aprire bocca e parlare? Non sarebbe successo niente e noi ora non saremmo qui se tu non ti fossi fatta incantare da quel ridicolo damerino di un demone! E adesso ti permetti anche di intervenire e sputare sentenze? Tu non sei nessuno per farlo! Non sei  niente, niente per nessuno e mai lo sarai! Non sei Elena! Lei sì che può dire ciò che vuole perché è intelligente abbastanza da sapere ciò che dice! Ma tu? Tu non sei e non sarai mai come Elena! E non fingere neppure di essere lei e di conoscermi perché non sai niente di me! Solo il mio Angelo mi conosce perché io…amo…Elena!” - esplose Damon in preda all’ira.
Bonnie si fece avanti.
Qualsiasi cosa fosse che la stava spingendo a comportarsi così, Bonnie la ringraziava di cuore perché bloccava qualsiasi dolore che quella confessione di Damon sui suoi sentimenti per Elena le avrebbe altrimenti causato.
Era come se quel legame inspiegabile che aveva con Nicole andasse oltre ogni cosa, addirittura oltre ciò che sentiva per Damon.
“Io non vorrei mai essere come Elena!” - disse - “Proprio per non dovermi sorbire giorno dopo giorno il peso dei tuoi stupidi sentimenti!”.
Damon si tirò indietro, come scottato da ciò che gli aveva appena detto, ma né lui né Bonnie fecero in tempo ad aggiungere niente perché un urlo disumano attirò l’attenzione di tutti.
Nicole si era accasciata improvvisamente a terra in preda ad un dolore atroce, ma non causato da nessuna ferita apparente.
“Che le succede?” - chiese Stefan affiancando Lilian e aiutandola a far stendere Nicole sull’enorme letto che lui condivideva con Elena.
“Non lo so, non lo so, io…..Nicole? Nicole cos’hai?” - urlò disperata Lilian scoppiando in lacrime.
La situazione sembrava precipitata così all’improvviso che Bonnie non riusciva più a capirci nulla.
Se ne restava ferma, di fianco a Damon, a guardare Nicole e sentendo solo un grosso groppo salirle alla gola.
“Cos’ha Nicole? Vi prego, ditemelo!” - riuscì a dire con un soffio di fiato.
Nessuno le rispose, ma nell’attimo successivo gli occhi di Nicole, sofferenti, si fusero con i suoi e la ragazza scosse leggermente la testa prima di sussurrare qualcosa all’orecchio di Lilian e perdere i sensi.
“Oddio…” - ansimò Lilian afferrando la mano della cugina che, mentre Nicole sveniva, era rotolata fuori dal materasso.
Bonnie spalancò gli occhi e si pietrificò: di quella mano non era rimasto più nulla se non un labile e appena visibile contorno esteriore, tutto il resto era scomparso come se la mano della ragazza fosse improvvisamente diventata trasparente e la trasparenza si stesse lentamente diffondendo a tutto il corpo di Nicole.
Lilian si rimise dritta e, con il fiato corto, si voltò a fronteggiare Damon, puntandogli un dito contro.
“E’ solo colpa tua!” - lo accusò.

Aprile 2034


Lo scontro proseguiva senza alcuna eslusione di colpi da quasi quattro ore ormai e Damon stava lentamente cominciando a perdere ogni speranza.
Aveva rischiato troppo quella volta.
Da quando Astaroth aveva compiuto il Viaggio gli attacchi da parte dei suoi demoni sottoposti erano calati del 88, 3 % secondo i calcoli effettuati da Matt e se c’era una cosa di cui Damon era estremamente sicuro era che Matt non sbagliava mai. Quindi non appena aveva ricevuto la richiesta d’aiuto da parte di quei due ragazzini ancora in vita imprigionati sotto le rovine di quello che una volta era statao il liceo di Fell’s Church, il Robert E. Lee, Damon aveva fatto presto ad organizzare una squadra di recupero….aveva fatto troppo presto.
Troppo preso a commiserarsi per ciò che sua figlia stava probabilmente passando senza che lui potesse darle alcun aiuto nonostante lo volesse con tutte le sue forze e troppo preso a fingere che la lettera che portava sempre nella tasca posteriore dei pantaloni non esistesse nonostante la sentisse pesare come un macigno, Damon non aveva riflettuto per bene e aveva solo pensato a lasciare al pensionato quante più persone possibili in modo da non lasciare soli i feriti e i bambini senza pensare troppo ai rischi che poteva correre la squadra di soccorso se si fosse imbattuta in una schiera di demoni usciti a caccia.
Nessuno, quindi, poteva biasimarlo se si sentiva così dannatamente in colpa per aver esposto Stefan, Alaric e Bonnie ad un rischio simile senza pensarci due volte.
Ma ormai era tardi per stare a rimuginare e Damon doveva tenere i due ragazzi che avevano recuperato al sicuro fino a che non fosse stato certo di poter dare il via libera ad Alaric per portarli via di lì, verso le mura protette del pensionato.
Erano già state troppe le vittime dei loro scontri ed in troppi ne erano usciti nelle condizioni misere in cui si trovava Meredith da più di due mesi e non poteva permettere che succedesse ancora e ancora senza fare nulla per tentare di cambiare la sorte.
L’assenza di Nicole gli gravava sul cuore, ma anche sul campo di battaglia dove era sempre lei con il suo Potere immane a decidere l’evolversi dello scontro a loro favore.
Ma Nicole aveva un compito importante da portare a termine, quindi lui doveva fare di tutto per riuscire a tenere la resistenza al sicuro anche senza sua figlia, la loro arma più forte.
Schiena contro schiena, Damon e Stefan stavano affrontando a mani nude e con i canini estesi una schiera di venti demoni circa che si era raggruppata intorno a loro a formare una specie di cerchio/trappola.
Poco più in là, sul marciapiede, Bonnie respingeva quanti più attacchi possibili utilizzando la magia e, nel frattempo, cercava di aiutare loro con degli incantesimi protettivi e di aiutare Alaric liberandogli la strada.
Proprio Alaric, infatti, se ne stava alle spalle del loro gruppo, con un’ascia in mano a proteggere i due ragazzini tremanti alle sue spalle mentre pian piano cercava di guadagnare terreno arretrando di un passo alla volta in attesa del segnale per la fuga.
Damon stimava molto Alaric.
Trovava che quell’uomo avesse una forza incredibile perché nonostante ciò che era capitato alla sua famiglia, nonostante le condizioni apparentemente irreversibili di Meredith, lui non si era dato per vinto e aveva continuato a lottare per la cosa giusta.
Ogni volta che Damon incrociava lo sguardo di Alaric si ritrovava a pensare che, se si fosse trovato al suo posto, quasi sicuramente non avrebbe mai avuto la forza per andare avanti.
Sferrò velocemente un calcio in pieno petto ad uno dei demoni che si trovava di fronte e lo costrinse ad abbassarsi in modo da staccargli violentemente la testa, mentre sentiva Stefan alle sue spalle che ne prendeva a pugni un altro.
Afferrò un altro dei nemici per il bavero della cravatta e lo sollevò in aria, scaraventandolo a metà strada tra se e Alaric, per poi lanciare un’occhiata d’intesa a Bonnie che colpì quello stesso demone con una sfera di luce di una potenza tale che, non appena si infranse sul nemico, creò un riverbero accecante che costrinse i demoni ad indietreggiare coprendosi gli occhi.
Era il momento!
“Alaric! Via!” - gridò Damon approfittando della momentanea cecità dei suoi nemici per ucciderli e spingere suo fratello a fare lo stesso.
“Dobbiamo andarcene anche noi, Stefan!” - disse.
“Hai ragione! Sono in troppi e ne arrivano sempre di più!” - concordò suo fratello.
Cominciarono ad indietreggiare ancora l’uno di fianco all’altro, ma quando Damon si voltò verso Bonnie per dirle di creare un’altra esplosione di luce simile alla precendente e scappare via, si pietrificò sul posto e afferrò convulsamente un braccio di Stefan.
Astaroth!
Contro ogni previsione e senza nessun motivo, Astaroth era tornato nel futuro e adesso teneva Bonnie bloccata contro il suo petto, serrandole la gola.
Damon vedeva gli occhi della sua streghetta pieni di lacrime e il petto le scalpitava in preda ai singhiozzi.
I demoni si fermarono e scomparvero.
“Dov’è Nicole?” - chiese Damon al Astaroth pur continuando a tenere fissi gli occhi in quelli di Bonnie.
La streghetta stava piangendo, ma Damon sapeva che non era per la paura di morire per mano del Figlio del Fuoco.
Bonnie aveva semplicemente pensato la stessa cosa che aveva pensato lui rivedendo il demone: se Astaroth era tornato senza Nicole allora questo voleva dire che la loro bambina era, con ogni probabilità, morta.
Astaroth sorrise.
“Mi ha dato innumerevoli grattacapi, ma non l’ho uccisa! E’ ancora nel passato e probabilmente non sa neppure che io sono tornato! Caro paparino….le stai dando parecchi problemi lì!” - lo canzonò Astaroth serrando la presa su Bonnie.
Damon tirò un mezzo sospiro di sollievo e tornò a guardare il demone con lo sguardo carico di rabbia.
“Lascia andare mia moglie!” - sibilò scandendo parola per parola.
“Se vuoi che la lasci andare…devi venirtela a prendere, Damon! Sempre se la troverai ancora tutta intera quando riuscirai ad arrivare da me!” - rispose Astaroth prima di scomparire in una folata di fumo nero…portandosi dietro Bonnie.
Ma a Damon non erano sfuggite le ultime due parole che la streghetta gli aveva mimato con le labbra prima che il demone la portasse via.
Aveva detto: “La lettera!”.
Damon abbassò lo sguardo e si portò una mano sulla tasca posteriore dei pantaloni a sfiorare il sottile strato di carta ripiegata contenuta al suo interno mentre Stefan si faceva avanti e lo afferrava per le spalle.
“Ce la riprenderemo Damon! Le nostre figlie capiranno e torneranno presto e noi ci riprenderemo Bonnie…ad ogni costo!” - gli disse suo fratello.
Damon estrasse dai pantaloni la lettera che racchiudeva in se il potere di cambiare tutto il suo destino e di riscrivere la sua storia e la sventolò sotto il naso di Stefan.
“Ad ogni costo…..mai parole furono più adatte!” - disse.

martedì 18 ottobre 2011

Rubrica Telefilmica: Merlin

              

Ciao a tutti e ben ritrovati!!!
La scorsa settimana sono stata un pò assente per via di vari impegni tra il lavoro e altre cose che mi hanno tenuta molto occupata, ma adesso sono tornata! E..beh...quest'ultima frase prendetela come volete...potrebbe anche essere una minaccia!XDXDXDXDXD
Allora....
Inizio dicendo che stasera avevo intenzione di parlare di tutt'altro argomento, ma dopo l'ultima punta di Merln uscita sulla BBC sabato scorso, non potevo trattenermi oltre.
Per prima cosa dovete sapere che io sono stata, sono e sarò sempre una delle milioni di persone che adoraro le leggende arturiane antiche e non.
King Arthur (perchè io mi rifiuto categoricamente di storpiarne il nome in Re Artù!XD) in particolare rappresenta per me un modello da seguire e di grande ispirazione.
Lui è il re eterno, il re perfetto, ma umano allo stesso tempo.
Sinceramente, non mi interessa più di tanto se è una fugura realmente esistita, se è un mix di figure realmente esistite o se, un giorno, qualcuno si è svegliato e ha deciso di inventarselo di sana pianta!
Sono talmente affezionata e, oserei dire, ossessionata dalla sua figura, dalla sua storia e da quello che rappresenta che me ne frego altamente se è solo una favola per bambini!
Bene o male la storia di Camelot la conosciamo tutti almeno un pò, no?
Certo, ne esistono migliaia di versioni diverse e nessuna delle tante è quella ufficiale che ormai si sarà persa nel tempo, quindi è normale per tutti essere un confusi sui vari aspetti della vicenda, però credo che i protagonisti fondamentali e le loro azioni le conosciamo un pò tutti!
Ho letto e ho visto di tutto sulla figura leggendaria di King Arthur!
Cioè, per me un film, un libro o una serie televisiva può anche essere uno schifo, ma se c'è anche solo un accenno alle leggende del ciclo bretone allora io devo vederlo o leggerlo per forza! E' proprio una necessità mia!
Ve l'ho detto che sono ossessionata, no?XDXDXDXD
Più di ogni altra cosa, però, io sono proprio ossessionata dalla figura del Re! E non sapete che rabbia che mi fa il modo in cui muore e come viene trattato da Ginevra e Lancillotto!
E adesso non mi venite a dire che Ginevra e Lancillotto sono la coppia di amanti ideale, perdutamente innamorati l'uno dell'altro tanto da andare incontro a qualsiasi cosa per il loro amore perchè mi metto a vomitare.
Per come la vedo io sono solo una coppia di sporchi bugiardi e traditori!
Lui è un povero idiota che non ha il minimo di rispetto verso quel Re che lo porta su un palmo di mano e non se lo sa tenere nei pataloni!
Lei è solo una cretina egoista e ingrata!
E qui mi fermo sennò continuo per ore ad insultarli questi due!XDXDXD
Ma tornando al discorso di prima, cioè al fatto che leggo e vedo qualsiasi cosa riguardi le leggende arturiane, beh....mi pare ovvio dopo questa premessa che io guardi anche Merlin, no?
Devo dire che ho cominciato a vederlo all'inizio solo per per il tema che trattava, ma dalla seconda stagione in poi mi ci sono affezionata e adesso, che siamo alla quarta e ho sentito dire che la quinta sarà l'ultima, non vedo l'ora che accada tutto ciò che deve accadere e che tutti i giovani protagonisti diventino chi devono diventare.
Ovviamente, quindi, visto ciò che è andato in onda sabato, non potevo proprio esimermi dal commentare questa serie televisiva che, non ha nulla di troppo pretenzioso, ma che è abbastanza fluida e lineare da essere più piacevole di molte altre serie con un budget maggiore e migliori effetti speciali!
Ma questo secondo il mio gusto personale, ovvio!
Ora, però, vi lascio alla scena che mi ha portato a scrivere questo post!
Una scena che stavo aspettando da 4 anni praticamente!
Arthur è diventato Re! Finalmente!
Scena fantastica, oltretutto, e la faccia soddisfatta di Merlin è bellissima!XDXDXD
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!




LONG LIVE THE KING! LONG LIVE THE KING!

lunedì 17 ottobre 2011

Spoiler "Forse...il destino.." - Capitolo 6

Astaroth era un demone talmente potente che il Tempo rappresentava per lui solo una lunga linea retta. Niente dimensioni parallele, niente passato, niente futuro, niente di niente.
Quindi, se non aveva un passato e non aveva un futuro, allora poteva fare avanti e indietro negli anni senza correre il rischio di riscrivere il suo destino, perché lui un destino non ce l’aveva.
Ma Nicole si! Ed era strettamente legato a quello del vampiro e della strega.
Perché Damon aveva un destino e Bonnie aveva un destino. Ed era stata la fusione dei loro due destini a portare alla nascita di Nicole.
Ma se quei due destini non si fossero mai incrociati? Allora Nicole non sarebbe esistita!



Eccomi qua con il nuovo spoiler!
Piccolino, ma carino, no? Insomma...potrebbe avere un sacco di significati, giusto?
Ovviamente è tratto da un POV Astaroth, ma cosa avrà in mente di fare il nostro caro cattivone?
Cos'è tutta questa storia dei destini e roba varia?
XDXDXDXDXD
Lo scoprirete solo giovedì!
ALLA PROSSIMA...BACIONI...IOSNIO90!!!

giovedì 13 ottobre 2011

"Forse...il destino..." - Capitolo 5

 Il gatto e il topo
Quel giorno il Caffè sembrava improvvisamente aver ripreso vita dopo anni di coma profondo e il tutto era dovuto all’improvvisa chiusura della tavola calda della città, il posto in cui tutta Fell’s Church si rifugiava all’ora di pranzo per lasciare le vie completamente deserte e ancora meno popolate del solito.
Da quello che Bonnie era riuscita a capire, i proprietari della tavola calda erano stati costretti a serrare le porte del locale a causa della notizia che il college dove studiava la loro impeccabile figlia stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di espellerla.
Bonnie non si faceva nessuno scupolo ad ammettere che, non appena appresa quell’informazione, si era messa spudoratamente a sogghignare.
Per l’amor del cielo, lei trovava che i signori Lewis, i proprietari della tavola calda, fossero davvero due brave persone, ma erano anche piuttosto tonti se davvero continuavano a credere alla storia che la loro perfetta figlia Linda era una studentessa modello con un comportamento impeccabile perché Linda poteva essere di tutto tranne che una studentessa modello con un comportamento impeccabile, appunto.
Bonnie rideva ancora al ricordo di Linda che cercava di fare la bulletta con Meredith per farsi passare le risposte ad uno dei loro tanti test di storia e che veniva praticamente costretta alla fuga da una semplice, ma parecchio ostile, occhiata della sua imperturbabile amica.
Per non parlare dei pettegolezzi su Linda, la squadra di basket e l’allenatore…
Ecco, Bonnie provava un’infinita pena per i poveri signori Lewis, ma era felicissima per i suoi datori di lavoro, i signori Stenson, che stavano facendo avanti e indietro per il locale da tutto il giorno ma che mantenevano ancora un formidabile sorriso sul volto.
Era così contenta per loro che quasi non le importava della stanchezza che si era andata accumulandosi per tutta la mattinata.
“Oggi è una giornata veramente sensazionale! Speriamo che duri…” - commentò entusiasta la signora Stenson appoggiandosi accanto a lei dietro alla cassa.
Bonnie sorrise: “La maggior parte di quelle persone non aveva mai messo piede qui dentro e non aveva mai assaggiato le sue torte e i piatti del signor Stenson! Sono sempre e solo andati dritti alla tavola calda per pranzo, ma non mi sembra che nessuno di loro se ne sia andato insoddisfatto! Vedrà che torneranno anche quando i Lewis riapriranno! Magari non ci sarà tutta questa ressa, ma i nuovi clienti sono assicurati!” - rispose entusiasta.
La signora Stenson le mise una mano grinzosa su una spalla: “Sei sempre così ottimista, mia cara Bonnie! E’ bello averti con noi!” - disse per poi tornare a servire alcuni clienti.
L’ora di pranzo era passata per cui il caos era finito, ma questo non toglieva che quasi tutti i tavolini fossero ancora occupati anche se Bonnie poteva decisamente rallentare il ritmo e godersi una piccola pausa, finalmente.
Si mise a sistemare il registratore di cassa, contando i soldi e mettendone via la parte maggiore in modo da poterla poi riporre nella cassaforte del Caffè e, nel frettempo, ripensò alla chiacchierata con Nicole di quella stessa mattina.
Il fatto che Damon avesse praticamente sentito tutto la impensieriva non poco perché, se fino a quel momento se n’era stato zitto risparmiandole commenti umilianti, magari adesso che sapeva con certezza che lei quei pensieri non se li teneva solo per se ma ne parlava anche con altri forse non sarebbe stato più così propenso a tenere la bocca chiusa.
Già si immaginava la scena con lui che rideva a crepapelle, Matt che si arrabbiava, Meredith che la guardava in preda al panico, Elena che scuoteva la testa mostrandole tutta la sua compassione e lei che piangeva e scappava via, ancora ferita a causa di quel dannato vampiro.
Non lo avrebbe sopportato, ne era certa.
Anche se forse poteva prendersi una piccola rivincita chiedendo a Nicole di pestarlo per lei.
Insomma…la ragazza le aveva dato decisamente l’impressione di conoscerla bene e di esserle affezionata ed era possibile che se le chiedeva un favore allora lei avrebbe detto di si, no? E poi Bonnie se la ricordava ancora troppo bene l’espressione soddisfatta di Nicole dopo aver preso a schiaffi Damon…
Scosse la testa e cercò di tornare a concentrarsi sulla cassa aperta di fronte a lei.
La doveva smettere di farsi tutte quelle paranoie e la doveva smettere di pensare a qualcuno che tanto non sapeva neppure che lei esisteva! Cioè…magari Damon lo sapeva che c’era anche lei, ma di sicuro non l’avrebbe mai vista come nient’altro se non un’inutile ragazzina che non sa usare i suoi poteri di strega e che è un peso enorme per tutti, esattamente come l’aveva definita lui stesso durante lo scontro con Astaroth.
Bonnie sospirò pesantemente, pensando stupidamente al fatto che aveva chiesto un consiglio a Nicole per poi non seguirlo.
Ma doveva rassegnarsi e lo sapeva.
Stare lì ad aspettarlo non l’avrebbe portata a nulla e avrebbe solo sprecato gli anni migliori della sua vita se si considerava il fatto che Damon era un vampiro, quindi non invecchiava e per lui il tempo era un qualcosa di decisamente relativo, mentre per lei le cose erano messe in maniera diversa! E di certo non aveva alcuna intenzione di diventare un’anziana zitella sola in una casa piena di gatti che ancora aspettava quel vampiro che non l’aveva mai voluta!
Una nuova consapevolezza le illuminò gli occhi e una strana sensazione di fermezza e lucidità le schiarirono la mente mentre cominciava ad ascoltare quella vocina interiore che le diceva che era lei la cosa più importante e che doveva pensare anche al suo bene e non solo a quello degli altri.
“Hai preso una decisione!”.
Quell’affermazione la riportò nel mondo reale e fu così schietta e detta con un tale tempismo che Bonnie, una volta alzati gli occhi sullo sconosciuto che le siedeva di fronte dall’altro lato del bancone, aveva avuto l’incredibile tentazione di raccontargli a quali conclusioni illuminanti era appena giunta. Ma riuscì a frenare in tempo la lingua e si limitò a sorridere.
“Come hai detto, scusa?” - domandò innocentemente.
“Ho dei che hai appena preso una decisione! Te lo leggo negli occhi! Prima eri tutta triste e abbattuta e all’improvviso ti sei illuminata dalla cima della testa alle dita dei piedi! Deve essere un’importante decisione quella che hai preso…” - spiegò lo sconosciuto con tutta calma.
Bonnie ne restò colpita: era davvero così evidente?
“Beh….si, ho preso una decisione! Complimenti per l’analisi!” - rispose.
“E allora adesso non mi resta che sperare che non sia una di quelle decisioni tipo < Ok accetterò la proposta di matrimonio di tal dei tali >, perché altrimenti andrebbe completamente in fumo l’infallibile piano che ho diabolicamente architettato per farti innamorare di me!” - fece lo sconosciuto.
A Bonnie si mozzo il fiato e le si imporporarono le guance.
Quel ragazzo le aveva praticamente detto che…che cosa? Che la trovava carina? Le stava facendo la corte?
A quel pensiero Bonnie si entì avvampare ancora di più, ma questa volta non solo di imbarazzo, ma anche di insicurezza.
Lei non era mai stata abituata a queste cose.
Non era in grado di…flirtare con un ragazzo!
In quel campo era Elena la maestra indiscussa e neppure Meredith se la cavava male, ma Bonnie…lei era sempre stata un disastro in quelle cose.
“Ho detto qualcosa di sbagliato? Forse sono stato un po’ troppo diretto, eh?”- si preoccupò lo sconosciuto  - “E’ che raramente mi è subito piaciuta una ragazza come mi sei piaciuta tu non appena ho messo piede in questo posto! Io non sono un tipo molto espansivo in quel senso, anzi..sono piuttosto timido, ma…diciamo che stavo seguendo un consiglio che una volta mi diede un mio amico se mai mi fossi trovato in una situazione del genere, cioè < mostrati spavaldo e le ragazze ti cadranno ai piedi >! Ma…evidentemente era una cavolata!”.
Il ragazzo s’innervosì e cominciò a spettinarsi i capelli con una mano in preda all’agitazione mentre arrossiva anche lui.
Quel cambio di atteggiamento, quella rivelazione sul ragazzo, fecero sorridere Bonnie.
Era simpatico e le sembrava davvero gentile: giusto il tipo che faceva al caso suo, no?
Non che dovesse uscirci o chissà cosa, ma stare semplicemente a chiacchierare con un ragazzo senza che ci fosse nulla di strano o soprannaturale di mezzo era una sensazione che le mancava davvero e che non provava da tantissimo tempo ormai.
Bonnie scosse la testa: “Ma no, figurati! Non preoccuparti, ok? E’ che anch’io sono piuttosto timida e allora…mi sono un po’ imbarazzata, tutto qui!” - tentò di rassicurarlo.
La signora Stenson da lontano le fece l’occhiolino e Bonnie le sorrise di rimando riprendendo a chiacchierare con quello sconosciuto tanto attento e galante. Parlarono di tutto e risero come Bonnie non faceva più da tanto tempo.
Si appoggiò con i gomiti al bancone e mentre il ragazzo parlava rimase ad osservare attentamente le sue espressioni e il suo aspetto.
Era un ragazzo normalissimo, ma molto carino.
Alto e con il fisico di un giocatore di pallanuoto, aveva i capelli di un forte castano scuro, corti, ma leggermente ondulati che gli incorniciavano perfettamente il viso dai tratti non troppo decisi e gli ricadevano sulla fronte a sottolineargli gli occhi di un caldo castano chiaro, quasi liquido. Era leggermente abbronzato e vestiva in modo molto casual con jeans, scarpe da tennisi, una maglietta leggera a maniche lunghe con scollo a V e un classico berrettino azzurro da sfegatato tifoso di baseball.
Un ragazzo totalmente normale!
E dopo un po’ diventò così spigliato e divertente che mise Bonnie terribilmente a suo agio. Il che era strano visto che ogni volta che si ritrovava da sola con un bel ragazzo andava in paranoia e le si disconnetteva il cervello.
Invece non ci furono strani silenzi imbarazzati o punti vuoti nella conversazione e così le due ore che mancavano alla fine del suo turno passarono così rapidamente che solo un cenno del signor Stenson le fece ricordare che era ora di andare.
“Io adesso devo andare a casa, il mio turno è finito!” - disse, sinceramente dispiaciuta di dover interrompere così quella chiacchierata così piacevole.
“Beh…se vuoi posso accompagnarti a casa! Cioè…posso fare la strada con te….se ti va, ovviamente!” - propose lui.
“Oh, ma certo! Perché no? Così continui a raccontarmi di quel tuo strano compagno di stanza al college! E’ una storia così divertente sin dall’inizio che voglio proprio sapere cosa è successo alla fine…” - accettò Bonnie con un sorriso mentre raccimolava borsa e documenti vari e salutava tutti con un ampio gesto della mano, avviandosi all’uscita.
Il ragazzo le tenne aperta la porta per farla passare e solo allora Bonnie si rese conto che gli aveva fatto un sacco di domande dimenticandosi di quella fondamentale.
“Una sola cosa: parliamo da due ore e non ti ho ancora chiesto il tuo nome…” - disse.
“Beh…te lo dico se prometti di non metterti a ridere!” - fece il ragazzo.
“Mettermi a ridere? Perché dovrei mettermi a ridere?” - fece Bonnie confusa.
“Vedi…i miei genitori sono sempre stati parecchio eccentrici e anche al momento di darmi un nome non si sono risparmiati!” - spiegò lui.
“Ok! Adesso sono ufficialmente curiosa! Come ti chiami?” - chiese Bonnie sorridendo.
“Lorneth! Ma puoi chiamarmi Neth!” - rispose lui con un’alzata di spalle.
“Perfetto Neth, io sono Bonnie! Molto piacere!” - fece lei porgendogli la mano che lui strinse immediatamente.
“Oh..ti assicuro che il piacere è solo mio, Bonnie!”.


In vita sua non si era mai sentito così irritato e confuso allo stesso tempo.
Insomma…passi l’irritazione, ma la confusione? Cos’era tutto quello scombussolamento che aveva in mente?
L’unica cosa che ormai era certo di poter affermare con sicurezza era che quella situazione era cominciata non appena Nicole era apparsa in scena.
Damon la detestava per questo, ma poi c’era sempre quell’odiosa voce in fondo a quella che si supponeva fosse la sua coscienza, se ancora ne aveva una, che gli diceva che detestare Nicole era sbagliato, sbagliato come nient’altro prima lo era stato.
Ok! Damon poteva pure crederci, ma perché avrebbe dovuto?
E poi tutte quelle chiacchiere…
Quella ragazza non la smetteva di parlare un attimo! E di insinuare….lei adorava insinuare!
Cioè...cos’erano tutte quelle favolette che aveva raccontato a Bonnie? E poi come aveva potuto dire in modo così certo e sicuro che bisognava solo avere pazienza perché tanto alla fine lui avrebbe capito che Elena non era quella giusta, ma lo era la streghetta?
Vaneggiava!
Non che Damon avesse qualcosa contro Bonnie e doveva ammettere che saperla così innamorata di lui lo lusingava parecchio più che con la maggior parte delle ragazze che lo vedevano e pensavano a quanto fosse dannatamente bello, ma lui non avrebbe mai potuto amare Bonnie.
Elena era e sarebbe sempre stata l’unica ad occupare i suoi pensieri e il fatto che stesse seguendo Bonnie era solo per verificare a cosa fosse interessato così tanto il demone tanto da volerla morta, quindi Nicole poteva anche evitare di dire simili stupidaggini insinuando che lui seguisse Bonnie perché voleva difenderla.
Non che Bonnie non meritasse di essere difesa, ma quello non era compito suo! Punto!
Poteva anche essere vero che Bonne gli faceva provare una sorta di tenerezza nei suoi confronti, ma questo non voleva dire assolutamente nulla.
Ancora sotto forma di corvo scese in picchiata attraverso le fronde degli alberi secolari dell’Old Wood e sbarrò la strada a Nicole che si immobilizzò sul posto, sbuffando.
“Che vuoi adesso? Se sei venuto a dirmi che ami Elena e che la amerai per sempre e che per Bonnie provi solo tenerezza allora puoi anche risparmiarti le parole!” - fece Nicole.
Damon riprese forma umana e la guardò incuriosito e furioso al tempo stesso.
“Mi hai letto nella mente?” - le chiese.
“No! Ma ti conosco abbastanza per sapere cosa ti passa per quel ridicolo cervellino da microcefalo che ti ritrovi!” - rispose Nicole come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Tu non mi conosci affatto! E non venirtene fuori con la storia che vieni dal futuro, perché nessuno mi ha mai conosciuto per davvero in passato figurati se permetterò che una cosa simile succeda andando avanti con gli anni!” - esclamò Damon.
“Beh…hai mai sentito dire che la vecchiaia ti manda in pappa il cervello?” - ironizzò Nicole.
Damon ghignò: “Io sono un vampiro! Non cambio!” - disse.
“Nell’aspetto fisico, forse! Ma dopo cinquecento e passa anni i tuoi occhi hanno visto troppe cose perché la tua memoria le ricordi tutte! E’ normale che si faccia confusione, no?” - fece Nicole.
“La mia memoria è infallibile!” - commentò Damon.
“Certo! E tu sei perfetto, giusto? E allora se sei così perfetto com’è che fai la foca ammaestrata che batte le mani con la faccia da ebete ogni volta che Elena schiocca le dita? Avrei capito se si fosse trattato di Bonnie, ma Elena Miss Oca Forever…” - replicò Nicole.
“Non parlare così di lei, tu non sai nulla!” - ringhiò Damon.
“Oh…ti assicuro che so molto di più di quanto vorrei!” - rise Nicole.
Damon inspirò ed espirò a fondo per cercare di riacquistare la sua tipica calma apparente che Nicole aveva la straordinaria abilità di distruggere in meno di due secondi da quando apriva bocca.
“Allora…sentiamo un po’: se sei così innamorato di Elena e ne avete passate così tante, com’è che ti preoccupi tanto per Bonnie e addirittura la spii? Qualcuno potrebbe scambiarti per un maniaco se venisse a saperlo!” - continuò Nicole.
“Oppure per un povero idiota che non sa ancora neppure prendere una decisione importante per se stesso nonostante affermi di essere così magnifico sotto ogni punto di vista!” - aggiunse una voce alle spalle di Damon.
Nicole spalancò gli occhi e gli si avvicinò per poi prendergli un braccio e strattonarlo all’indietro per fargli scudo con il suo corpo.
Damon quella voce l’aveva riconosciuta subito perché era la voce dell’essere che, per la prima volta dopo tanto tempo, era davvero riuscito a fargli provare la terribile sensazione di essere insignificante e debole.
E, infatti, Astaroth era lì di fronte a loro due adesso con la sua postura altezzosa e il suo completo elegante.
Ma Damon non poteva non sghignazzare alla vista dell’ennesima cravatta ridicola che gli vedeva addosso.
“Ehi! Dì un po’, ma te le fai fabbricare apposta?” - lo schernì indicando la cravatta gialla del demone con raffigurati due ippopotami in tutù che eseguivano una perfetta presa ad angelo davanti al loro piccolo pubblico composto solo ed esclusivamente da gamberetti sorridenti.
“A dire il vero sono il frutto di un’accurata ricerca fatta su scala mondiale!” - rispose Astaroth.
Nicole, invece, gli diede una gomitata nel fianco intimandogli di restarsene zitto.
Damon le rivolse uno sguardo truce di cui lei non si curò per niente.
“Cosa vuoi Astaroth?” - chiese Nicole.
“Io? Quello che voglio sempre: ucciderti!” - rispose il demone.
“Questo lo so! La cosa che non ho capito è perché sei venuto a cercare direttamente me! Perché non ti sei assicurato che io fossi lontana per poi attaccare Damon o Bonnie?” - chiese sospettosa Nicole.
Ma Astaroth non rispose.
Si limitò a ghignare e a lanciare una sfera di fuoco verso Damon che Nicole riuscì facilmente a sviare creandogli uno scudo protettivo intorno proprio nel momento in cui la sfera stava per colpirlo.
Nicole lo afferrò per un braccio e lo tirò a se.
“Ascoltami bene! Qui non è sicuro! Quindi per una volta fa come ti dico e vattene lontano mentre io lo tengo occupato! A quanto pare ieri voleva Bonnie e oggi invece vuole te, probabilmente era te che seguiva, non me. Quindi tu vattene via da qui e…per favore Damon…va Bonnie e resta con lei, proteggetevi a vicenda fino a che non sarò io a dirvi che il pericolo, almeno per il momento, è passato! Ok?” - fece Nicole con urgenza.
Damon restò a fissarla per qualche attimo, sempre più confuso.
In qualsiasi altra situazione Damon avrebbe mandato a quel paese chiunque gli si fosse rivolto così, chiunque lo avesse praticamente cacciato via da uno scontro, ma c’era sempre quelle voce, quella sensazione strana che gli diceva che doveva fidarsi di Nicole e correre da Bonnie.
E gli occhi della ragazza erano così sinceri e di quel castano fuso così familiari che…
“Ma…ma perché? Io non ci sto capendo niente! Perché proprio io e Bonnie? Dimmelo, Nicole!” - pretese mentre Nicole si voltava per difenderlo dall’ennesimo attacco di fuoco di Astaroth.
“Ti sembra questo il momento di parlarne? Non ora, Damon! Non ancora!” - rispose Nicole.
Damon sospirò e la guardò ancora per un attimo prima di annuire e ritrasformarsi in corvo.


“No! Aspetta! Se sai qualcosa allora devi dirmelo, Lilian! Perché hai detto quella cosa su Damon…che significa?” - chiese per l’ennesima volta Elena.
Lilian si era pentita amaramente di aver fatto quell’insinuazione sul fatto che suo zio Damon già all’epoca, seppure non ne era ancora davvero innamorato, provava praticamente già qualcosa per sua zia Bonnie al punto tale da comportarsi anche con lei in modo delicato e gentile.
Aveva dimenticato quanto sua madre potesse essere insistente!
Il fatto era che Lilian poteva anche essere tranquilla e posata, ma quando si trattava di suo padre diventava una bestia con chiunque, anche con sua madre.
Era sempre stata legatissima al padre e ricordava ancora tutta la delusione e l’odio profondo che aveva provato per suo zio e per sua madre quando era venuta fuori quella specie di loro vecchia storia clandestina.
E adesso…insomma, non era riuscita a trattenersi.
“Elena non è niente, davvero! Lascia perdere quello che ho detto e torniamo a bere il nostro thè, eh?” - propose.
“Ma io…” - cominciò Elena, ma le sue parole vennero interrotte quando la porta della stanza si aprì e Stefan entrò.
“Oh…Lilian, giusto?” - le chiese, evidentemente meravigliato dal fatto di averla trovata lì.
Lilian si alzò e gli andò incontro, sorridendo.
“Si, Lilian! Ero solo venuta a tenere compagnia ad Elena e a parlare un po’ visto che Nicole mi ha lasciata sola per andarsene chissà dove!” - spiegò.
“Si, stavamo bevendo del thè!” - confermò Elena andandosi ad aggrappare ad un braccio di Stefan per poi baciargli una guancia.
Ecco! Quella era l’immagine che lei adorava dei suoi genitori.
Erano così perfetti insieme che proprio non riusciva neppure a concepirlo lontanamente che qualcuno potesse destabilizzare l’equilibrio della coppia, soprattutto non suo zio Damon ed in particolar modo non suo zio Damon di quegli anni.
Anche se non lo dava molto a vedere, anche a lei stava sulle scatole tutta quella situazione esattamente come a Nicole.
E a proposito di Nicole…aveva uno strano presentimento!
Non era un ibrido molto potente, ma aveva imparato a capire che il suo istinto sbagliava raramente.
“Allora mi dispiace di avervi disturbate!” - fece Stefan sorridendo ad entrambe.
Nonostante i sorrisi e la cortesia, Lilian riusciva a percepire chiaramente la loro confusione e di certo non poteva biasimarli. Lei e Nicole stavano creando proprio una bella situazione ingarbugliata restando lì, ma quando Astaroth aveva compiuto il Viaggio si erano vagliate attentamente tutte le opzioni e alla fine l’unica vagamente decente era stata quella di seguirlo nonostante si correva il rischio di riscrivere tutta la storia delle loro famiglie.
Era per questo motivo che si era deciso di rivelare solo in caso di estrema emergenza la loro vera identità: per cercare di contenere quanti più danni era possibile.
- Lilian? Lilian, mi senti? Qui ho un SOS in corso, ok? Mi dispiace interrompere te e quella gran spina nel fianco che è tua madre, ma sto combattendo con Astaroth qui nell’Old Wood e un aiuto mi farebbe comodo visto che oggi ha deciso di non darmi tregua neppure un attimo! Ho spedito mio padre da mia madre, quindi dovrebbero essere tranquilli almeno loro, ma io ho bisogno che tu venga ad aiutarmi, capito? Adesso però! -
La voce di Nicole le rimbombò improvvisamente nella mente mettendola in agitazione.
Se Nicole le stava chiedendo aiuto significava che Astaroth aveva davvero deciso di fare sul serio questa volta e tutto poteva succedere tranne che Nicole morisse.
Il suo intuito aveva avuto ragione.
Scosse la testa e si riscosse dai suoi pensieri.
“Devo andare!” - disse, saltando sul davanzale della finestra ancora da riparare.
“Che succede?” - le chiese Stefan preoccupato.
“Nicole sta combattendo contro Astaroth e ha bisogno di me! Mi ha mandato un messaggio telepatico e ha detto di aver già mandato Damon a proteggere Bonnie, quindi fatemi il favore di restare qui voi due, ok? Non avvicinatevi al bosco fino a nuovo ordine!” - rispose Lilian.
“Oh…mmm…si, certo! Ma stà attenta!” - rispose Stefan stringendo a lui Elena, anche lei impaurita.
Lilian annuì e sorrise.
Suo padre….
Non sapeva neppure chi fosse, eppure si preoccupava per lei così come si preoccupava per chiunque altro.
Ecco il motivo per cui lo amava tanto!
“Lo prometto!” - disse, per poi lasciarsi cadere e correre in fretta allo scontro.


Nicole gli doveva una spiegazione.
Una grossa, dettagliata e lunghissima spiegazione.
Ma forse Damon avrebbe fatto bene a pretenderla anche da se stesso una spiegazione.
Insomma…da quando stava a sentire quello che gli dicevano e per di più ubbidiva agli ordini di qualcun altro che non fosse lui stesso?
Eppure lo aveva fatto e stava continuando a farlo.
Aveva lasciato lo scontro, uno scontro che si preannunciava affascinante e carico di Potere e violenza, per correre da Bonnie e proteggerla.
Che poi….cioè, Nicole poteva pure dirgli dove trovarla Bonnie, no?
Era già volato a casa sua, ma di lei non c’era traccia.
Era passato davanti a quello stupidissimo ritrovo per vecchi dove lavorava e non era neppure lì.
Uscendo dal bosco aveva sorvolato il pensionato ed aveva avvertito chiaramente solo la presenza di Stefan, di Elena e quella di Lilian che stava andando via in tutta fretta evidentemente per raggiungere Nicole e Astaroth, ma di Bonnie neanche l’ombra.
Cercò di sforzarsi per percepire la sua aura, ma niente! Era come se qualcosa la stesse nascondendo del tutto il che era molto strano e preoccupante, giusto?
Anche se…Astaroth era impegnato a prendere a calci Nicole, quindi cosa o chi poteva avere quel potere sull’aura di Bonnie?
Aveva già fatto due volte il tour completo della città, quando pensò bene di rifare il giro cominciando dalla casa della streghetta: forse era già tornata.
Ed in effetti lei era tornata lì dopo essere stata chissà dove!
La risata cristallina di Bonnie lo raggiunse prima ancora che atterrasse sul prato verde del giardino alle spalle della casa e la vedesse. Era felice e sorrideva spensierata alle battute piuttosto scadenti di un ragazzone alto e moro che non aveva mai visto prima e che le stava facendo spudoratamente il filo.
Se fosse stato in forma umana si sarebbe accigliato.
Chi diavolo era quel tizio, adesso? E cosa voleva dalla streghetta?
Era lui che stava nascondendo l’aura di lei?
Ma domanda ancora più importante: cos’era quella sensazione di fastidio che Damon stava provando e che partiva dalla base dello stomaco per poi salirgli lentamente in gola a creare un ringhio trattenuto?
Non gli era mai successo prima, nemmeno quando Mutt faceva gli occhi dolci alla streghetta.
Possibile che fosse perché, quando si trattava di Mutt, Bonnie non era mai così coinvolta e….beh…così poco fanciulla ingenua e più donna?
All’ennesima risata di Bonnie, il babbeo sconosciuto le mise una mano su un fianco e le si avvicinò.
Damon decise all’istante che non avrebbe sopportato oltre e dispiegò le ali pronto a spiccare il volo, ma un urlo terrorizzato di Bonnie lo trattenne e lo mise in allarme.
Il babbeo aveva preso a ridere in maniera inconsulta e aveva stretto Bonnie a se con violenza, mentre la sua pelle si trasformava e cominciava ad assumere una vaga tonalità di rosso simile a quella della pelle di Astaroth.
Il corvo nero lasciò presto il posto al vampiro.
Damon scattò in avanti ed afferrò Bonnie per la vita cercando di portarla via da lì, ma il demone fu più veloce e gli sbarrò la strada.
Damon fu costretto a fermarsi e lasciò andare Bonnie che gli si rannicchiò alle spalle con le lacrime agli occhi.
“Io non..non capisco..io…” - balbettò Bonnie.
Damon portò una mano all’indietro per accarezzarle un braccio in uno strano gesto di conforto.
“Non ti preoccupare, streghetta!” - disse continuando a mantenere gli occhi gelidi fissi sul demone che battè le mani una volta e li guardò scimmiottando uno sguardo sognate.
“Oh, ma che carini! Incredibile! Dovevo occuparmi solo di lei, ma visto che siete qui mi occuperò di entrambi e il mio signore sarà ancora più contento di me!” - disse.
“Il tuo signore? Intendi dire quel gran cretino di Astaroth? Che c’è, adesso manda gli scemi a fare il lavoro sporco? E poi si può sapere chi diamine sei tu?” - ringhiò Damon.
A quanto pareva Nicole ci aveva visto lungo, ma forse nemmeno lei sapeva che Astaroth aveva inviato quell’altro demone da Bonnie. E se quel nuovo demone era forte solo la metà di Astaroth….Damon doveva ammettere almeno a se stesso che non ce l’avrebbe mai fatta da solo.
Nicole doveva essere avvertita!
Sembrava che la sua condizione di ibrido tra vampiro e chissà cos’altro la rendesse nettamente più forte di qualsiasi vampiro e addirittura alla pari di un demone del calibro di Astaroth, quindi doveva avvertire lei.
“Non osare rivolgerti a me in questo modo, né tantomeno al mio signore Astaroth definendolo con quelle parole rozze ed abominevoli!” - si indignò il demone - “E…beh…per quanto riguarda il mio nome...è Lorneth e ovviamente sono un demone sottosposto al più grande Figlio del Fuoco mai esistito e ne vado fiero!” - continuò facendo una giravolta su se stesso - “Comunque…è stato un vero piacere chiacchierare con te, Bonnie! Ora che ti ho conosciuta meglio capisco la scelta di Damon! Mi dispiace che dovrò uccidervi entrambi!” - finì.
La scelta di Damon? Di che scelta stava parlando? E quando l’avrebbero smessa tutti di parlare per enigmi?
“Ok! Vuoi ucciderci? Allora vedi di fare più fatti e lascia perdere le parole che non sono proprio il tuo forte, lasciatelo dire!” - s’infervorò Damon.
Voltò appena la testa in modo da rivolgersi a Bonnie e le disse di tenersi lontana da lui il più possibile mentre cercava di combattere Lorneth e chiamava i rinforzi.
Bonnie annuì appena e si staccò a fatica dalla sua schiena.
“Oh….ma perché vi separate? Volete farmi perdere tempo, eh? No no no…così non si fa!” - cantilenò il demone prima di assumere un espressione seria e lanciarsi su Damon mentre lasciava uscire dal palmo della sua mano una lunga lingua di fango viscoso che strinse Bonnie in vita, immobilizzandola, per poi cominciare a salire lentamente verso la gola della streghetta e farle mancare il fiato.
Damon cercò di liberarsi dall’oppressione delle ginocchia di Lorneth schiacciate sul suo sterno, ma era inutile, esattamente come era successo con Astaroth il giorno prima.
Portò le mani ad afferrare le gambe del demone, ma si sentì improvvisamente pungere da qualcosa e percepì distintamente il Potere che cominciava ad abbandonarlo.
Dalle ginocchia di Lorneth erano spuntate fuori due bocche mostruose che, aperte, facevano sfoggio di due lunghe file di denti lunghi e affilati che gli stavano risucchiando via tutta la sua forza vitale.
La vista di Damon si annebbiò e riusciva a percepire solo in lontananza i gemiti di dolore e paura di Bonnie che veniva soffocata lentamente poco più in là.
Non poteva morire e non poteva lasciare che Bonnie morisse.
Chissà per quale ragione, Nicole aveva messo ben in chiaro che loro due dovevano vivere ad ogni costo.
Non aveva abbastanza Potere per inviare un messaggio telepatico che arrivasse fino all’Old Wood, ma decise di utilizzare le ultime forze che gli erano rimaste per lanciare un’unica ondata di Potere che mettesse in allarme chiunque fosse in grado di percepirla lì a Fell’s Church.
Subito dopo tutto divenne nero e gli occhi gli si chiusero mentre un rantolo strozzato di Bonnie faceva da sottofondo a quella che sembrava essere la morte di entrambi.


Con uno scatto deciso verso destra Nicole schivò l’ennesimo, incessante attacco di Astaroth. Si gettò a terra e rotolò veloce sull’erba prima di lanciare un potente fulmine attraverso il palmo della sua mano.Riuscì a colpire il demone ad una spalla, ma lui non se ne curò molto né si lamentò, come faceva di solito, per i danni che lei gli aveva causato al vestito.
Era questo che Nicole non riusciva a spiegarsi!
Che Astaroth saltasse fuori dal nulla perché gli era venuta voglia di combattere non era una novità e non si era sorpresa più di tanto, ma non poteva non notare che quel combattimento era diverso, che il demone stesso era diverso.
Di solito Astaroth manteneva la sua estenuante pacatezza anche nello scontro e si divertiva a rivolgerle commenti sulle sue mosse, ma in quel momento non stava facendo nulla di tutto questo.
Sembrava, piuttosto, che facesse di tutto per stancarla, per tenerla occupata, ma perché? A quale scopo se lui aveva letteralmente tutto il tempo del mondo per tentare di ucciderla?
Non aveva senso!
Mentre evitava le sfere di fuoco lanciatele da Astaroth a ripetizione e senza neppure molta accuratezza nella scelta della forza da imprimere al lancio o della traiettoria, Nicole si stava sforzando per immaginare quale fosse il motivo di quel cambio drastico di comportamento da parte del suo avversario.
Da che avevano cominciato a combattere sembrava solo che stesse correndo avanti e indietro nella piccola radura in cui si trovavano. Astaroth non sembrava nemmeno che avesse intenzione di colpirla per davvero, continuava solo a lanciare sfere di fuoco dopo sfere di fuoco, da destra a sinistra, da sinistra a destra senza darle tregua neppure per respirare.
Aveva il respiro affannato, ma la mente era così concentrata nel tentare di capire Astaroth che inciampò come una principiante e riuscì a sottrarsi all’ennesima lingua di fuoco che cercava di attanagliarle la caviglia solo grazie al fortuito arrivo di Lilian che la afferrò per le braccia e la tirò all’indietro.
Nicole fece forza sostenendosi alla cugina per riuscire ad alzarsi e le due restarono legate attraverso la reciproca stretta sulle braccia mentre Nicole creava una bolla di energia protettiva che faceva da scudo ad entrambe mentre Astaroth continuavava imperterrito a bombardarle di attacchi.
“Niki! Ehi…che sta succedendo?” - le chiese Lilian, incredula anche lei di fronte a quel nuovo lato inaspettato di Astaroth.
Nicole scosse la testa.
“Non ne ho la più pallida idea! Mi sta facendo impazzire! Continua ad attaccarmi senza una logica e senza dire una parola, e mi fa solo andare avanti e indietro come se fossi una povera scema!” - rispose Nicole lanciando un’occhiata al demone.
“Aspetta! Significa che…non fa nessuna battutina, niente commenti o risposte sagaci, niente colpi ad effetto solo per toglierti di mezzo?” - le chiese Lilian.
“Esatto! Niente di niente! Sembra che voglia farmi solo perdere tempo, ma non capisco perché!” - rispose Nicole.
“Beh…forse vuole provare a stancarti a tal punto che alla fine gli verrà più facile ucciderti!” - ipotizzò Lilian.
Nicole ci ragionò su un attimo e scosse la testa.
“No, non è da Astaroth! Non l’ha mai fatto! E poi devi ammettere che non è un piano originale ed è anche piuttosto da codardo!” - rispose Nicole.
“Si, perché andare indietro nel tempo e uccidere i tuoi genitori prima che fossero abbastanza forti da contrastarlo per impedire che tu possa venire al mondo non è da codardo!” - fece Lilian.
“Si è da codardo, ma almeno è originale! Questo devi concederglielo!” - scherzò Nicole.
Lilian sorrise e alzò le mani in segno di resa.
Nicole tornò a guardarsi intorno mentre sentiva la barriera che le faceva da scudo che perdeva lentamente di spessore.
Doveva tornare alla lotta al più presto.
“Lily io devo…” - cominciò a dire, ma un’ improvvisa ed inaspettata ondata di Potere la mise in allarme.
Era suo padre ed era in pericolo.
Nonostante il Damon di quel tempo era un vampiro diverso e molto meno potente di quello che sarebbe diventato e di colui che Nicole conosceva come suo padre, l’impronta che il suo Potere le lasciava addosso quando la travolgeva era sempre la stessa ed era inconfondibile.
Ma….se Astaroth era lì con lei, allora com’era possibile che suo padre fosse in pericolo?
In quell’istante la ragione del cambiamento del demone le si palesò davanti in tutta la sua stupidità e le fece montare dentro una rabbia assurda.
Con il solo aiuto dell’ira infranse la bolla che la proteggeva e respinse Astaroth e tutti i suoi attacchi mandandolo al tappeto.
“Chi hai mandato?” - gli chiese.
Astaroth spalancò lo sguardo.
“L’hai capito!” - disse - “Non avresti dovuto!”.
“E’ stato mio padre a dirmelo!” - rispose Nicole.
“Impossibile! Lui nemmeno ti considera!” - ringhiò Astaroth.
“Allora credo che tu abbia sottovalutato l’impatto che io e Lilian abbiamo avuto sui membri delle nostre future famiglie! Forse Damon non è ancora mio padre, ma lo diventerà e una parte di lui mi ha riconosciuta come sangue del suo sangue persino adesso!” - fece Nicole.
Si scagliò contro Astaroth e gli infranse un’unica, grande sfera di luce in pieno petto lasciandolo senza fiato.
“Smettila di inventare piani assurdi e arrenditi, Astaroth! Lo dico per il tuo bene perché più passa il tempo e più mi fai infuriare!” - sibilò Nicole per poi andare via seguita a ruota da Lilian.
“Tu corri al pensionato e resta lì! Io salvo i miei e arrivo!” - disse.
Lilian annuì e scomparve.
Li trovò in fretta e la visione di suo padre al limite delle forze e di sua madre che annaspava in cerca d’aria la sconvolse talmente tanto che non si premurò neppure di sapere chi fosse il bastardo che stava facendo loro questo.
Afferrò il demone mandato da Astaroth e gli diede un calcio al centro esatto della schiena per poi tirargli su la testa di scatto e staccargliela da collo.
Il demone morì e si sciolse come neve al sole.
Nicole corse da sua madre e la sostenne mentre lei cercava di riprendere aria. La portò accanto a suo padre e si accertò che anche lui stesse recuperando le forze.
“Su, coraggio Bonnie! E’ tutto passato! Respira!” - fece Nicole prima di sentirsi afferrare violentemente per un braccio e vedersi strappare Bonnie dalle mani da un Damon decisamente fuori di se dalla rabbia.
“Adesso tu ci racconti per filo e per segno quello che sta succedendo, intesi?”.